Dimissioni di massa dal Cda di Fiera Milano spa: ieri sera le decisioni del presidente e i consiglieri di amministrazione che arrivano dopo la notizia dell’inchiesta sugli appalti. Il Cda ha «ritenuto che l’amministratore delegato dovesse procedere a rimettere le deleghe». Nello specifico, hanno rassegnato le proprie dimissioni il presidente Roberto Rettani e i consiglieri Joyce Victoria Bigio, Pier Andrea Chevallard, Attilio Fontana, Licia Ronzulli e Vincenza Patrizia Rutigliano. Il consigliere Romeo Robiglio, come precisato dalla nota diffusa da Fiera Milano spa, era assente giustificato. Questa mossa, dunque, arriva dopo la richiesta della Dda di Milano di commissariamento di tutti i settori del gruppo e di revoca del Cda e di quello della controllata Nolostand, commissariata nell’ambito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nei lavori di Fiera Milano spa. Le indagini, stando a quanto riportato da Il Messaggero, avevano portato all’arresto nello scorso luglio di 11 persone, tra cui Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, legati alle famiglie siciliane di Pietraperzia e Partanna.
L’azzeramento del Cda di Fiera Milano spa attraverso le dimissioni di massa arriva a pochi giorni dall’udienza, che si terrà martedì prossimo, nella quale la Sezione misure di prevenzione del Tribunale dovrebbe decidere se accogliere o meno la richiesta di amministrazione giudiziaria formulata lo scorso 20 dicembre dal pm Paolo Storari. La Procura non avrebbe intenzione di ritirare la richiesta di commissariamento di Fiera Milano spa, ma i giudici, stando a quanto riportato da Il Messaggero, potrebbero prendere del tempo prima di decidere. L’istanza di commissariamento del gruppo era stata presentata dalla Dda di Milano dopo gli sviluppi emersi dalle indagini della Guardia di Finanza, dalle quali è emerso che alcuni soggetti allontanati da Fiera Milano spa, come l’ex consulente di Nolostand Michele Restuccia, sarebbero ancora in grado di utilizzare le segreterie – definite “centri di potere” – e le strutture per far ottenere appalti e commesse alle società che lavoravano precedentemente e che avrebbero pagato (e continuerebbero a farlo) tangenti a impiegati e quadri intermedi per lavorare.