Gli spari a Capitol Hill, Washington hanno destato un forte allarme, nonostante tutto si sia concluso nel giro di poco tempo. Un uomo armato è stato fermato all’ingresso del Visitor Center da due federali che non sono stati comunque autorizzati a commettare pubblicamente l’accaduto. Usa Today ha raccolto tuttavia una delle testimonianze dei due agenti che ha confermato che l’uomo era sì armato, ma che la pistola era scarica. Sembra inoltre che una vittima sia stata colpita da alcune schegge o detriti volanti. Il soggetto è già noto alle autorità e risulta emotivamente disturbato, in cura presso un ospedale della zona. Lo spavento è stato tale da richiedere la messa in sicurezza dell’intera area, ma l’allarme è stato revocato non appena l’emergenza è stata sedata. Il Dipartimento di Polizia di Washington ha comunicato su twitter che si tratta di “un episodio isolato” e che non c’era “nessun pericolo di minaccia verso il pubblico”.
E’ accaduto tutto molto in fretta ma secondo le ultime notizie trapelate tramite lo staff stesso del Congresso e riportate dai media Usa, tutto sarebbe finito. Poco dopo le 20 (ora italiana) sono stati uditi degli spari nei pressi del Congresso americano a Capitol Hill. Un poliziotto sarebbe stato ferito, ma non versa in pericolo di vita. Immediate sono scattate simultaneamente le misure di sicurezza attorno al palazzo del Congresso, alla Casa Bianca e – pare – anche al Pentagono. Allo staff del Congresso è stato chiesto di non uscire e rifugiarsi allà interno dell’edificio, quindi la minaccia è localizzata all’esterno. Al momento la situazione è tranquilla e non si sentono altri spari, ma la zona è totalmente militarizzata.
Non era Faycal Cheffou il terzo uomo indicato come terrorista negli attentati di Bruxelles. La notizia arriva dalla BBC, subito ripresa da La Repubblica: l’uomo è stato rilasciato per mancanza di prove. Era stato arrestato giovedì scorso dopo che erano state diffuse le immagini in cui si vedevano i due terroristi arrestati e un terzo uomo con il cappello. Quell’uomo era stato identificato come il reporter di Le Soir Faycal Cheffou ma ora è arrivata la notizia del suo rilascio. Il quotidiano italiano scrive: “Gli indizi che avevano portato all’arresto del di Fayçal Cheffou non sono stati confortati dall’evoluzione dell’inchiesta in corso”, ha dichiarato la procura in un comunicato. “Di conseguenza – ha continauto – l’interessato è stato rimesso in libertà dal magistrato istruttore”.
Si è aperta alla periferia di Roma una grossa voragine profonda 20 metri e larga 3: è accaduto ieri nel quartiere popolare di Centocelle. La buca si è creata nel vialetto che collega due palazzine. Secondo un primo sopralluogo dei Vigili del Fuoco, la voragine sarebbe stata causata dalla rottura di una tubatura. Sono state evacuate 14 famiglie: sul posto, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, sono intervenuti anche Polizia municipale e Protezione civile, che hanno assistito le famiglie fatte evacuare e trasferite in strutture alberghiere della città.
Sono stati sparati quattro razzi a Kabul contro la sede del nuovo Parlamento, intorno alle 10 ora locale. E’ questa l’ultima notizia che arriva dall’Afghanistan: a riportarlo è l’agenzia di stampa Ansa che riferisce quanto pubblicato dal portale di notizie Khaama Press,. “Almeno uno” dei quattro razzi avrebbe colpito l’edificio che è stato costruito con finanziamenti indiani: al momento non sono segnaate vittime anche se l’attacco è avvenuto mentre i parlamentari stavano arrivando per partecipare ad un dibattito sulla sicurezza nel Paese. E secondo il portavoce del ministero dell’Interno afghano, Siddiq Siddiqi, le attività previste per oggi “continueranno come previsto”. Il nuovo Parlamento della città è stato inaugurato lo scorso dicembre dal premier indiano Narendra Modi.
