La Turchia attende una risposta dagli Stati Uniti dopo aver inviato il dossier per l’estradizione di Fethullah Gulen, lo studioso musulmano che vive in esilio in Pennsylvania e che è accusato dal governo turco di aver ideato il tentativo di colpo di stato fallito venerdì. Nel frattempo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è detto pronto a reintrodurre la pena di morte nel paese. La comunità internazionale ha condannato il tentativo di golpe, ma c’è preoccupazione per quanto sta accadendo in questi giorni in Turchia. Lo ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini, a margine della cerimonia del Ventaglio: «E’ inaccettabile questo giro di vite che sta accadendo, migliaia di persone arrestate arbitrariamente. Non e’ piu’ un modo di fare giustizia e chiarezza, questo e’ repressione ed e’ qualcosa di intollerabile per un paese che dice di voler entrare nell’Unione europea. Bisogna fare pressione sulla Turchia perche’ la giustizia sia fatta secondo il diritto».
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si scaglia contro i media internazionali che hanno visitato la Pennsylvania, dove risiede Fethullah Gulen, l’imam e magnate che è accusato dalla Turchia di essere il “regista” del tentativo di colpo di Stato fallito venerdì. «Ora, io vorrei chiedere a questi media: se avessero intervistato Bin Laden quando le torri gemelle sono state attaccate, cosa avreste pensato?», ha dichiarato Erdogan a Istanbul, dove intanto sono state rinviate a giudizio 278 persone con l’accusa di coinvolgimento nel tentato golpe in Turchia. Tra i sospettati ci sono 13 ufficiali e soldati di alto rango. L’accusa è di «crimine contro il governo» e di «essere membri di un’organizzazione terroristica armata». Altri 900 sospetti, invece, secondo l’Ufficio del procuratore capo di Istanbul, sono ancora sotto interrogatorio. I sospettai rischiano di essere puniti con l’ergastolo: lo stabilisce l’articolo 309 del Codice penale turco per chi venga riconosciuto colpevole di queste accuse.
La Turchia prova a mettere sotto pressione gli Stati Uniti dopo il tentativo di colpo di Stato fallito venerdì. Ci sono delle tracce radar che collegano la base di Incirlik alla rotta dei caccia dei golpisti: questo è l’unico elemento concreto nelle mani del presidente Erdogan per accusare l’alleato di aver avuto un ruolo nel tentativo di golpe. L’unico elemento forte che il governo turco possiede contro gli americani è, come riportato da La Repubblica, il decollo di almeno un aereo cisterna dalla pista di Incirlik. Il veivolo ha rifornito di carburante gli F-16 dei golpisti che hanno bombardato i palazzi del potere e che forse hanno provato anche ad eliminare lo stesso Erdogan. Il Pentagono ha replicato alle accuse spiegando che la cisterna in questione è partita dalla zona turca dell’aeroporto. Una parte della pista, infatti, è sotto controllo americano, mentre il resto è nelle mani delle autorità locali. La situazione resta comunque confusa, visto che i reparti statunitensi sono integrati con il comando turco, con cui lavorano fianco a fianco.
E’ ancora caos in Turchia, nonostante il tentativo di colpo di Stato di venerdì scorso sia fallito. Le purghe cominciano a preoccupare la comunità internazionale, che teme soprattutto il ritorno della pena di morte in Turchia. L’incompatibilità tra la pena capitale e il processo di adesione all’Unione Europea è stato evidenziato a più riprese, ma il presidente Erdogan, che aveva promesso di fare «pulizia all’interno di tutte le istituzioni dello Stato», alla Cnn ha spiegato che «ogni decisione spetta al Parlamento» e che approverà qualsiasi decisione. Non è in corso comunque solo un’ondata di arresti, ma anche di sospensioni di massa: 30 prefetti su 81 sono stati sospesi, mentre 8.777 dipendenti del ministero dell’Interno sono stati sollevati dal proprio incarico insieme a circa 8mila agenti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali. Il ministero delle Finanze ha sospeso 1500 impiegati in tutto il Paese per presunti legami con Fethullah Gulen, il predicatore islamico moderato che è diventato oppositore di Erdogan e a cui è stata addossata la regia occulta del tentato golpe. La tensione è ancora alta in Turchia. E le preoccupazioni internazionali crescono: in particolare quelle degli Stati Uniti, accusati da Erdogan di aver avuto un ruolo nel tentativo di golpe. C’è stato, ad esempio, un duro scambio tra John Kerry e il premier Yildirim: il segretario di Stato ha chiesto al governo turno di rispettare le istituzioni democratiche, ma Yildirim ha replicato minacciando una revisione delle relazioni con Washington, se non venisse estradato Fetullah Gulen, il quale dalla Penssylvania dichiara che il colpo di Stato sia una messa in scena servita per rafforzare Erdogan. Intanto le autorità americane hanno rimosso le restrizioni imposte sui voli con la Turchia. Come riferito dalle autorità dell’aviazione civile americana (Faa), le compagnie aeree americane non hanno più il divieto di volare, imposto nella notte di venerdì qualche ora dopo il tentativo di colpo di Stato.