Il caso choc che viene rivelato negli Stati Uniti: è nato cinque mesi fa il primo bambino con la tecnica dei tre genitori, una nuova forma di fecondazione assistita che ha visto come apripista i medici e ricercatori inglesi e che ora trova il primo caso al mondo riuscito tra Usa e Messico. Un team messicano ha infatti dato oggi la notizia che potrebbe cambiare le frontiere della fecondazione assistita in tutto il mondo: il bimbo è nato, ha ora 5 mesi, ed «è stato concepito con la procedura che permette di sostituire mitocondri difettosi della cellula uovo della madre con quelli di una donatrice sana», racconta il team John Zhang, che normalmente opera a New York presso il New Hope Fertility Center. Zhang ha scelto il Messico perché «qui non ci sono regole, mentre salvare vite è la cosa etica da fare». Una tecnica davvero choc che ha già fatto discutere tantissimi osservatori lo scorso anno per via della approvazione legale in Regno Unito, apripista di questa nuova tecnica. Il motivo ufficiale è che in questo modo il bimbo – Abrahim Hassan, maschio di 5 mesi – potrebbe essere scampato dalla malattia della madre, la sindrome di Leigh che era stata causa della morte dei primi due figli. Bimbo con tre dna diversi e di fatto dunque tre genitori: quanto il limite della ricerca nel cercare di risolvere le malattie genetiche si può “scontrare” con i dati naturali e reali? Il dibattito è apertissimo e un possibile spunto era stato dato un anno fa da Assuntina Morresi su Facebook dopo le prime notizie di donazioni mitocondriali durante la fecondazione assistita: «Un esperimento agghiacciante, che ha ben poco di scientifico e molto dell’apprendista stregone, con l’unico, vero obiettivo di spingere le frontiere della sperimentazione sugli esseri umani sempre più oltre. Non si tratta di contrapporre orientamenti di credenti e no, ma di fermarsi e domandarci, tutti, se veramente riteniamo che ogni essere umano abbia un valore in quanto tale, o se qualcosa è cambiato dal tempo del Codice di Norimberga». Il caso non è chiuso, il dibattito pure: anche perché si tratta sempre di persone umane, va sempre ricordato. (Niccolò Magnani)