Giuditta Di Matteo si è affidata ad una cura alternativa per un tumore linfatico per il quale si era prima sottoposta a cicli di chemioterapia e ad un trapianto di midollo osseo. Le sue condizioni sono inizialmente migliorare, poi il tumore si è ripresentato in forma invasiva e quindi è morta all’età di 49 anni dopo un nuovo tentativo con la chemio. La donna, vegetariana convinta, aveva provato il trattamento di Max Gerson, perché era troppo debole per affrontare un nuovo ciclo di chemio. Il metodo è stato messo a punto dal medico tedesco nel 1930 ma non è stato mai convalidato. La figlia di Gerson sostiene che bere frullati di frutta e integratori naturali a intervalli brevi per tutti il giorno, oltre che sottoporsi a clisteri di caffè, sollecita il corpo ad autodisintossicarsi, attiva le difese e il sistema immunitario. Secondo l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro questo metodo non solo può funzionare, ma può essere pericoloso per il malato di cancro: “La modalità proposta è molto sbilanciata e può col tempo portare a gravi squilibri che, invece di rafforzare le difese dell’organismo, le indebolisce rendendolo inerme nei confronti della malattia”.
A distanza di pochi giorni dal caso di Eleonora Bottaro, la 18enne morta di leucemia dopo aver rifiutato di sottoporsi a cicli di chemioterapia, emerge un altro caso destinato a far discutere. E’ quello di Giuditta Di Matteo, maestra elementare di 49 anni morta di cancro. La donna, come rivela La Stampa, aveva scelto di curarsi attraverso la medicina alternativa: frullati di frutta fresca, integratori e clisteri di caffè. Qualche beneficio, di fatto, Giuditta lo registrò ma fu solo una breve illusione in quanto il cancro, lentamente, aveva iniziato a divorare il corpo della maestra che, solo sul finale di malattia e resasi conto dell’inefficacia del trattamento fino a quel momento applicato, aveva deciso di tentare con cicli di chemio. Una scelta tardiva, come evidenziano oggi i medici con enorme dispiacere, poiché Giuditta Di Matteo si è spenta lo scorso giovedì, sconfitta da una malattia della quale, come riferiscono gli esperti dell’Ospedale oncologico di Cagliari, forse si sarebbe potuta salvare. Giuditta aveva scoperto di avere un cancro alle vie linfatiche nel 2002 e da subito aveva deciso di affidarsi alla medicina tradizionale. Dopo le terapie e la speranza di aver sconfitto il male, poco dopo il tumore si è addirittura moltiplicato intaccando anche polmoni e bronchi. Da qui, la scelta di seguire le vie alternative che non prevedono l’uso della chemio ma, nel suo caso, quello di frullati, integratori e clisteri di caffè secondo il protocollo di Max Gerson, medico tedesco. “Si è rivolta a noi troppo tardi. Forse saremmo riusciti a salvarla”, è il rammarico dei medici, dopo la morte di Giuditta Di Matteo.