Di Guzman è forse uno dei santi più conosciuti e venerati dell’intero calendario cristiano, insieme a San Francesco. Queste due figure vengono spesso confrontate, a volte anche in modo dicotomico: ma la verità è che entrambe fondarono degli ordini monastici destinati a cambiare la storia della Chiesa che, per quanto creati su presupposti diversi, semplicemente obbedivano alle leggi di Dio. San Domenico viene ricordato il giorno 8 agosto, due giorni dopo la sua dipartita terrena; le sue spoglie sono conservate nell’omonima Chiesa bolognese, in un’urna di grande bellezza e prestigio artistico, che ricorda quanto questo santo venne amato e venerato anche quando ancora era in vita. San Domenico nacque il Spagna, a Calaruega, da Felice Guzman e Giovanna d’Aza nel 1170. Fin da bambino fu avviato agli studi di teologia, che egli dimostrò di apprezzare e per i quali era molto portato. Quando aveva all’incirca 14 o 15 anni fu mandato a continuare la sua formazione a Palencia, cittadina in cui ebbe modo di osservare gli orrori e le miserie indotte da guerre e carestie. Commosso profondamente dallo stato in cui versava la popolazione, giunse a vendere le sua amate pergamene per comprare il cibo di cui la gente aveva bisogno, dicendo che non avrebbe mai potuto continuare a possedere quegli oggetti se sapeva che qualcuno, in quel momento, stava morendo di fame e lui avrebbe potuto porci rimedio.
Le sue sorti cominciarono a prendere la direzione che Dio voleva quando incontrò Diego di Acebes, vescovo che nel 1203 fu incaricato di una missione in Danimarca. Il vescovo chiese a san Domenico di accompagnarlo, e i due, durante il loro viaggio, ebbero modo di constatare come le eresie e il paganesimo dilagassero nell’Europa settentrionale e finanche nella Francia meridionale. Quando tornarono, i due si recarono a Roma per chiedere al papa di poter predicare agli infedeli; lui accolse la loro richiesta e li mandò in Linguadoca per combattere l’eresia catara. Come fare però per contrastare gli eretici? I catari erano uomini colti, che predicavano la purezza contro i costumi dissoluti del clero. L’unico modo, secondo san Domenico, era quello di fondare un nuovo ordine di frati Predicatori che si contraddistinguessero per una condotta di vita integerrima, per il rifiuto totale dei beni materiali, e che potessero opporre i propri argomenti a quelli degli eretici. La sua idea prese forma con il tempo, fino a che, nel 1215, essendo san Domenico a Roma per il Concilio Lateranense IV, decise di sottoporla a papa Innocenzo III. Questi diede il suo consenso verbale. L’approvazione ufficiale avvenne nel 1216, ad opera di papa Onorio III.
In seguito l’ordine dei Predicatori prese base a Bologna, visto che san Domenico mandava i suoi confratelli soprattutto nei luoghi dove c’erano prestigiose università. Nel 1220 e l’anno seguente si tennero i due Capitoli Generali dell’Ordine, che servirono a redigere la Magna Charta e a fissare i dettami basilari della nuova regola. Alcuni degli assunti base che vennero decisi riguardavano la povertà, la predicazione, la vita in comune. San Domenico aveva osservato quelle regole, senza che fossero scritte, nel corso della sua intera esistenza. Aveva lavorato per la gloria di Dio senza mai risparmiarsi, privando il suo fisico anche del necessario. Il suo corpo era logorato, ma non la sua anima. Era il 6 agosto 1221 quando tornò alla casa del Padre, spirando in una cella che non era la sua perchè lui, semplicemente, non la possedeva.
Fu promotore della preghiera del Santo Rosario, poichè si racconta che la madonna stessa gli apparve in sogno per chiedergli di venerarla in quel modo. E’ il protettore degli astronomi e patrono di Bologna e Napoli. Viene raffigurato spesso con una stella in fronte.
Il giorno 8 agosto si commemora anche la memoria di San Ciriaco di Roma, Sant’Eusebio di Milano, Santa Bonifacia Rodriguez Castro e San Severo.