Questa sera a Le Iene Show si torna a parlare dell’uranio impoverito, uno dei temi di grave emergenza mondiale che affligge eserciti e civili da 50 anni a questa parte dopo ogni conflitto mondiale, nazionale e civile. Gaetano Pecoraro ci parlerà della possibilità finalmente di una legge contro l’uranio impoverito dopo l’ennesimo caso scoppiato dopo la morte di Gianluca Danise. Il “bollettino di guerra” purtroppo si aggiorna anno dopo anno: a dicembre la morte di Danise, incursore dell’Aeronautica, che era stato in tante missioni all’estero: Kosovo, Albania, Eritrea e Afghanistan, oltre a Iraq e Gibuti. Ecco le sue parole durante l’ultimo periodo nello strazio della malattia, pubblicate dal Corriere della Sera: «Ho paura di morire e non poter dare un futuro a mia moglie e mia figlia. Ho paura di morire prima di aver sistemato la maledetta burocrazia militare e civile. Vedevamo gli americani bardati in quel modo e ci chiedevamo perché andassero in giro così, sembravano marziani davanti ad un virus, pensavamo esagerassero loro». Invece la triste realtà torna di attualità nel 2010, quando inizia la sua malattia: «è toccato a me, è partito tutto da un mal d’orecchi e mi si è stravolta la vita».
Sono 43 le sentenze di risarcimento espresse a favore dei militari -e delle rispettive famiglie- ammalati durante le missioni all’estero a causa dell’uranio impoverito. Il problema raffigura uno degli scenari più neri a livello mondiale che ha colpito le forze armate d’Italia e che verrà trattato in un servizio di stasera de Le Iene Show, grazie all’intervento dell’inviato Gaetano Pecoraro. Il Corriere riporta il bilancio di oltre 3700 malati e di 330 morti ed è su questo che si dovrà concentrare la quarta commissione parlamentare indetta per promuovere una legge a riguardo. La sostanza, anche se in quantità infinitesimale, è presente all’interno dei proiettili destinati all’artiglieria pesante e che sono stati impiegati in tutte le missioni più recenti, a partire da quella dei Balcani fino a quella recente in Afghanistan. Il proiettile fatto con l’uranio impoverito, tecnicamente l’U238, è in grado di perforare le corazze dei tank, ma il calore prodotto è così elevato che il metallo viene nebulizzato in particelle dannose che provocano successive masse tumorali. Il passo successivo, nei casi più gravi, è la morte. Molti dei reduci delle missioni NATO si sono ammalati a causa degli effetti dell’uso di questo tipo di proiettile e sono state intentate diverse cause, condotte fra tribunali civili ed amministrativi. Delle 43 sentenze emesse, solo 20 hanno ricevuto l’indennizzo previsto, pari al milione di euro nel caso dei decessi. E’ anche il caso di Gianluca Danise, incursore dell’Aeronautica italiana che nel 2010 aveva scoperto di essere una delle vittime dell’uranio impoverito e che ha comportato la sua morte, avvenuta nello scorso dicembre. La quarta commissione parlamentare, presieduta da Gian Piero Scanu, deputato PD, è iniziata a febbraio ed ha annunciato che terminerà l’istruttoria entro giugno. La svolta c’è stata mercoledì scorso, quando si è resa innegabile la connessione fra i proiettili creati con l’U238 ed i tumori, evidenziata da una perizia dal presidente dell’Associazione italiana di radioprotezione. Secondo Giorgio Trenta infatti è “deve essere ricordata la responsabilità di tale proiettile nel generare le nanopolveri che sono in effetti la vera causa dell’induzione di molte forme tumorali. In conclusione si può affermare che l’uranio depleto è il mandante e le nanopolveri l’esecutore“.