Continua la caccia al killer di Catia Dell’Omarino, la donna 41enne di Sansepolcro uccisa dieci giorni fa. Nei primi giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita della donna, alcuni amici avevano parlato di un rapporto con in uomo di 50 anni, ma in merito, come riporta La Nazione, è intervenuta Anna Boncompagni, avvocato della famiglia di Catia Dell’Omarino, che ha spiegato: “A proposito dei rapporti fra Catia e un 50enne, non ci sono elementi concreti almeno per gli inquirenti fino a quando non saranno eventualmente i risultati dell’autopsia e le tracce di Dna rilevate a indirizzare il lavoro investigativo in una precisa direzione”. E’ giallo anche sulla borsa della 41enne lasciata in auto e sulla chiavi della vettura ritrovate accanto al cadavere. La sensazione, scrive il quotidiano, è che tra la donna uccisa e il suo assassino il contatto quella sera dovesse essere soltanto temporaneo.
Il giallo di Catia Dell’Omarino potrebbe riservare presto alcune sorprese ma alla luce degli elementi finora raccolti, il delitto della donna di 41 anni di Sansepolcro potrebbe essere configurato come un altro caso di “Ignoto 1”. E’ quanto fatto intendere ieri nel corso della trasmissione Estate in Diretta e la mente è inevitabilmente andata ad un’altra terribile vicenda, quella di Yara Gambirasio. Gli inquirenti hanno infatti ipotizzato che l’assassino possa essere della zona, “una possibilità reale”, come rivelato ieri dall’inviata del programma di Rai 1 “perché tutti i contatti di Catia, sia nella rubrica cartacea, sia telefonici che arrivano dai tabulati raccontano di persone della zona, al confine tra la Toscana e l’Umbria”. Al momento, tuttavia, non sarebbero emersi elementi clamorosi, ma la speranza è che si arrivi ad un profilo genetico dalle tracce che sono state finora repertate. Se ci dovesse essere realmente un “Ignoto 1”, del posto, questa persona andrebbe cercata attraverso un esame del Dna. Come rivela in mattinata La Nazione, tuttavia, slitta di qualche giorno l’esito del Dna che potrebbe portare all’identificazione dell’assassino di Catia Dell’Omarino. Dalle ultime indiscrezioni, pare che i risultati genetici dei campioni raccolti nel corso dell’autopsia compiuta sul cadavere della 41enne potrebbero protrarsi fino all’inizio di agosto.
Catia Dell’Omarino, il caso dell’estate: no, non nel senso banale del termine, ma purtroppo si sta rivelando un caso di cronaca molto più complesso del previsto dopo il dramma della morte violenta subita dalla povera donna di Sansepolcro. Non si hanno al momento grandi aggiornamenti ed elementi che possano dare qualche via indiziaria importante per arrivare al killer o agli assassini: si sa solo che con irruenza e violenza Catia è stata scaraventata giù da una scarpata. Intervistata dai colleghi di Arezzo Notizie, ha parlato l’avvocato della famiglia Dell’Omarino, Anna Boncompagni, illuminando sulle prossime tappe decisive delle indagini. «I risultati dell’autopsia – spiega – potrebbero essere decisivi e potrebbero dare una svolta all’intera vicenda». Pare che la Scientifica di Pisa abbia rilevato molto materiale e che nei prossimi mesi si potranno avere i giusti risultati completi: se del materiale biologico è stato lasciato mentre + avvenuta la collutaizone potrebbe essere un punto decisivo per lo sviluppo reale delle indagini. «Le indagini – commenta il legale – sono condotte con scrupolo e precisione e ci auguriamo che portino presto a dei risultati».
L’omicidio di Catia Dell’Omarino, la 41enne uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso a Sansepolcro resta un vero mistero. Chi ha ucciso la donna, descritta dagli abitanti del posto come una ragazza semplice ed umile? Il caso è approdato nel pomeriggio di ieri nel corso della trasmissione Estate in Diretta, in onda su Rai 1, durante la quale sono state rivelate le ultime novità non prima di aver effettuato la ricostruzione della tragica sera nella quale Catia fece prima perdere le sue tracce per poi essere ritrovata senza vita il giorno successivo. La sera dell’11 luglio scorso, la donna fu avvistata tra le 22:00 e la mezzanotte da diverse persone a Sansepolcro, compresa una pattuglia di carabinieri in servizi ed un commerciante del centro storico che ha confermato di averla avvistata. L’ultima traccia, Catia Dell’Omarino la lascia nel parcheggio cittadino delle piscine. È qui che la sua auto si ferma ed è da questo luogo che iniziano a partire gli interrogativi degli inquirenti: perché la donna si fermò proprio in quel posto? Aveva appuntamento con qualcuno? Da quel momento di Catia Dell’Omarino si persero le tracce. Probabilmente salì a bordo dell’auto del suo assassino che la condusse verso una terribile fine sulla quale si continua ininterrottamente ad indagare. Il viaggio mortale della donna, si concluderà nel greto sul torrente che scorre sotto il “Ponte del diavolo”. In quella strada di campagna che porta al luogo del ritrovamento del cadavere di Catia Dell’Omarino sarebbe avvenuto un furibondo litigio con il suo assassino, durante il quale la donna sarebbe rimasta vittima di un delitto d’impeto. Nelle ultime ore gli inquirenti avrebbero proseguito a controllare i tabulati telefonici della donna e ad ascoltare cittadini di Sansepolcro e conoscenti di Catia Dell’Omarino. I familiari, invece, si sarebbero chiusi nel loro doloroso silenzio, in modo particolare la madre della vittima, come rivelato dall’avvocato in collegamento con la trasmissione dell’ammiraglia Rai. Sarebbero ancora in corso alcuni accertamenti importanti prima della restituzione della salma alla famiglia, come confermato anche dal legale: “Il pubblico ministero sta svolgendo le indagini in modo estremamente preciso e anche se ci vorrà qualche giorno in più per il nullaosta per poi fare i funerali pubblici credo che la famiglia non ha sicuramente problemi. L’importante è riuscire ad arrivare ad un epilogo positivo della vicenda”. La convinzione di chi indaga, inoltre, è che l’assassino sia della zona. “E’ una possibilità reale perché tutti i contatti di Catia Dell’Omarino raccontano di persone della zona al confine tra la Toscana e l’Umbria”, ha rivelato l’inviata della trasmissione, sebbene non siano emersi al momento elementi clamorosi. Oltre al responsabile dell’omicidio, infatti, si cerca anche un possibile movente e l’arma del delitto. La speranza, come sottolineato dall’avvocato della famiglia della vittima, è che si arrivi presto ad un profilo genetico rispetto alle numerose tracce finora repertate.