Chiedono risposte i parenti dei pazienti morti all’ospedale di Piombino tra gennaio 2014 e settembre 2015. Per gli inquirenti sarebbe stata l’ “infermiera killer” Fausta Bonino ad ucciderli, iniettando loro Eparina, un farmaco anticoagulante in dosi massicce, anche fino a 10 volte superiori a quelle consigliate. Oggi i parenti delle vittime si sono ritrovati in ospedale e alcuni di loro sono stati intervistati da un giornalista di Rainews24. Uno di loro ha dichiarato al cronista: “Siamo sconcertati. Avevamo avuto qualche dubbio ma ora vogliamo delle risposte precise e definitive”. Ad essere increduli riguardo a quanto avrebbe commesso l’ “infermiera killer” sono anche gli operatori dell’ospedale teatro dei presunti omicidi. E pure i vicini di casa di Fausta Bonino che la descrivono come “una persona buona e normale”.
Sono increduli i vicini di casa di Fausta Bonino, l’ “infermiera killer” di 55 anni accusata dell’uccisione di 13 pazienti dell’ospedale di Piombino tra gennaio 2014 e settembre 2015. La donna è stata arrestata e deve rispondere di omicidio premeditato, continuato e aggravato dalla crudeltà. Ma nel quartiere popolare di Piombino in cui viveva, i negozianti sembrano non ricordarsi di Fausta Bonino. E i vicini di casa dell’ “infermiera killer” non riescono a credere a quanto accaduto. Intervistati da un giornalista di Rainews24 rispondono infatti così: “Era una persona buonissima, non mi sembra vero” e “Era una persona normale” e ancora “Sono dispiaciuta, anche per la famiglia”. Secondo le accuse Fausta Bonino uccideva i suoi pazienti iniettando Eparina, un farmaco anticoagulante in dosi massicce, anche fino a 10 volte superiori a quelle consigliate.
Poco alla volta emergono i racconti shock da parte delle famiglie delle vittime uccise da Fausta Bonino, l’infermiera killer arrestata con l’accusa di omicidio di 13 pazienti dell’ospedale di Piombino presso il quale lavorava. Tra gennaio 2014 e settembre 2015, le morti presso il suo reparto erano aumentate in modo sospetto ed oggi se ne spiegano i motivi. Fausta Bonino, 55 anni ed ora accusata di omicidio premeditato, continuato e aggravato dalla crudeltà, era stata in seguito trasferita in un altro reparto e questo aveva portato ad una riduzione dei decessi. Solo una coincidenza? Non esattamente: Fausta Bonino uccideva i suoi pazienti iniettando loro vere e proprie bombe di Eparina, un farmaco anticoagulante in dosi massicce, anche fino a 10 volte superiori a quelle consigliate. Tante le intercettazioni che emergono al termine di un lungo lavoro investigativo che ha portato all’individuazione di tutte e 13 le vittime e all’arresto dell’infermiera killer. In alcune, Fausta Bonino fa emergere tutta la sua personalità calcolatrice, come ad esempio quando, rivolgendosi ad una collega e parlando di una delle pazienti morte in circostanze sospette sosteneva: “L’hanno cremata, non possono fare riscontri, la faccenda è chiusa: la loro parola contro la nostra”, per poi ammettere di aver fatto finta di non sapere che la vittima fosse stata cremata e di aver suggerito agli investigatori una ormai impossibile autopsia. Ma Fausta Bonino in alcune intercettazioni è apparsa anche debole, confusa, pronta a crollare di fronte a quelle che oggi appaiono come vere e proprie confessioni: “Io sono sicura di me stessa, ma avrò mica dei momenti in cui non sapevo quello che facevo? Ho cominciato a dubitare di me stessa, ma ti rendi conto? Poi ho detto no…”. In altri momenti, infine, parlando con una collega l’infermiera appariva incredula di fronte ai vari decessi se non addirittura spaventata: “Me li sogno di notte, non è possibile che tutte queste persone muoiano quando ci sono io”. Ed ancora: “Mi fregano domani, mi mandano in galera”. Di fronte alle gravissime accuse, l’avvocato della donna, Cesarina Barghini, avrebbe dichiarato, come riporta “Il Tirreno”: “Per quello che ho potuto leggere per la stragrande maggioranza dei casi contestati l’unica prova è il fatto che lei fosse in servizio quando sono avvenuti i decessi. Un po’ poco per rovinare una persona per sempre”. Nel descrivere l’infermiera killer, alla quale è legata anche da un rapporto di amicizia, il legale l’avrebbe definita “una persona perbene”. Ed anche il nuovo primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Piombino, in lacrime avrebbe sottolineato la bravura e la professionalità di Fausta Bonino. Intanto, l’Asl Toscana nord ovest avrebbe non solo contattato telefonicamente le famiglie delle 13 vittime esprimendo la propria vicinanza ed il dispiacere per quanto accaduto, ma avrebbe anche inviato loro una lettera nella quale il direttore dell’ospedale si rende disponibile ad incontrare e collaborare in modo trasparente.