Il giorno dopo la controversa puntata di Porta a porta, come previsto si è scatenata la bufera. L’amministratore delegato della Rai Dall’Orto è stato sentito dalla Commissione anti mafia promettendo che dal primo settembre prossimo “bisognerà riuscire ad avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano”. Ha poi detto che si è deciso di mandare in onda l’intervista con il figlio di Totò Riina perché si è ritenuto “ritenuto che l’intervista fosse giornalisticamente difendibile e potesse contribuire ad aumentare il confronto rispetto al racconto intorno alla mafia”. Del tutto contraria alla presenza del figlio di Totò Riina in televisione si è detta Monica Maggioni presidente della Rai mentre Rosy Bindi presidente della commissione anti mafia si è chiesta se Salvo Riina non abbia lanciato messaggi mafiosi in codice durante la sua intervista: “E’ evidente che il perimetro delle domande sia stato fissato da Riina, figlio di un capo di Cosa Nostra che ancora mesi fa dal carcere mandava messaggi di morte”.
Il ministro dell’interno austriaco in visita a Roma, ha ipotizzato la chiusura del Brennero, la principale via di comunicazione tra Italia e Austria, se non verranno ridotti i flussi migratori. In Italia, ha detto, il prossimo anno potrebbero arrivare oltre 300mila persone, il doppio di quelle che arrivano oggi: “Non si tratta di profughi siriani, ma di persone del nord Africa che non hanno diritto all’asilo”: Parole dure e minacciose che sottolineano la crisi epocale che le istituzioni europee stanno vivendo. “Come fatto coi Paesi della rotta balcanica, Slovenia, Croazia e Macedonia, vogliamo informare anche l’Italia delle misure che intraprenderemo, se vi sarà un flusso incontrollato di migranti dall’Italia all’Austria” ha aggiunto.
Confermata la data ufficiale della visita, in giornata, di papa Francesco nell’isola di Lesbo dove si trovano migliaia di migranti fuggiti illegalmente dalla Turchia e che adesso, secondo le disposizioni delll’Unioen europea, dovrebbero essere rimandati indietro. A Lesbo sarà ricevuto dal patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I. Ci saranno anche il presidente greco e il primo ministro Tsipras. Il viaggio fa parte delle trasferte in luoghi di sofferenza che Francesco ha deciso di fare una volta al mese durante l’anno giubilare della Misericordia.
Nuovo rapporto dell’Istat sullo stato della nostra nazione e i dati che si leggono non sono belli per niente. Il Sud Italia ha un Pil che è la metà del resto del paese, ad esempio, cioè di 16.761 euro contro i 30.821 che si registrano nel nord ovest e i 29.734 del nord est. Solo un laureato su quattro ha lavoro, si legge poi, e gli italiani sono sempre più vecchi. Sono cose che si sapevano, ma si spera sempre che un nuovo rapporto segnali qualche positivo cambiamento invece no: l’Italia è un paese che sta morendo. Al 1 gennaio 2015 in Italia per ogni 100 giovani ci sono 157,7 anziani e ogni 100 lavoratori ce ne sono 55,1 che non sono più in età lavorativa. Non ci si sposa quasi più: 3,2 matrimoni ogni mille abitanti, uno dei dati più bassi dell’Unione europea. E non si fanno quasi più figli: 1,37 per donna mentre il minimo per avere un ricambio generazionale è di 2,1.
Andata in onda come previsto l’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio di Totò, il più importante boss mafioso di sempre. Questo nonostante le forti polemiche, ad esempio di politici quali Rosy Bindi che hanno parlato di negazionismo della mafia o della vedova Falcone che si è detta costernata. Salvo Riina ha presentato il suo libro biografico e ha risposto alle domande di Vespa senza parlare di mafia, ma solo del padre come ogni figlio farebbe nei confronti del padre: non sono io a doverlo giudicare, ha detto. E a proposito dei tanti uccisi per ordine del padre ha detto di avere rispetto per tutti i morti. E’ entrato nei dettagli una volta sola, a proposito della morte di Giovanni Falcone: “Ricordo il fatto, avevo 15 anni, eravamo a Palermo e sentivamo tante ambulanze e sirene, abbiamo cominciato a chiederci il perché è il titolare del bar ci disse che avevano ammazzato Falcone, eravamo tutti ammutoliti. La sera tornai a casa, c’era mio padre che guardava i telegiornali. Non mi venne mai il sospetto che lui potesse essere dietro quell’attentato”. Oggi intanto la Commissione anti mafia ha convocato il presidente della Rai e il direttore generale. clicca su questo link per la notizia approfondita
Ci vorranno mesi, dicono gli esperti, prima che da quel che poco che resta del cadavere di Lidia Macchi, riesumato di recente, si possa capire se è possibile trovare tracce del suo assassino. Una è già stata trovata: un capello. Adesso è da capire di chi si tratta, probabilmente uno dei familiari della ragazza massacrata a coltellate nel gennaio 1987 o un capello della stessa. Inoltre aprendo la bara ci si è imbattuti in un problema inaspettato: i resti di Lidia giacevano in circa venti centimetri di acqua, una infiltrazione del terreno che è entrata nella cassa, forse difettosa. Intanto l’unico sospettato e arrestato, Stefano Binda, continua a trincerarsi nel silenzio. Si è dichiarato innocente e poi non ha detto più nulla, da mesi rinchiuso in carcere.
