A Le Iene Show Luigi Pelazza ha proposto il video ”Lavorare in nero per lo Stato”. Un servizio che fa riflettere molto e ci lascia la possibilità di capire come vanno determinate cose nel nostro paese. Sulla pagina ufficiale di Facebook della trasmissione viene pubblicato il video del servizio per dare possibilità di commentare direttamente sulla pagina. Il post dice: “Paolo lavora da diciassette anni per un ufficio comunale, ma lo Stato non gli ha mai versato i contributi nè le imposte di legge e non è l’unico. Luigi Pelazza ha incontrato i Lavoratori Socialmente Utili, disoccupati con sussidio che lavorano praticamente in nero per lo Stato”, clicca qui per il video e per i commenti.
Tra denunce dei lavoratori e stabilizzazioni di precari. Stasera nella trasmissione Le Iene Show, in onda su Italia Uno, l’inviato Luigi Pelazza si occuperà di questa categoria di lavoratori. La normativa risale al 1981 allo scopo di reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro, offrendo loro un’attività di pubblica utilità. Nel servizio si parlerà dei casi in Sicilia di lavoratori che non ricevono né uno stipendio né i contributi necessari per la pensione. Ma sempre nell’Isola, per quanto riguarda i lavori socialmente utili ci sono stati anche casi di assunzioni. Come riporta infatti il Giornale di Sicilia, a fine marzo 84 lavoratori in servizio al Comune di Sciacca da circa un ventennio hanno firmato il loro primo contratto di lavoro a tempo determinato. Fino a quel momento i lavoratori socialmente utili avevano percepito soltanto un sussiduo dalle casse comunali e la firma dei contratti è stata la conseguenza dei “piani di stabilizzazione approvati dalla giunta municipale lo scorso fine anno dopo il finanziamento concesso dal Ministero del Lavoro”.
Si parlerà di lavori socialmente utili questa sera a Le Iene Show, la trasmissione in onda su Italia Uno. Sarà l’inviato Luigi Pelazza ad occuparsi di questa categoria di lavoratori istituita nel 1981 tramite una norma ideata per reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro, offrendo loro un’attività con fine di pubblica utilità. L’impegno di questi lavoratori in tali progetti sarebbe dovuto essere temporaneo, dai 6 ai 12 mesi, ai quali sarebbe dovuta seguire l’assunzione o una nuova ase di reinserimento. Di proroga in proroga, però, dopo 30 anni migliaia di persone disoccupate sono inquadrate tuttora come lavoratori socialmente utili. L’inviato intervista diverse persone che da oltre 15 anni svolgono funzioni amministrative e tecniche all’interno di alcuni Comuni siciliani, con tanto di bagde e postazione di lavoro fissa, ma che risultano disoccupate e ricevono un sussidio di disoccupazione inferiore ai 600 euro. I lavoratori socialmente utili raggiunti dalla Iena contestano il fatto che non verrebbero trattati al pari dei loro colleghi perché il Comune non paga loro né uno stipendio né i contributi necessari per la pensione. Per avere spiegazioni in merito, Pelazza si reca presso la Regione Sicilia.
E’ cambiata da poco la normativa sui lavori socialmente utili. Di alcuni casi di lavoratori in Sicilia “senza stipendio né contributi pensionistici” si occupa stasera la trasmissione di Italia Uno Le Iene Show. Istituita nel 1981, la norma intendeva offrire tutela ai lavoratori sospesi dall’attività, ovvero in cassa integrazione straordinaria. Negli anni poi, come ricorda la ‘Legge per tutti’, il portale di informazione e consulenza legale, i lavori socialmente utili sono stati estesi anche ai lavoratori in mobilità, ai disoccupati da oltre 24 mesi, ai percettori di prestazioni previdenziali, agli inoccupati in cerca di prima occupazione ed ai disoccupati del settore edile. Dal 2000, visto il boom di utilizzatori, sono stati bloccati i nuovi accessi a questo tipo di tutela ed è stato stabilizzato chi era già stato inserito nei progetti di LSU. Ma, si legge sul portale, dal 24 settembre 2015 la vecchia normativa sui lavori socialmente utili è stata abrogata ed è stata creata una sorta di “nuova disciplina LSU”: “è stato infatti previsto che i titolari di trattamenti di integrazione salariale, in costanza di rapporto di lavoro, possano essere chiamati a svolgere attività di pubblica utilità nel territorio del comune di residenza. Continua invece ad applicarsi la precedente normativa ai progetti approvati prima del 24 settembre 2015”. (clicca qui per l’approfondimento sulla nuova normativa)