Continua il panico sul Monte Bianco, dove più di 100 persone sono rimaste bloccate all’interno della panoramica dentro cui stavano attraversando il versante francese. I soccorsi continuano, anche se con numerose difficoltà, date anche dalla presenza di una nuvola che limita l’uso degli elicotteri. Prima che il fenomeno atmosferico oscurasse il cielo, le squadre che stanno lavorando duramente per salvare la vita ai passeggeri sono riusciti a far evacuare 50 persone. Per riuscire nell’impresa, il Soccorso Alpino della Valle d’Aosta ha dovuto usare le corde e calare i passeggeri dall’altezza di 50 metri. Chi è riuscito a sfuggire al pericolo ha trovato l’accoglienza delle guide alpine di Courmayeur. Il tragitto successivo è stato verso Punta Hellbronner, dove li attendeva un pullman che ha poi portato gli evacuati a Chamonix. I soccorritori sperano di riuscire a portare in salvo anche le restanti 60 persone, ma esiste il timore che dovranno trascorrere la notte a 3.000 metri d’altezza, dato che negli ultimi minuti si è alzato anche un forte vento. La nebbia impedisce ulteriormente l’azione degli elicotteri, tanto che si è passati al gatto delle nevi per raggiungere i ghiacciai del Gigante.
Incredibile disavventura per 113 persone che secondo le ultime notizie dalla Francia confermate anche dalle agenzie italiane parlano di un guasto avvenuto ad una funivia panoramica sul Monte Bianco che sta facendo vivere attimi di terrore a 113 persone. Dalle prime indagini in corso sembra che si siano incrociati i cavi delle linee e per questo motivo si è creato un guasto tecnico che ha interrotto l’alimentazione, lasciando a più di 3mila metri più di 100 persone sulla funivia, del tutto impauriti. Sul versante francese del Monte Bianco è avvenuto tutto questo con gli elicotteri che stanno arrivando anche da Svizzera e Italia per dare sostengo alle opere di soccorso ed evacuazione di tutte le persone a bordo della funivia sospesa in aria: a 20 alla volta le persone vengono evacuate sugli elicotteri e portate in salvo a valle. Non ci son particolari rischi per la caduta visto che è solo un guasto ma resta il timore per essere intrappolati a 3mila metri senza via d’uscita se non un elicottero di soccorso.
-Un marocchino, segretario della comunità islamica di Treviso e vice imam della locale mosche, è stato espulso dall’Italia ieri sera. L’uomo 33 anni è stato allontanato “per motivi di sicurezza dello stato” e rimandato in Marocco. Secondo quanto reso noto dal ministro degli interni Alfano in un comunicato ufficiale il marocchino si era rifiutato di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana. Il marocchino si era giustificato dicendo che non c’è compatibilità tra i valori della religione salafita e la fedeltà alla nostra repubblica, perché essa, ha detto, è portatrice di valori incompatibili con l’islam, ad esempio “la parità fra uomo e donna”. Si tratta del dodicesimo imam espulso dall’Italia a partire dal 2015.
Per la prima volta dal 2010, Israele e Palestina hanno concordato di incontrarsi per discutere di possibili accordi di pace. Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas e il primo ministro israeliano Netanyahu si incontreranno a Mosca in una data ancora da decidersi entro la fine del 2016. L’unico incontro fra i due leader da sei anni a questa parte risale all’anno scorso: fu una breve stretta di mano durante la conferenza climatica di Parigi. L’annuncio del meeting è stato dato dal ministro degli esteri russo, cosa che conferma la sempre più crescente influenza di Mosca in Medio Oriente, mentre gli Stati Uniti hanno ormai abbandonato quasi del tutto lo scenari per incapacità o per volontà.
Lo studente italiano morto a Parigidopo alcuni giorni di ospedale si sarebbe suicidato. Si era detto che era stato accoltellato da qualcuno forse in un tentativo di furto finito male, ma gli inquirenti francesi propendono per il suicidio anche se non è stata fornita ancora alcuna informazione. Ciro Ciocca, che si trovava nella capitale francese per studi con Erasmus, era stato ricoverato nelle prime ore del 3 settembre dopo che il fratello aveva lanciato drammatici appelli su facebook.
“Cara Raggi, dia impulso ai nostri sogni e sostenga la candidatura di Roma 2024: gareggiamo insieme per conquistare una speranza”: inizia così la lettera che gli atleti italiani che hanno vinto una medaglia alle recenti olimpiadi di Rio hanno scritto al sindaco di Roma. Scopo della lettera è far sì che la Raggi, fino a oggi con grossi dubbi al proposito, sostenga la candidatura della capitale alle olimpiadi del 2024: “Saremo felici di poter gareggiare ora, insieme, per conquistare un sogno, una speranza: Roma 2024”. Come si sa il Movimento cinque stelle è decisamente contrario alla candidatura, lo hanno ripetuto anche nel comizio di ieri sera, dicendo che si tratterebbe di uno spreco di denaro pubblico con il rischio di infiltrazioni criminali e corruzione. Ma gli atleti italiani non sono d’accordo: “Sappiamo che manca poco tempo allo scadere del termine per la sua accettazione alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. Chi come noi ha avuto la possibilita’ di vivere quelli di Rio e di conquistare una medaglia facendo salire sul podio il nome dell’Italia è convinto che riportare i Giochi nel nostro Paese e nella nostra Capitale darebbe alle nuove generazioni il necessario ottimismo per credere in un futuro migliore. Lei può dare un impulso decisivo ai nostri sogni e una motivazione di entusiasmo per tutto lo sport italiano. Le chiediamo di non far mancare il suo sostegno alla candidatura di Roma”.
