“Spero che l’essere umano si estingua così che i gorilla e le altre creature del mondo animale possano finalmente regnare in pace”. Più di mille “mi piace” su twitter nel giro di un’ora a questo post. C’è da chiedersi se il tizio che ha postato quel tweet è consapevole che anche lui farà parte degli estinti e non potrà godere del meraviglioso regno degli animali che, come in un film della Disney, renderà la Terra un paradiso. E’ una delle tante reazioni alla notizia del gorilla dello zoo di Cincinnati ucciso dopo che un bambino era finito nella sua gabbia. Ucciso ovviamente perché in quei pochi secondi di tempo disponibile nessuno poteva sapere che conseguenze ci sarebbero state. I responsabili dello zoo hanno inutilmente cercato di spiegare che se avessero usato un tranquillante, ci sarebbero voluti minuti prima che facesse effetto e in quel lasso di tempo nessuno poteva sapere cosa avrebbe fatto il gorilla. Qualcun altro ha postato che se “il bambino fosse stato ucciso dal gorilla, non sarebbe stata colpa del gorilla. Piuttosto degli stupidi genitori che meriterebbero di finire in pasto ai leoni”. In ogni caso, sembra di capire, gli esseri umani meritano solo di riempire la pancia degli animali. Che sono buoni e sono meglio degli esseri umani, un ritornello che si sente da tempo. Certo, a nessuno fa piacere che un animale, in questo caso un gorilla, venga ucciso. Già la vita negli zoo, quei pochi che ancora esistono, non è per loro piacevole. Sta di fatto che si sta propaganda da tempo alla velocità della luce una sorta di neo paganesimo, in cui gli animali sono creature da venerare e gli uomini una razza inferiore che merita di scomparire.
Nessun animale, come fa l’uomo, uccide per il piacere di farlo, dicono. Probabilmente è vero. E’ anche vero che ogni anno si registrano circa 50 milioni di aborti al mondo, feti già sviluppati strappati dal ventre materno a pezzi, con tenaglie e forbici che li fanno a pezzi membro per membro: prima un braccino, poi una gambina, poi la testolina. Ma avvengono al chiuso delle mura ospedaliere, non all’aperto davanti agli occhi di tutti come il gorilla di Cincinnati. Che probabilmente è vero non avrebbe ucciso il bambino, ma che nel dubbio gli assistenti dello zoo hanno fatto bene a uccidere. Se la vita umana conta ancora qualcosa. Ma oggi sembra che la compassione vada tutta per gli animali mentre i bambini che muoiono nel mare o sotto le bombe, be’, sono affari loro.
(Paolo Vites)