È uno dei santi che viene ricordato tra i dottori della Chiesa, per la grande sapienza e conoscenza che esibì in vita, e in virtù dei molti scritti che ci ha lasciato. San Lorenzo era un frate dell’Ordine dei Cappuccini che visse nel XVI secolo e che con la sua predicazione ed il suo esempio riuscì a combattere le eresie. La sua memoria liturgica si celebra il 21 luglio, quello precedente alla sua morte. San Lorenzo fu battezzato Giulio Cesare e nacque nel 1559 a Brindisi. I suoi genitori erano Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella, che fin da quando Giulio era piccolo si stupivano della sua eccelsa bontà, che ne faceva una creatura quasi angelica. Ad otto anni iniziò a frequentare le scuole dei Padri Conventuali e già maturò in sè la decisione di seguire la strada del sacerdozio. Un evento imprevisto però complicò il suo percorso: perse dapprima il padre e poi la madre, restando orfano e trovandosi così, a soli quindici anni, in gravi difficoltà economiche. Decise pertanto di trasferirsi a Venezia, dove viveva uno zio che dirigeva la scuola privata dei Chierici di San Marco. Fu qui che si avvicinò all’Ordine dei Frati Cappuccini, fino ad entrare nel noviziato di Verona. Nel 1575 così vestì il saio dei francescani ed ebbe il suo nuovo nome, Lorenzo.
Nel 1582 fu ordinato sacerdote, e san Lorenzo dedicò quegli anni ad uno studio intenso della filosofia, della teologia, e soprattutto della Bibbia. Desiderandola conoscerla a menadito e non solo attraverso le traduzioni, il santo impiegava le sue notti ad apprendere l’ebraico, l’aramaico, e le lingue antiche, arrivando a padroneggiarle con tanta fluidità da potersi confrontare con i rabbini stessi. Una volta ricevuto il sacerdozio, la sua ascesa ai vari gradi della gerarchia ecclesiastica fu rapida, in quanto gli vennero affidati diversi incarichi importanti proprio in virtù della sua profonda cultura e anche della sua eloquenza. Pare infatti che fosse un predicatore eccezionale, non solo per la grande efficacia della sua parole, ma anche per la maestosità della sua figura e per la bella voce che possedeva. San Lorenzo diceva che quando iniziava a predicare tutto diventava facile, come se davanti a sè ci fosse stato un libro sulle cui pagine poteva leggere. San Lorenzo girò per l’Italia e l’Europa: agli inizi del 1600 fu mandato in Austria dove avanzava l’invasione turca. I turchi che lo vedevano muoversi sul campo di battaglia credettero che fosse uno stregone: sembrava immune ai colpi e alle pallottole, portava la sua benedizione e le sue cure ai feriti, teneva alta la croce, era infaticabile. Con il suo sostegno l’esercito invasore venne respinto, e San Lorenzo venne proclamato vicario generale dell’Ordine dei Frati Cappuccini. Nel 1604 il frate fece ritorno alla sua città natale, l’amata Brindisi, dove ordinò la costruzione di una nuova chiesa proprio nel luogo dove era sorta la casa in cui era nato, Santa Maria degli Angeli.
In seguito continuò il suo peregrinare, sempre instancabile, sottoponendo il suo corpo a flagellazioni e mortificazioni per maggior gloria di Dio. Si cibava in modo parco e amava celebrare la Messa: a volte le sue funzioni duravano ore intere, durante le quali egli cadeva in deliquio e in estasi. Nel 1618 gli fu comandato di recarsi in Spagna, a Lisbona, per esporre al sovrano Filippo III le rimostranze nei confronti delle vessazioni portate avanti dal vicerè di Napoli. Il sovrano non volle ascoltarlo, e il santo profetizzò che sarebbe morto entro due anni, cosa che puntualmente avvenne. Lo stesso san Lorenzo però era ormai molto provato: il suo corpo era piagato da molti mali, tra cui la gotta. Il 22 luglio del 1619 morì a Lisbona, forse avvelenato. Il suo corpo fu imbalsamato e traslato a Villafranca, in Galizia, dove le suore lo conservano e venerano ancora oggi. Il frate fu beatificato nel 1783 da Pio VI, canonizzato nel 1881 da Leone XIII, e infine proclamato Dottore della Chiesa (Doctor apostolicus) nel 1959 da Giovanni XXIII.
Il giorno 22 luglio si celebra anche la memoria di santa Maria Maddalena, sant’Anastasio, san Cirillo di Antiochia, san Andrea e compagni.