È forse la prima vera contestazione violenta, quella che oggi a Napoli ha colpito il presidente del consiglio Renzi. Al suo arrivo a Napoli, dove doveva presenziare un vertice per il rilancio dell’area di Bagnoli, un centinaio di manifestanti ha letteralmente messo “a ferro e fuoco” il lungomare, ingaggiando una violentissima battaglia con le forze dell’ordine, schierate a protezione del corteo presidenziale. Carabinieri e polizia, che sono sembrati ottimamente preparati all’assalto, hanno reagito facendo uso di idranti, e pur senza effettuare cariche sono riusciti a respingere i violenti. Undici poliziotti feriti, gli stessi sono stati medicati nei nosocomi napoletani, e a quanto si apprende non rischiano lesioni permanenti. Successivamente oltre duemila persone hanno sfilato pacificamente, per protestare verso l’azione del governo. Nessuna dichiarazione è giunta da Renzi, se non la soddisfazione di “contribuire alla riqualificazione” di un area, lasciata da decenni al suo totale degrado.
Questa volta Bruno Vespa l’ha fatto grossa. Il suo invito a Salvo Riina figlio del famoso capo mafia Toto, ha di fatto unito nella protesta, tutte le parti politiche. Durissima Rosy Bindi che da presidente della Commissione parlamentare Antimafia ha minacciato la convocazione del presidente della Rai. Proteste anche dalla sorella di Falcone, nonché dal presidente del Senato, Pietro Grasso, ex magistrato e amico intimo del giudice Falcone. Da parte sua Vespa ha dichiarato di non capire il “senso delle polemiche”, egli si giustifica dicendo che l’intervista era in programma da molto tempo, ed era stata autorizzata dai vertici della Rai. Il figlio di Riina dovrebbe essere intervistato sul suo nuovo “lavoro letterario”, un volume che ripercorre “l’essere uomo” del padre.
Quando i giochi sembravano fatti arriva l’incognita. È questo il senso delle ultime votazioni alle primarie statunitensi, primarie che dovranno decidere chi saranno i candidati destinati a novembre, a contendersi la poltrona di uomo più potente del mondo. In casa repubblicana per la prima volta Cruz supera nei sondaggi Trump, il magnate americano che vede l’avversione della dirigenza del suo partito, è sembrato ultimamente in evidente difficolta, e sono in molti a sperare che questo vantaggio possa aumentare, in maniera tale da estromettere dai giochi il “tycoon” newyorchese. In casa democratica Sanders continua la sua striscia di vittorie, e se la Clinton sembra saldamente in testa, una certa preoccupazione si inizia ad avvertire nell’enclave dell’ex segretario di stato, che nell’imminenza delle prossime primarie ha deciso di aumentare i fondi per gli spot elettorali televisivi.
Non accenna a placarsi la polemica che vede una serie di dichiarazioni al vetriolo, tra le dirigenze delle squadre di Juve e Napoli. Da una parte i partenopei arrabbiatissimi, per le quattro giornate di squalifica comminate al capo cannoniere della serie A Gonzalo Higuain, dall’altro la famiglia Agnelli, che non fa altro che sottolineare come nel passato molti sono stati i giocatori bianconeri a subire lo stesso trattamento. E mentre le due dirigenze “se le suonano” a colpi di comunicati stampa, sul web impazza l’ironia dei tifosi juventini, prontissimi ad accusare i campani di praticare un vittimismo esasperato, in cui calcisticamente sono maestri.