Il Giubileo continua con una Veglia di preghiera indetta dal Santo Padre in occasione, ieri, della giornata dell’Ascensione del Signore. Sono moltissimi i problemi del mondo dinnanzi ai quali non si può che versare lacrime amare appellandoci alla presenza dello Spirito Santo. Ed è proprio quest’ultimo che il Papa richiama in mezzo ai fedeli accorsi per ascoltare le sue parole. Poiché, vista la sofferenza che perpetua sulla terra, un intervento dello Spirito Santo potrebbe calmare le anime, renderle pacate e riportare la pace sulla Terra, nel cuore degli uomini. Sono proprio queste le parole che Francesco pronuncia dinnanzi ai fedeli, sperando che Dio illumini la mente degli uomini, dando loro modo per trovare azioni e parole confortevoli. Perché ci doni l’Amore necessario per vivere accettandosi gli uni con gli altri, con la coscienza di non essere soli.
Egli, stando alle parole del Pontefice, non ci ha mai lasciati. Egli è sempre pronto per entrare nei nostri cuori e renderci delle persone migliori, per costruire un mondo migliore di quello in cui viviamo. Il Padre Onnipotente stando alle parole del Papa, non ci ha mai abbandonati. Questo anche per via della promessa del Signore Gesù, quando disse che in ogni situazione di vita sarebbe stato vicino. Egli ci ha promesso che ci avrebbe aiutati e sostenuti, confortandoci nel momento del bisogno. Ed Egli mantiene sempre la Sua parola.
Per questo, in giorni pieni di sofferenza e tristezza, quando siamo malati oppure proviamo nel nostro cuore il dolore di una perdita, possiamo cercare la consolazione. In questi momenti di forte sofferenza vogliamo che qualcuno ci stia vicino, dimenticandoci che Lui c’è sempre vicino a noi. All’inizio, – ha continuato il Santo Padre, – possiamo essere disorientati, confusi. Sotto shock, non sappiamo cosa fare provando dolore nel profondo della nostra anima e nel nostro spirito. Basta, però, davvero poco per rinascere. Basta chiedere e lasciare che sia Lui a confortarci. In quel sentimento caotico, quando tutto sembra cadere e la ragione non diviene in grado di darci un orientamento preciso nel mondo.
Sono queste a doverci guidare nei momenti più difficili, secondo il Papa. Poiché esse sono capace d’illuminare il mistero che ci circonda durante il nostro dolore, in quella solitudine sempre più grigia e buia. Le ragioni del cuore ci illuminano quando vediamo i volti in sofferenza. Esse ci spingo verso la fraternità, aiutando i bisognosi e donandoci gli uni agli altri. E’ questa vicinanza del Signore che ci spinge ad amare, e accettandola non potremo che essere amati anche noi. Francesco ha poi continuato la sua riflessione, spiegando che abbiamo bisogno della Misericordia che viene dal Signore. Questa è la nostra povertà, ma anche la nostra grandezza – ha spiegato il Papa.
Noi possiamo provare conforto e compassione perché il nostro Salvatore li ha provati. Anche lui ha provato il dolore di questo mondo, facendoci comprende una piccola, ma sostanziale verità: non siamo soli. E mai lo saremo. Il Papa quindi è passato a spiegare il passo del Vangelo in cui Gesù incontra Maria. Questa è sofferente per la morte del suo fratello, Lazzaro. Il Salvatore così da conforto a Maria, piangendo Egli stesso. Gesù partecipa al dolore delle persone a lui care. Egli è sempre vicino alle persone. Egli le ama come ama sé stesso. Ama anche dopo il tradimento di Gesù e di Pietro. Come spiega anche il Papa, se Lui ha pianto per gli altri, anche io posso farlo. Rendersi partecipe del dolore e della sofferenza ci eleva. Questo ci permette di sentirci migliori. E la nostra sofferenza, le nostre lacrime non possono essere senza risposta: come Egli conforta, così noi possiamo confortare e sentirci confortati.
In questi momenti emerge il Suo cuore, e la Sua preghiera commossa si leva al Padre. Ecco, – ha detto il Papa, – la vera medicina. La preghiera. In essa noi sentiamo la presenza di Dio vicino a noi. Così Gesù, vicino a Lazzaro, ringrazia Dio per averlo ascoltato. Questa è anche la certezza di cui abbiamo bisogno noi: la certezza di essere sempre ascoltati dal Padre. Grazie a questa convinzione, l’amore trasforma la sofferenza in vittoria. L’amore ci dà la convinzione che un giorno saremo insieme alle persone perdute, ai nostri cari, in una eterna sorgente d’amore e di vita. Il Papa poi termina, ricordando che vicino a noi, alle nostre sofferenze, c’è anche la Madre di Dio. Lei ci aiuta a rialzarci e asciuga le nostre lacrime di dolore.