Sono numerosi i dubbi che ruotano attorno al giallo di Katia Dell’Omarino, la donna 41enne di Sansepolcro trovata senza vita la mattina del 12 luglio scorso sui margini del torrente Afra. Oltre ad alcuni aspetti come le telecamere e i dati tratti dai tabulati telefonici, nuovi interrogativi toccherebbero anche il profilo di “Ignoto 1”, ovvero la traccia di Dna ritrovata sul corpo della vittima. Secondo il quotidiano La Nazione, infatti, la descrizione del profilo maschile finora emersa sarebbe tutt’altro che limitata ad un campo ristretto di persone. Di certo c’è solo che si tratta di un uomo dell’Europa, sgomberando così dubbi su africani ed altri extracomunitari. Dall’altro lato, però, significa che il presunto assassino potrebbe certamente essere italiano, ma ciò non esclude che possa essere di origini albanesi o rumene, etnie ampiamente presenti a Sansepolcro.
Continuano le indagini attorno al giallo sulla morte di Katia Dell’Omarino, la 41enne di Sansepolcro uccisa poco più di un mese fa. Le Forze dell’Ordine proseguono la loro caccia al killer che ha lasciato le sue tracce sul corpo della vittima. Secondo le novità rivelate da La Nazione, sarebbero attualmente 200 le persone sentite fino ad oggi dai militari. I loro nomi con i relativi recapiti telefonici erano contenuti nell’agenda della donna uccisa e tra loro potrebbe esserci proprio il suo assassino. Quasi tutte le persone sentite sono state sottoposte al test del Dna sebbene una prima mappatura abbia al momento dato esiti negativi. Le 200 persone sentite sarebbero tutte amiche o conoscenti di Katia Dell’Omarino ma c’è anche chi con la donna ha avuto un fugace contatto superficiale. L’omicidio della donna, secondo le indiscrezioni finora raccolte dagli ambienti medico legali, sarebbe avvenuto attorno alle 3:30 della notte tra l’11 ed il 12 luglio scorsi. La sera prima Katia era stata controllata da alcuni carabinieri, poi immortalata dalle telecamere di videosorveglianza di San Giustino prima di far calare per sempre il silenzio attorno a lei. La mattina dopo fu ritrovata sui margini del torrente Afra, senza vita e con la testa fracassata.
Potrebbe presto sopraggiungere una clamorosa svolta in merito al giallo sul delitto di Katia Dell’Omarino, la 41enne di Sansepolcro uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorsi e ritrovata con la testa fracassata lungo gli argini del torrente Afra. Gli inquirenti proseguono le loro indagini riportando allo stesso tempo i maggiori enigmi che ruoterebbero attorno all’intricato caso, la cui unica certezza resta il Dna di “Ignoto 1”, quasi certamente l’assassino, rinvenuto sul corpo della donna uccisa. Come riporta il quotidiano La Nazione, ad oggi sarebbero giunte alcune smentite rispetto alle iniziali notizie diffuse subito dopo il ritrovamento del cadavere di Katia Dell’Omarino. Secondo le informazioni degli inquirenti, la donna si sarebbe diretta a bordo della sua auto verso il parcheggio delle piscine la sera dell’11 luglio scorso, intorno alle ore 23:50, ovvero dopo aver incontrato il parroco di Lama, probabilmente l’ultima persona ad averla vista in vita insieme ai carabinieri intervenuti per un controllo. Finora si era parlato di una telecamere non funzionante ma, a quanto pare, la donna sarebbe stata immortalata da una telecamera posizionata a San Giustino e che l’avrebbe ripresa da sola a bordo della sua vettura. Nel tragitto di circa 8 chilometri, dunque, Katia Dell’Omarino non avrebbe fatto salire nessuno. Un altro particolare emerso avrebbe a che vedere con l’ora chiave. Secondo i dati dei tabulati telefonici, l’ultima traccia partita dal cellulare di Katia risalirebbe alle ore 23:30, sebbene non sia stata ritenuta importante ai fini delle indagini. Aspetto decisamente rilevante, invece, sarebbe l’assenza di conversazione: la chiamata sarebbe partita dal cellulare della 41enne ma si sarebbe interrotta dopo un paio di secondi. Non è chiaro, a tal proposito, se ad interrompere la telefonata sia stata la stessa Dell’Omarino o la persona dall’altra parte della cornetta. A proposito delle telefonate, uno degli amici più stretti della vittima aveva riferito un fatto particolare. Prima dell’omicidio Katia Dell’Omarino aveva provato incessantemente a chiamare qualcuno, ma i tabulati avrebbero smentito questa tesi. L’ipotesi più accreditata è che la donna possa aver finto di telefonare per concentrare l’attenzione su di sé. La svolta sperata dai parenti della donna potrebbe giungere proprio dagli esiti delle comparazioni del Dna che avrebbero coinvolto oltre un centinaio di persone.