Potrebbero forse essere vicine alla chiusura le indagini sul delitto di Trifone e Teresa, i due fidanzati uccisi a Pordenone oltre un anno fa. Accusato del duplice omicidio Giosuè Ruotolo, il militare 26enne di Somma Vesuviana ed ex commilitone di Trifone Ragone. E ora le accuse a suo carico sarebbero in via di conferma, come sostiene la criminologa Roberta Bruzzone. Secondo la Procura di Pordenone ad uccidere Trifone Ragone e Teresa Costanza sarebbe stato proprio Giosuè Ruotolo all’uscita della palestra il 17 marzo 2015. La Bruzzone scrive a proposito che “secondo il gip Ruotolo avrebbe ucciso ‘nell’indifferenza e nell’assenza di un qualsiasi senso morale’ e a fronte di una ‘elevata capacità criminale'”. E dunque questo potrebbe essere un elemento per confermare le accuse a carico del militare. Resta indagata con l’accusa di favoreggiamento la fidanzata di Ruotolo, Rosaria Patrone.
Ad un anno e tre mesi dal delitto di Pordenone, nel quale persero la vita i due fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza, è ancora giallo sulle dinamiche e sul reale movente. Dallo scorso 7 marzo a finire in manette con l’accusa di aver commesso l’atroce duplice omicidio fu Giosuè Ruotolo, il militare 26enne di Somma Vesuviana ed ex commilitone (oltre che inquilino) di Ragone. Nel mirino degli investigatori anche la fidanzata Rosaria Patrone, la quale dopo alcuni giorni ai domiciliari, pur restando indagata per favoreggiamento, è tornata in libertà. Intanto, le ultime novità rese note dalla criminologa Roberta Bruzzone tramite le pagine del settimanale “Giallo” parlano di una ormai chiusura imminente delle indagini che vedrebbero confermare tutte le accuse a carico di Giosuè Ruotolo. La Procura di Pordenone, in merito, non avrebbe alcun dubbio: ad uccidere Trifone e Teresa, la sera del 17 marzo 2015, all’uscita dalla palestra fu proprio Giosuè Ruotolo. “Secondo il gip che ha disposto la misura cautelare (confermata in sede di riesame) – scrive la Bruzzone – Ruotolo avrebbe ucciso ‘nell’indifferenza e nell’assenza di un qualsiasi senso morale’ e a fronte di una ‘elevata capacità criminale'”. Se l’inchiesta sulla morte di Trifone e Teresa sarebbe giunta, secondo la criminologa, alle sue battute finali, sarebbe invece ancora in corso l’indagine collaterale sull’arma del delitto di Via Interna, come invece riporta Il Messaggero Veneto. Uno degli interrogativi degli inquirenti riguarderebbe proprio il nome di colui che avrebbe fornito al killer della coppia uccisa a Pordenone la vetusta Beretta calibro 22 ritrovata nel lago del parco San Valentino. Sulla base della pista di possesso illegale di armi, nei giorni scorsi sarebbe stata indagata una persona, totalmente estranea al delitto di Trifone e Teresa. Come sappiamo, dal pc di Ruotolo emersero una serie di ricerche legate all’acquisto di un’arma. Nonostante questo, tra le ricerche comparirebbero anche parole come “mezzi blindati”, “mitragliatori”, “satanismo” che secondo la difesa del presunto assassino dei due fidanzati non avrebbero nulla a che fare con il delitto.