San Germana di Pibrac, il cui nome vero era Germana Cousin, fu una donna che visse in estrema umiltà di spirito e accettazione delle sofferenze poste dalle vita. Ella nacque a Frouzins, vicino Tolosa, nel 1570. La sua famiglia, di umili origini, viveva con il frutto del lavoro operaio. San Germana nacque con una deformazione congenita al braccio destro che ne limitava i movimenti. Durante l’infanzia, fu colpita da scrofolosi, una tremenda malattia che ne deturpò il viso per sempre. Come si può immaginare, vivendo in un’epoca di grave carenza culturale, la bambina fu emarginata dai suoi coetanei che ne stavano lontani. Ma questo fu solo uno dei dispiaceri della sua giovane vita. All’età di cinque anni, infatti, la madre morì. Il padre si risposò con un’altra donna che non vide di buon occhio san Germana anche per via delle deformazioni che si portava dietro. Nel suo animo, però, ella viveva ogni giorno con la rassegnata accettazione della sofferenza. Nonostante tutto, infatti, crebbe la sua fede in Dio e nella Madonna. Cominciò a frequentare la chiesa del paese e apprendere quanto le veniva insegnato sulla religione cattolica. Ogni giorno andava, per volere della matrigna, a pascolare il gregge e si fermava a dormire nella stalla su un letto fatto di cenci. Il 15 giugno 1601, all’età di trent’anni, non portò il gregge al pascolo e non andò a messa. Morì sola, quasi come se si fosse dolcemente addormentata.
La vita di san Germana Cousin, oggi chiamata anche Germana di Pibrac, fu scandita da sofferenza e accettazione della sua triste condizione. San Germana, però, dedicò la sua vita agli altri, soprattutto ai fanciulli, suoi coetanei, che avevano bisogno di carità e raccoglimento. Ella amava circondarsi di bambini e intrattenerli parlando di Dio e della Madonna. Avvicinarsi all’istruzione, per via della sua condizione familiare, era impensabile. Nonostante questo, però, riusciva a coinvolgere i ragazzi nei suoi discorsi e ben presto aumentò il numero dei suoi seguaci. Nel paese la chiamavano la bigotta ma a lei non importava.
San Germana è considerata patrona dei pastori, dei pellicciai e della gioventù a rischio. Dopo la sua morte, avvennero numerosi miracoli alla gente del luogo. Il suo corpo fu riesumato dopo 40 anni dalla sua morte ed era ancora intatto. In funzione di ciò, cominciò un processo di canonizzazione e venne dichiarata beata nel 1854. In seguito, il 29 giugno 1867 venne canonizzata da Papa Pio IX. La Basilica di Santa Germana di Pibrac è una chiesa francese che sorge proprio a Pibrac, nell’Alta Garonna. Essa venne eretta in suo onore all’inizio del ‘900, sul luogo in cui sorgeva un’antica cappella eretta dai suoi concittadini molti decenni prima.
Oggi, i pellegrini usano recarsi, ogni anno presso le spoglie della santa. I festeggiamenti durano tre giorni. Il primo giorno spoglie della san Germana Cousin vengono portate in processione dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena di Pibrac, dove vengono custodite durante il resto dell’anno, in Basilica. Oltre che in Francia la santa viene festeggiata anche a San Cataldo città di cui è patrona. Il giorno della festa, prima viene celebrata la messa, quindi si procede in una fiaccolata che culmina con un momento di divertimento con i bambini. A Pibrac, ogni anno c’è un raduno di giovani che ripropongono alcuni passi del Vangelo in forma di laboratori animati. La chiesa la ricorda il 15 giugno, giorno della sua morte.
Insieme a san Germana Cousin vengono ricordati anche: Santa Barbara Cui Lianzhi Martire, Santa Benilde di Cordova Martire, San Bernardo di Aosta, Sant’ Esichio di Durostoro Martire, Beati Giovanni Rodriguez e Pietro da Teruel Mercedari, Sant’Isfrido di Ratzeburg Vescovo, San Landelino Abate.