Il 2 agosto viene celebrato sant’Eusebio. Le notizie biografiche sono lacunose, ma si sa che è nato in Sardegna, da una buona famiglia cristiana, tra il III ed IV secolo d.C.. Ignote sono le notizie sulla sua infanzia, ma la morte del padre, per via delle persecuzioni dei cristiani da parte dell’Impero Romano, segnò la sua vita: con la madre e la sorella minore, sant’Eusebio infatti si trasferì a Roma, dove divenne sacerdote e poi, sotto l’ala protettiva di papa Giulio I, divenne vescovo di Vercelli. Presto i suoi nuovi fedeli furono conquistati dalla sua arte oratoria, che sentivano ispirata dal cuore. Ma questo amore cresceva di pari passo all’astio da parte degli ariani, sostenuti dall’imperatore Costanzo II: sant’Eusebio ebbe un importante ruolo per riportare la pace tra l’arianesimo e il cristianesimo. Il Concilio di Milano del 355, convocato per risolvere la questione, si rivelò in realtà una farsa per la maggiore presenza di ariani rispetto ai cristiani, tanto che gli editti che ne derivavano sfavorivano talmente i cristiani che sant’Eusebio si rifiutò di sottoscriverli. L’imperatore Costanzo, vista la fiera opposizione di sant’Eusebio, lo esiliò in Palestina, nella città di Scitopoli: un esilio lungo che durò fino al 361 quando l’imperatore Giuliano, che succedette a Costanzo II, consentì al vescovo di tornare nella sua Vercelli. Sant’Eusebio tornò quindi arricchito da tradizioni orientali, quali la venerazione della Madonna nera, una cui raffigurazione appartenuta a sant’Eusebio, risulta conservata nel famoso santuario di Oropa, da lui stesso fondato. Uno degli ultimi atti della sua vita fu quello di perdonare, nel corso del Concilio di Alessandria, tutti quei vescovi ariani che lo avevano tanto perseguito negli anni. Sant’Eusebio morì’ nel 371 d.C. a Vercelli e le sue spoglie sono conservate nel Duomo della città. Sant’Eusebio, a cui si deve la fondazione del “cenobio”, cioè un seminario dove i giovani venivano accompagnati al sacerdozio con la preghiera e lo studio e del “cenobio femminile” di clausura, fu tanto apprezzato da diventare patrono non solo di Vercelli ma anche di tutto il Piemonte.
Tra maggio e settembre, a Oropa (Biella), un osso del santo è conservato nella Basilica, venerato dai fedeli e meta di numerose processioni da parte delle parrocchie della provincia. Nella provincia di Varese, a Casciago, sant’Eusebio è festeggiato per tre giorni, con funzioni religiose, pesca di beneficenza, spettacolo pirotecnico e la suggestiva fiaccolata che da Vercelli giunge a Casciago, dando il via all’incendio del “pallone”, alludendo al martirio del santo. Sant’Eusebio è festeggiato anche a Bollengo (Torino), tra processioni e messe solenni per ben sei giorni, e a Cuceglio (Torino) con degustazioni gastronomiche, funzioni religiose e banda musicale per le vie della cittadina.
Una delle città di cui è patrono sant’Eusebio è Vercelli, la “città del riso”, con un ricchissimo patrimonio storico culturale. Una cittadina perfetta da scoprire a piedi, con le sue pittoresche vie che si snodano tra palazzi storici e monumenti e chiese, tra cui la splendida Basilica di sant’Andrea, del 1219: questo edificio romanico-gotico, assieme alla Sala Capitolare, all’Abbazia e al vasto chiostro, fa parte di un bellissimo monastero. A sant’Eusebio è dedicata la Cattedrale, con un meraviglioso crocifisso in lamina di argento. Bellissima poi Piazza dell’Angelo avvolta da antichi palazzi porticati e con la celebre “Torre dell’Angelo”. Vercelli è ricca di altre torri quali la guelfa “Torre degli Avogadro” e la ghibellina “Torre Tizzoni”, e poi le torri “Broletto”, “dei Vialardi” e “del Comune”. Meritano una visita poi la Sinagoga, con la bicolore facciata in pietra arenaria, e la Chiesa di san Cristoforo al cui interno si trovano affreschi di Gaudenzio Ferrari. Tra i vari musei cittadini spicca il “Museo del Tesoro del Duomo” (sulla storia di sant’Eusebio e della diocesi della città).
Il 2 agosto sono celebrati anche santa Centolla, san Rutilio, san Betario di Chartres, san Massimo di Padova, san Sereno di Marsiglia, san Pietro di Osma e santo Stefano I.