Viene festeggiato oggi, giovedì 9 giugno 2016, da tutti coloro che credono nella religione cattolica. Venne soprannominato il Siro perché scrittore di una lunga serie di opere nella lingua siriaca. Nato nel 306 nella città turca di Nisibis (oggi Nusaybin), sant’Efrem visse un’adolescenza piena di punti oscuri. Ciò che è certo è che si battezzò intorno ai diciotto anni. Si diceva inoltre che fosse figlio di un sacerdote appartenente al gruppo dei pagani, che avrebbe cacciato sant’Efrem di casa venendo a sapere della sua conversione al cristianesimo. In un’epoca di grande confusione sotto tutti i punti di vista, riuscì a distinguersi. Sant’Efrem entrò in convento e fu fatto subito diacono, prima di essere accolto come professore dal suo vescovo. Fin da giovane iniziò a comporre opere di ogni genere, dagli inni ai commentari, senza lasciare in secondo piano le poesie. Si definiva come un vero e proprio pastorello, mentre la sua comunità era considerata come un gregge. Sant’Efrem fece erigere la scuola di Nisibis e difese la sua città natale dai tentativi di invasione dei Persiani dopo la morte del sovrano Costantino I. La comunità elogiò la sua preghiera e considerò i suoi atti miracolosi. Il temibile Sapore II iniziò ad invadere tutti i territori circostanti e a distruggerli progressivamente, senza alcuna pietà. Sant’Efrem dovette spostarsi nella città turca di Amida e poi ad Edessa, continuando a diffondere il proprio credo in una comunità totalmente nuova. Inoltre, non smise mai di esercitare la sua professione di insegnante. Sant’Efrem intraprese anche un’aspra battaglia contro le eresie, prendendosela tra gli altri con gli ariani, i manichei e i marcionisti. I suoi inni furono fatti cantare da diverse voci femminili. Morì di peste il 9 giugno del 373 proprio ad Edessa, oggi appartenente al territorio turco di Sanliurfa. Sant’Efrem fu molto apprezzato dai vari popoli con i quali ha avuto a che fare grazie ad un carattere autorevole e ad opere di assoluto livello. Anche i greci onorarono il suo lavoro dopo la morte, mentre San Gerolamo riferì di aver riconosciuto addirittura il genio sublime dell’uomo in una delle sue molteplici traduzioni. Anche Teodoreto di Cirro e i pontefici Benedetto XV e XVI. A partire dal 5 ottobre 1920, fu proprio Benedetto XV ad assegnargli il titolo onorifico di Dottore della Chiesa.
Giovedì 9 giugno sarà anche la giornata dedicata ad altre commemorazioni per chi è di fede cristiana. Si festeggeranno infatti l’abate San Columba di Iona, il martire San Diomede, il sacerdote gesuita San Giuseppe de Anchieta, il vescovo San Massimiano di Siracusa, i martiri Santi Primo e Feliciano, il vescovo San Riccardo di Andria e l’altro martire San Vincenzo di Aquitania.