Resi noti i risultati dell’autopsia sul corpo di Giulio Regeni. La madre del giovane commenta che il corpo del figlio è stato usato come “una lavagna dell’orrore”: ci sono infatti i segni di quattro o cinque lettere tracciate con una lama in punti diversi. Le torture sono durate giorni e appare evidente che chi le ha messe in atto era un professionista di tali orribili metodi. Perché far soffrire tanto una persona è quanto risulta incomprensibile, a meno che i torturatori considerassero Regeni portatore di segreti di importanza capitale. Ma chi può aver pensato ciò? Torture accurate, sadiche, ossa rotte, denti spezzati, tumefazioni ovunque, scapole rotte, polso rotto, rotte anche le dita delle mani e dei piedi, segni di bruciature ovunque e poi la fine altrettanto orribile: gli hanno ruotato la testa spezzandogli il collo. Sulla mano sinistra di Regeni e sulla fronte sono state tracciate delle X: cosa significano?
Il Movimento cinque stelle è tornato in piazza ieri sera a Roma per stringersi al suo sindaco Virginia Raggi che comunque non ha preso parte alla manifestazione. Da Beppe Grillo a tutti leader del cosiddetto direttorio pentastellato, compreso quel Luigi Di Maio sotto accusa per non aver capito il significato di una mail in cui si dichiarava la messa sotto indagini del vicegabinetto Muraro. Ha chiesto scusa Di Maio e sembra essere stato perdonato, ma il succo del comizio è che il leader cinque stelle abbia perso la possibilità fino a oggi scontata di essere il futuro ipotetico leader del movimento. Grillo e gli altri hanno accusato la stampa e i partiti di fare una campagna disonesta contro il sindaco, mentre lei stessa è apparsa in un video diffuso sulla rete in cui dichiara di non avere nessuna intenzione di lasciare e accusa anche le la stampa per gli attacchi nei suoi confronti e della sua giunta. Del video sembra esistano due versioni, uan in cui il sidnaco di ce che lascerà Muraro al suo posto e una successiva in cui afferma che sarà collocato in altra posizione. Quest’ultima versioen sembra quella che abbia imposto Grillo alla Raggi.
Una “querelle” che rischia di affossare l’intero movimento cinque stelle, questo è il quadro che sta emergendo in queste ore relativamente all’iscrizione al registro degli indagati di Paola Muraro, importante assessore della giunta Raggi. I giornalisti e le opposizioni stanno facendo due più due, e da ieri stanno attaccando senza soluzione di continuità non tanto il neo sindaco, quanto il direttorio del M5S colpevole di sapere, e tacere la pesante situazione giudiziaria dell’assessore. Le domande senza risposte sono tante, e ruotano soprattutto sul perché i principali esponenti del partito si trincerano dietro un assoluto silenzio, preferendo non svelare alla “base” come mai abbiano deciso di tacere, riguardo le indagini che interessavano un assessore già al centro di polemiche feroci, per le sue consulenze all’azienda rifiuti capitolina. Di queste ore la notizia inoltre che sia Di Maio che Di Battista hanno deciso di annullare i loro incontri pubblici, veri impegni o voglia di evitare il confronto?
Pagato interamente dalla Gran Bretagna, ma in terra francese, questa l’idea dei governi anglo-francese per fermare l’ingresso illegale in Inghilterra. Il “muro” lungo due chilometri, alto svariati metri e interamente costruito in cemento armato, dovrebbe essere eretto nei pressi di Calais, e “proteggere l’autostrada” che porta all’imbarco dei traghetti per Dover, strada privilegiata dai clandestini per raggiungere l’isola di sua Maestà britannica. Il “muro” di un costo di due milioni di sterline, sarebbe sovvenzionato interamente dal governo inglese, che cosi spererebbe di tappare un buco nella rete dei controlli, già strettissima, eretta per impedire l’ingresso illegale in Inghilterra.
Un fermo enigmatico operato dalla gendarmeria francese, e che ha gettato nuovamente nel panico i cittadini transalpini. Nella notte tra sabato e domenica è stata, infatti, sequestrata un autovettura sospetta, posteggiata nei pressi della famosa basilica parigina. All’interno dell’auto sono state rinvenute una mezza dozzina di bombole di gas parzialmente piene, cosa che di fatto trasformava il mezzo in una vera e propria autobomba. Immediatamente dopo il sequestro sono stati arrestate sei persone, implicate a vario titolo nella vicenda, solamente due di essi sono rimaste però a tutt’oggi a disposizione degli inquirenti francesi. L’auto è stata individuata grazie alla segnalazione di un cameriere di un bistrot, che ha chiamato la polizia insospettito del fatto che l’auto fosse ferma, ma con i “lampeggiatori d’emergenza accesi”. Fonti vicino alla polizia fanno sapere che l’auto anche se “potenzialmente pericolosa” non poteva esplodere, stante l’assenza di qualsiasi tipo di detonatore.
Un Piper italiano partito da Treviso e diretto a Pristina è precipitato in Macedonia per causa ancora da accertare. Il piccolo ultraleggero è scomparso dal radar alle 17.40 mentre era in avvicinamento all’aeroporto di Skopje, dove era programmato uno scalo tecnico. Il Piper aveva a bordo sei passeggeri, tutti italiani, periti durante lo schianto. Il piccolo aereo sembra sia precipitato con un motore in fiamme, sul luogo immediatamente si sono portati alcuni investigatori per indagare sulle cause della tragedia.