Oggi, 17 agosto 2016, Papa Francesco è intervenuto nell’ambito dell’Udienza Generale del Mercoledì presso l’Aula Paolo VI in Vaticano. L’argomento dell’Udienza di oggi è stato, ancora una volta, quello della Misericordia, un tema molto caro a Francesco. Dopo aver augurato il buongiorno ai fedeli, il pontefice ha subito aperto il discorso ribadendo che la riflessione del giorno era incentrata sul miracolo della moltiplicazione dei panie dei pesci. Nel Vangelo di Matteo, questo episodio si apre con la figura di Cristo che ha appena appreso della morte di Giovanni il Battista, e per questo sta cercando un luogo appartato e poco frequentato sulle sponde del lago di Tiberiade. Il popolo lo circondava e lo supplicava di guarirli e di compiere miracoli, e così Gesù fece: questo, secondo Francesco, è segno dell’estrema Misericordia del Cristo, che anche se voleva stare da solo per via della morte del cugino ha preferito mettere gli altri davanti a sé. Vedendo tutto questo amore, Gesù Cristo ricorda il Battista che aveva detto come colui che sarebbe venuto dopo di lui sarebbe stato sicuramente più forte di lui. In questa situazione il Cristo si è anche commosso, e questa è, secondo Francesco, un’importante spia della Sua natura umana e compassionevole, priva di un cuore freddo e senza scrupoli ma anzi, sempre protesa all’ultimo, all’umile, al fratello sofferente.
In quel giorno, ha incalzato Francesco, Gesù Cristo ha mostrato ancora una volta che la sua venuta sulla Terra non è servita a maggior gloria del Signore o per esaltare la Sua figura, bensì per stare vicino all’Uomo fino all’ultimo, assumersi la sua sofferenza e portarlo con sé nel Regno del Padre. Riprendendo ancora l’episodio del Vangelo, quando è calato il sole ed è venuta la sera Gesù ha dovuto affrontare il problema di dare da mangiare a tutte le persone giunte per ascoltarlo. Per questo motivo il Signora ha detto ai suoi Discepoli attoniti di provvedere loro stessi a fornire cibo a quella povera gente, ma i Discepoli non capivano dove il Signore volesse andare a parare: come nutrire, infatti, le masse con quel poco pane e quell’ancor più misero pesce pescato quel giorno? In fondo non erano mica loro il Cristo, non avevano di certo il potere di farlo. In realtà proprio qui, continua il papa, sta la grandezza dell’insegnamento di Cristo. Non bisogna essere, infatti, dotati di speciali “poteri” personali per compiere il miracolo dell’amore di Dio, ma è il Padre stesso che attraverso la fede provata dagli uomini compie miracoli: non serve essere Gesù, tutti possiamo essere parte attiva di un miracolo, solo volendolo e credendo in Dio Padre. Il miracolo della fede, il miracolo della preghiera, delle mani giunte di ognuno di noi, può cambiare il mondo anche senza essere dei supereroi.
Gli stessi gesti che Gesù ha compiuto per la moltiplicazione dei pani e dei pesci li compirà nell’Ultima Cena, rendendo prima grazie al Padre e poi provvedendo a nutrire e a salvare i Suoi figli. Secondo Francesco, quindi, vivere con Cristo il momento dell’Eucarestia non significa rimanere passivi e aspettare che il Cristo faccia tutto, ma prendere attivamente parte ad ogni gesto che Gesù fa per essere veramente vivi e partecipi del miracolo della Resurrezione. Il finale del discorso di papa Francesco si chiude con la constatazione del fatto che alla fine la Misericordia di Cristo ha saziato lo stomaco e l’anima di tutti, ed ha contribuito a tenere unito il popolo di Dio nel miracolo dell’Eucarestia, che si ripete tutte le volte che i fedeli decidono di aprire il proprio cuore all’amore ed alla Misericordia. Dopo la fine del discorso Francesco ha salutato per primi i fedeli francofoni, soprattutto il pellegrinaggio della Diocesi di Gadeloupe, venuto insieme al loro vescovo Mons. Jean-Yves Riocreux, e i gruppi venuti dal Burkina-Faso e dalla Repubblica Democratica del Congo. Anche i pellegrini anglofoni sono stati salutati, specie quelli di Irlanda, Svezia, Ghana, Nigeria, Cina e Stati Uniti d’America. Francesco ha poi ricordato i pellegrini di lingua tedesca, spagnola, portoghese, araba e polacca, per poi finire con il saluto a quelli italiani. Tra questi ultimi ha ricordato le Suore di Sant’Anna, i fedeli di Manfredonia, il gruppo degli Oratori di Borgomanero e Rivolta d’Adda, ed ha concluso augurando una buona giornata ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.