Non sarebbe stata pronunciata da Fausta Bonino, la presunta infermiera killer, una delle frasi intercettate e che avrebbero portato al suo arresto con l’accusa di aver provocato la morte di 13 persone con l’eparina nel reparto dell’ospedale di Piombino dove lavorava. Questo errore grossolano nella trascrizione delle intercettazioni potrebbe scagionare la donna dalle pesanti accuse? E’ quanto spera il suo legale, convinto quanto la stessa donna della sua innocenza. La frase incriminata, come sostiene La Nazione, sarebbe la seguente: “Paola, mi raccomando, te non devi dire nulla, non litigare, non fare niente”. Per gli inquirenti vi sarebbe da rintracciare in queste parole – pronunciate da un’altra collega – un possibile pericolo di inquinamento delle prove che avrebbe quindi portato a confermare il carcere per la presunta infermiera killer. Ora, alla luce dell’errore venuto a galla, la posizione di Fausta potrebbe mutare?
Dopo la prima scarcerazione negata a Fausta Bonino, la presunta infermiera killer accusata di aver ucciso nel suo ospedale di Piombino 13 pazienti tra il 2014 e il 2015, si attende ora le decisione di una seconda chiamata del Tribunale: ieri pomeriggio il suo avvocato Cesarina Barghini ha depositato il ricorso al Riesame dopo che la richiesta di scarcerazione della sua assistita era stata bocciata in settimana da Antonio Pirato, il Gip di Livorno. Avvocati al lavoro e molte ricerche approfondite sulle cartelle cliniche dei pazienti deceduti misteriosamente per provare a capire se effettivamente la Bonino sia sempre stata in contatto con loro. Cresce intanto, come riporta questa mattino il Tirreno, il numero di persone che pur non avendo un famigliare tra le vittime accertate delle 13 finora riportate, si rivolgono agli avvocati o all’Asl per chiedere delucidazioni e controlli sulle cartelle cliniche dei loro parenti anch’essi morti in quell’ospedale negli ultimi anni.
Non sarebbe la voce di Fausta Bonino quella che ha smosso la preoccupazione degli inquirenti e che ha portato al suo arresto immediato. L’infermiera killer, così è stata ribattezzata dai media, sarebbe vittima di uno scambio di voce, provocato da un errore nella trascrizione delle intercettazioni dei NAS. A svelare l’arcano, riporta il Messaggero, è stata la Bonino stessa in fase di interrogatorio, come confermato dal suo avvocato. Il legale Cesarina Barghini ha sottolineato infatti che le voci udibili nella registrazione sono “ben distinte e non solo la frase non è di Fausta Bonino, ma ascoltando l’audio integrale si capisce che la frase era stata detta da una terza persona“. La Bonino aveva richiesto espressamente di poter consultare l’audio integrale delle intercettazioni, motivo che ha comportato il prolungamento dell’interrogatorio. Il suo avvocato ha già presentato il ricorso al riesame contestando l’arresto ed integrerà la richiesta di scarcerazione sottolineando che c’è stato un errore di trascrizione. E non sarebbe l’unica perché Fausta Bonino sarebbe stata accusata anche di aver detto altre frasi, tutte rilevate come significative. Il legale ha ribadito invece che il tono della sua assistita è spesso e volentieri “ironico o paradossale” e che sono state travisate le sue parole. Fra queste ci sarebbe anche la famosa frase detta nel corso di una telefonata ad una collega nell’ottobre scorso in cui Fausta Bonino aveva detto con fare ironico “se avete da fa’ morì qualcuno, fatelo prima che rientri io perchè se l’unico giorno che sono rientrata me ne muoiono tre…“