È il secondo in pochi giorni: pochi minuti fa è scattato un altro allarme bomba a La Spezia, per una borsa abbandonata sotto i portici di Piazza Brn, vicino ad una chiesa. I carabinieri, come riporta l’Ansa, hanno transennato la zona attorno alle 9.30 e gli artificieri sono entrati ora in azione. Si tratta di un borsone nero sospetto, da palestra, lasciato a pochi metri da una chiesa e in un quartiere con molte etnie. È il secondo allarme bomba in pochi giorni, dopo quello lanciato da un cittadino che aveva notata una macchina sospetta, anche se poi sulla vettura non era stato trovato nulla e l’allarme si era chiuso senza danni per fortuna. La speranza è che anche in questo caso non si tratti di nulla, anche se il panico terrorismo come si può vedere continua eccome e anche in cittadine molto più minute rispetto alle metropoli Roma o Milano.
E’ delle ultime ore l’arresto di un 40enne di origine algerina, collegato a livello internazionale con una rete di terrorismo importante. L’uomo è stato identificato come Djamal Eddin Ouali e secondo i primi rilevamenti sembrerebbe aver fornito i passaporti falsi ai kamikaze di Bruxelles. L’uomo era già nel mirino delle indagini, ma inizialmente sembrava che il suo ruolo fosse di poco rilievo. La Polizia invece ha appurato che si tratta di un tassello importante e sta approfondendo le indagini su tutti i suoi movimenti. L’uomo è arrivato in Italia il 6 gennaio scorso, attraversando il Brennero, grazie ad un’attestazione dell’ambasciata algerina. La Polizia è intervenuta su richiesta delle autorità belghe che hanno chiesto l’immediata estradizione.
Il terrorismo non conosce tregua e nella giornata della Santa Pasqua, i talebani hanno sferrato un attacco nel nord est del Pakistan, precisamente nel parco di Lahore. Un kamikaze si è fatto esplodere mietendo molte vittime. Erano infatti in molti i fedeli radunati nel luogo. Il primo bilancia riporta un massacro. Sarebbero 70 le vittime e 300 i feriti, fra cui anche molto gravi. Il parco era stato destinato nella giornata di ieri alla celebrazione della Pasqua. Erano molte le famiglie intervenute all’evento, dettaglio che fa pensare ad una pianificazione mirata dell’attentato che coinvolgesse più vittime possibile. Il Pakistan ha proclamato tre giorni di lutto per onorare la memoria dei colpiti. Il parco non era presieduto, inspiegabilmente, dalla Polizia locale.
L’attentato di Bruxelles continua a seminare paura e terrore, ma anche la politica è stata risucchiata in un vortice di violenza. L’estrema destra, da sempre contraria all’integrazione degli extracomunitari, ha indetto numerose manifestazioni, bloccando Bruxelles. Si parla di almeno tre eventi e durante uno di questi, la Polizia si è trovata costretta ad intervenire con fumogeni e strumenti repressivi, facendo scattare alcuni fermi. Queste persone, dopo essere state identificate, sono state rilasciate subito. Non è l’unica operazione di Polizia volta a fermare il terrorismo. Nella sola giornata di ieri, le autorità hanno fermato 13 persone, rilasciandone 9 e trattenendone 4 per ulteriori accertamenti.
Sono stati migliaia i fedeli che si sono raccolti nella giornata di Pasqua in piazza San Pietro per ascoltare le parole del Pontefice. Durante la cerimonia Ubi et Orbi, Papa Francesco ha parlato di “doverosa accoglienza” da destinae ai migranti che, numerosi, cercano la pace scappando dalla guerra. La paura di eventuali attentati non ha inoltre fermato il Pontefice dal giro della piazza a bordo della papamobile a tettuccio aperto. Durante il tragitto, si sono verificati alcuni attimi di paura, quando un uomo ha iniziato una protesta arrampicandosi su uno dei lampioni. Le autorità, fortemente presenti all’evento, sono intervenute con tempestività.