Il 5 agosto si commemora sant’Emidio. Egli nacque nel 273 in Germania a Treviri da una famiglia nobile e pagana, e da questa fu istruito nelle arti liberali. Fu grazie alla predicazione dei futuri santi Celso e Nazario che ebbe inizio la sua conversione: dopo un percorso di catecumenato, ricevette il battesimo e si appassionò allo studio delle Sacre Scritture, diventando poi predicatore. Molti si convertirono grazie a sant’Emidio, tanto da suscitare la reazione dura dei pagani, compresa la sua famiglia. Fu catturato e portato di forza al tempio di Giove dove però sant’Emidio, non timoroso, ribadì il suo atto di fede a Dio e in quel momento un violento terremoto si scatenò, impaurendo i suoi carcerieri. Visti tali pericoli, sant’Emidio partì con i compagni Germano, Euplo e Valentino, alla volta dell’Italia dove, a Milano, divenne sacerdote. Ma le persecuzioni dei cristiani da parte di Diocleziano, lo portarono ancora una volta a fuggire, questa volta a Roma: qui Graziano, il padre di una giovane paralitica, gli offrì un rifugio e ad egli sant’Emidio rivelò che se la figlia si fosse battezzata sarebbe guarita. E così fu. Molte furono le conversioni e le guarigioni miracolose legate alla figura di Emidio, inasprendo ancora di più l’astio nei confronti dei cristiani. L’apparizione in sogno di un angelo, portò sant’Emidio e i suoi compagni da papa Marcello, che fece di sant’Emidio vescovo di Ascoli ed Euplo diacono, invitandoli poi a diffondere il Verbo nel Piceno dove regnava ancora il paganesimo. Sant’Emidio lo fece sfidando i duri ammonimenti del pagano prefetto di Ascoli, Polimio. Quest’ultimo però assistendo alle guarigioni miracolose, lo credette la reincarnazione del dio Esculapio ed offrì a sant’Emidio la mano di sua figlia Polisia, qualora avesse fatto sacrifici agli dei. Sant’Emidio per tutta risposta rifiutò e convertì Polisia battezzandola nel fiume Tronto. Polimio saputolo ordinò l’arresto della figlia, che minacciò la morte piuttosto che cedere, e la decapitazione di sant’Emidio. Ma quando la pena fu eseguita sant’Emidio non morì, ma raccolse la sua testa, incamminandosi verso l’oratorio che lui stesso aveva costruito. Emidio morì il 5 agosto del 309 e riposa nelle grotte dell’oratorio, dove oggi sorge il Duomo di Ascoli Piceno.
A Pulsano (Taranto) si omaggia sant’Emidio per 3 giorni, tra processioni, banda musicale e spettacoli pirotecnici; sempre nel tarantino, a Leporano, durante la festività vengono consegnate simbolicamente al santo le chiavi della città; ad Ascoli Piceno i festeggiamenti per il Santo animeranno la città e culmineranno con uno splendido spettacolo pirotecnico.
Sant’Emidio è patrono di Ascoli Piceno, capoluogo marchigiano, circondato dai Monti Sibillini e della Laga. Il suo bel centro storico, costruito interamente in travertino, ha il suo gioiello nella Piazza del Popolo su cui si affacciano edifici storici, quali il Palazzo dei Capitani del Popolo, con il suo rinascimentale cortile (interessanti la Sala degli Stemmi e la Sala della Ragione) e le mura della chiesa di san Francesco, centro religioso cittadino con la pianta rettangolare a croce latina. Suggestiva è anche Piazza Arringo, così denominata perché qui il popolo si radunava sotto un olmo: affacciati sulla piazza sono il Museo Diocesano (dove è possibile ammirare la meravigliosa Madonna di Poggio Bretta), il Duomo di sant’Emidio con lo splendido Polittico del Crivelli, e il Palazzo dell’Arengo, sede della pinacoteca civica contenente opere del 1400. Immancabile una sosta allo storico Caffè Meletti, un tempo frequentato da personalità celebri quali Pertini, Hemingway e Guttuso.
Il 5 agosto sono celebrati anche san Cassiano di Autun, santa Nonna, san Memmio, santa Maria della Neve, santa Margherita da Cesolo, san Venanzio di Viviers, san Viatore e san Paride.