L’omicidio di Vanessa Scialfa, giovane 20enne uccisa quattro anni fa dal convivente Francesco Lo Presti, sarà al centro della nuova puntata di Amore Criminale, la nona, in onda questa sera su Rai 3. Un omicidio terribile, fatto di bugie e di inaudita violenza. Alla base della follia omicida del convivente, di quindici anni più grande, vi era la gelosia, la stessa che aveva portato Vanessa ad allontanarsi dagli amici e dalla famiglia divenendo sempre più cupa. Dopo la sua scomparsa, i genitori speravano ancora di trovare la giovane in vita, ma gli inquirenti avevano già sospettato un possibile coinvolgimento del fidanzato, Lo Presti, che cadde nella loro trappola. L’uomo infatti, come riporta Il Fatto Quotidiano, non confessò subito il delitto della fidanzata in quanto inizialmente finse di essere molto preoccupato per la sua sparizione. La polizia lo portò dritto verso la verità adottando uno stratagemma. “Abbiamo trovato Valentina, è viva…”, gli dissero. Lo Presti in preda alla disperazione scoppiò in lacrime e replicò: “Non è possibile, ho fatto una fesseria, non può tornare più…”. Successivamente nel corso della sua confessione rivelò di aver agito dopo una lite scatenata dal fatto di aver sentito pronunciare il nome dell’ex di Vanessa Scialfa durante un loro momento di intimità. Questa giustificazione, tuttavia, non fu mai ritenuta attendibile né dalla Cassazione né in altre sedi, così come non fu provato che agì dopo aver assunto cocaina.
Si torna a parlare del caso di Vanessa Scialfa, la ragazza 20enne uccisa 4 anni fa dal convivente Francesco Lo Presti, condannato lo scorso marzo a 30 anni di carcere. Del femminicidio si occupa stasera “Amore Criminale”, il programma in onda su Rai3. Vanessa Scialfa viveva a Enna ed è stata vittima della violenza del suo fidanzato di 15 anni più grande di lei. Dopo la condanna di Lo Presti sono state queste le parole di Giovanni, padre di Vanessa Scialfa, pubblicate da Vivienna.it: “In questi 4 anni hanno lavorato senza sosta per dimostrare la colpevolezza dell’assassino di mia figlia e la sua piena volontà di uccidere. Lo hanno fatto sempre con grande rispetto del nostro dolore. Li abbiamo sentiti sempre vicini. Il nostro grazie va anche a Luigi Maria Grimadi, primario dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù , al medico legale Vincenzo Fiammetta, al criminologo e docente dell’Università Kore, Nicola Malizia e allo specialista in Neurologia, Psichiatria e Criminologia, Salvatore Bruno. A tutti loro grazie. Mia figlia non c’è più, e nessuna sentenza potrà riportarla in vita. Ma oggi siamo consapevoli che giustizia è stata fatta grazie anche al lavoro di questi professionisti che hanno compreso quanto fosse importante non solo per noi ma per l’intera società che questo delitto non fosse l’ennesimo omicidio giustificato da un’incapacità di intendere e volere. Avere dimostrato che l’assassino di mia figlia era lucido al momento dell’omicidio è stato arduo. Ma ce l’abbiamo fatta. E ora Vanessa può riposare in pace”.
La nona puntata di “Amore Criminale”, il programma in onda su Rai3 nella prima serata di oggi, sarà interamente dedicata al caso di Vanessa Scialfa, la giovane 20enne di Enna, vittima della violenza del suo fidanzato, Francesco Maria Lo Presti, 15 anni più grande di lei. Vanessa conobbe Francesco all’università. Lui, con i suoi 35 anni, esercitò inizialmente un grande fascino sulla giovane 20enne. Tra i due scattò la scintilla ed iniziò una intensa storia d’amore fatta di piccole attenzione e promesse che l’ignara Vanessa non sapeva fossero solo bugie. La famiglia non prese di buon grado la loro unione, soprattutto a causa del problema di tossicodipendenza di Francesco. Alle critiche dei familiari si aggiunsero quelle degli amici che iniziarono a vedere Vanessa Scialfa sempre più lontana, cupa. La colpa fu attribuita all’eccessiva gelosia di Lo Presti. La coppia molto presto decise di ignorare le malelingue e di iniziare una convivenza, a dispetto delle apparenze. Dopo soli 79 giorni di convivenza, però, Vanessa fu uccisa, vittima di uno spietato omicidio del quale il responsabile fu proprio l’uomo che avrebbe dovuto prendersi cura di lei per sempre. I terribili fatti risalgono a quattro anni fa. Era il 24 aprile quando di Vanessa Scialfa si persero le tracce. Il cadavere della ragazza fu ritrovato solo due giorni più tardi in un fosso ai margini della miniera di Pasquasia, in provincia di Enna. Fu Francesco Lo Presti a confessare l’omicidio e a condurre la Polizia nel luogo in cui aveva abbandonato il corpo, dopo aver ucciso la sua giovane convivente strangolandola con il cavo del lettore dvd e successivamente con uno straccio intriso di candeggina. Il corpo di Vanessa Scialfa, avvolto in un lenzuolo, fu quindi gettato dal cavalcavia della statale Enna-Caltanissetta. Una morte terribile, quella a cui andò incontro la ventenne, avvenuta, a detta di Lo Presti, al culmine di una lite. Il 35enne durante la confessione rivelò che ad aver scatenato la follia omicida fu la convinzione che Vanessa avesse pronunciato il nome del suo ex fidanzato durante un loro momento di intimità. Lo scorso marzo è giunta la condanna definitiva da parte della Corte di Cassazione a carico di Francesco Lo Presti per il delitto della fidanzata Vanessa Scialfa. Oggi 38enne, l’uomo dovrà scontare 30 anni di carcere. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Lo Presti contro il giudizio d’appello. “Nostra figlia purtroppo non potrà più ritornare in vita ma oggi siamo sereni perché giustizia è fatta. Per tutto questo tempo abbiamo temuto che Vanessa potesse venire uccisa ancora una volta con una sentenza ingiusta. Così non è stato e l’omicida di nostra figlia si farà il carcere, come stabilisce la legge”, hanno commentato i genitori della giovane vittima dopo la condanna definitiva a carico dell’assassino di Vanessa.