È ricordato in molti modi, all’interno della venerazione cristiana, ma il suo titolo principale e più importante è quello di patrono dei congressi eucaristici e delle Società della SS. Eucarestia. Questo santo infatti nacque e visse nel XVI secolo in Spagna, in un periodo in cui erano sorte molte eresie che non credevano nella santità del sacramento dell’Eucarestia. Egli invece, da illetterato che era, divenne teologo e scrittore per difendere il Sacro Corpo di Gesù. San Pasquale nacque il 16 maggio 1540 a Torre Hermosa. Quel giorno era pentecoste e per questo i suoi genitori lo chiamarono Pasquale, poichè in spagnolo la pentecoste si chiama Pascua de Pentecostès. La sua famiglia era di pastori e quindi anche san Pasquale, da ragazzino, si dedicò a questa occupazione, tanto che ancora oggi nelle sacre immagini è spesso raffigurato a capo di un gregge di pecore. Però fin dalla più tenera età san Pasquale sentì vivo il richiamo di Cristo: si rammaricava spesso di dover passare tante ore al lavoro e non poter andare più spesso in Chiesa. Fu così che maturò la volontà di entrare in convento, e a 18 anni chiese di essere ammesso a quello di Santa Maria di Loreto. A quel tempo la sua richiesta fu respinta, forse perché era ancora troppo giovane. San Pasquale non si arrese. Quando un ricco signore del posto si offrì di adottarlo e di farne suo erede, lui declinò la proposta, visto che il suo desiderio era ancora quello di dedicarsi alla vita consacrata. Fu qualche anno dopo, quando aveva 24 anni, che finalmente san Pasquale venne ammesso in convento e iniziò il suo pellegrinaggio di laico francescano. Si sentiva infatti indegno di ricevere i sacri voti, ma questo non diminuì il suo zelo o il suo impegno nel suo ruolo. Iniziò a farsi ben volere da tutti per la sua disponibilità, e fece molti miracoli e prodigi. Nel 1576 gli fu affidato un incarico molto pericoloso: dovette recarsi in Francia, che era all’epoca prevalentemente calvinista. Riuscì però a portare egregiamente a termine il suo compito, dedicandosi nel frattempo a ciò che più gli stava a cuore, ovvero l’esaltazione e la difesa della SS. Eucarestia. Imparò a leggere e scrivere e redasse testi in cui comprovava la reale presenza di Gesù nel pane e nel vino. Il suo impegno fu costante e infaticabile, ma il suo corpo si ammalò presto, per via delle fatiche e delle mortificazioni a cui lo sottoponeva. Aveva appena 52 anni quando si dice che san Pasquale ebbe una visione in cui gli veniva annunciata la prossima ora della sua morte, cui lui si apprestò lietamente. Morì il 17 maggio 1592; casualmente, anche quel giorno era Pentecoste. L’agiografia del santo racconta che il suo corpo esanime, durante la messa del suo funerale, aprì gli occhi per fissare un’ultima volta su questa terra l’Ostia tenuta in mano dal sacerdote. Il corpo di san Pasquale venne sepolto a Villareal, dove egli si trovava al momento della morte. San Pasquale fu canonizzato da papa Alessandro VIII nel 1690. La sua memoria liturgica si celebra il 17 maggio, giorno della sua morte e della sua ascesa al Paradiso.
Fu proclamato patrono delle opere eucaristiche nel XIX secolo da papa Leone XIII, ma è conosciuto anche come il protettore delle donne nubili, che sono solite invocarlo. Egli è anche il protettore dei pasticceri, visto che una leggenda molto diffusa lo vuole inventore dello zabaione. La sua figura è venerata non solo in Spagna ma anche in Italia, specie a Napoli. A Nocera Superiore (in provincia di Salerno) durante la sua festa si svolge il Concorso Internazionale dei Madonnari. A Laviano, nella Bassa Irpinia, in passato in onore del santo si svolgeva una grande fiera di bestiame, ancora oggi viene portata in processione la sua statua del settecento.
Il 17 maggio si ricorda anche la memoria di san Vittore martire, di santa Restituta, di santa Giulia Salzano e del Beato Bernardo da Verdun.