Tra le figure religiose di maggior rilievo nella storia della Chiesa spagnola compare sicuramente l’arcivescovo San Giuliano di Toledo che viene ricordato il 6 marzo di ogni anno. Fin da bambino fu consacrato alla vita contemplativa, essendo stato destinato come oblato alla cattedrale cittadina di Santa Maria dove conobbe Sant’Eugenio, poeta e studioso, che lo precedette sulla cattedra della diocesi di Toledo insieme a Ildefonso e Quirico. Vissuto tra il 622 e il 690 d.C., san Giuliano è considerato come uno dei padri della riflessione sull’essere umano e l’universo ed è ricordato per numerosi scritti di carattere storico, filosofico e teologico, ma anche sulla grammatica: l'”Historia rebellionis Pauli adversus Wambam”, l'”Ars gramatica o Ars Iuliani”, “De sextae aetitis comprobatione”, l'”Apologeticum fidei” e il “Prognosticon futuri saeculi”. Il primo testo racconta una delle vicende di cui fu protagonista lo stesso san Giuliano quando era in carica in qualità di vescovo di Toledo, dopo il 680 (in precedenza fu abate del monastero di Agalai e operò per anni all’interno della Curia della città) fu tra coloro che deposero il re Wamba, facendolo abdicare dal trono per mandarlo in monastero. La congiura era stata ordita da un nobile dissidente di nome Ervige che, con uno stratagemma fece praticare dal vescovo la tonsura penitenziale al re. Un’altra opera importate redatta da San Giuliano è il “Prognosticon futuri saeculi”, un trattato nato da un dibattito su argomenti di fede avuto con il vescovo di Barcellona: nei tre libri che compongono questo scritto si parla di morte e resurrezione. In altri testi il presule di Toledo confuta alcune credenze degli Ebrei e si impegna a modificare quella che al tempo era la liturgia mozarabica. Durante il suo episcopato si svolsero quattro concili, nel 681, 683, 684 e 688 che diedero maggiore importanza alla diocesi spagnola, contrastando anche l’eresia di Apollinare. Le fonti ricordano questo vescovo come un uomo diplomatico e prudente che si accostò alle questioni religiose e politiche con saggezza e spirito critico; San Giuliano si distinse anche per l’impegno a favore dei poveri e dei bisognosi e la generosità nei confronti di coloro che si trovavano in difficoltà. Secondo alcuni dopo la sua morte fu sepolto nella chiesa titolata a Santa Leocadia per poi essere trasportato probabilmente a Oviedo nel periodo dell’invasione dei Saraceni. Come molti uomini di fede, San Giuliano che fu anche Primate di Spagna, viene raffigurato nell’iconografia con le insegne vescovili, il pastorale e la mitria.
È considerato uno dei santi protettori della città di Toledo e viene venerato anche nella cattedrale di Oviedo, quando il 29 gennaio si celebra la sua memoria insieme a quella del vescovo Serrano. Toledo è diventata patrimonio dell’Unesco per il suo essere un crogiolo di culture e religioni diverse, come è ben riconoscibile nelle architetture cittadine; conosciuto fin dal tempo dei Romani, questo centro è diventato con il passare dei secoli la capitale del regno dei Visigoti e successivamente il luogo prescelto dall’imperatore Carlo V. Cultura e tradizione convivono con la profonda spiritualità che caratterizza l’arcidiocesi più importante della Spagna.
In Italia il culto di San Giuliano (non del vescovo spagnolo) è diffuso soprattutto a Macerata, dove alla fine di agosto viene organizzata una sagra con rievocazioni storiche di auto d’epoca, specialità gastronomiche, appuntamenti culturali, momenti di preghiera e stand di vario genere.
Il 6 marzo la Chiesa cattolica ricorda anche altri santi come San Crodegando di Metz, vescovo della città e riformatore del clero e della liturgia, San Vittore e i martiri di Nicomedia, San Fridolino abate e San Marciano di Tortona.