Monster Energy Drink, la nota bibita energizzante a base di caffeina, finisce sotto accusa dopo la morte di Dustin Hood, 19enne americano collassato sul campo da basket dopo aver ingerito la bevanda. A riportare l’accaduto è Tmz.com, sottolineando che il padre ha fatto causa all’azienda produttrice della bibita chiedendo non meglio specificati danni per la morte del figlio. Da quanto si apprende, l’autopsia ha accertato che il giovane Dustin è morto a causa di un arresto cardiaco innescato da un eccesso di caffeina. Secondo la ricostruzione di Tmz, la vittima, deceduta nel 2015, avrebbe ingerito l’equivalente di 12-14 lattine di Coca Cola. Non è la prima volta che la Monster Energy Drink finisce al centro delle accuse per i livelli di caffeina evidentemente troppo elevati. Ci saranno delle ripercussioni nella distribuzione anche in Italia?
La Monster Energy Drink finisce nuovamente nell’occhio del ciclone dopo la morte di Dustin Hood, il 19enne americano morto sul campo da basket dopo aver assunto una quantità probabilmente eccessiva della bevanda energizzante. In Italia in passato, come riportato da ilfattoalimentare.it, si era assistito al ritiro di tre bevande della sopracitata marca. In quel caso, stando alle fonti riportate dal portale specializzato, era stata segnalata la presenza in eccesso di arsenico per un valore di 5,5 mg/kg-ppm rispetto a un limite massimo di 1,0 mg/kg-ppm, e dunque 5 volte superiore a quelli consentiti. Il problema ha riguardato 33 paesi, alcuni dislocati in Asia e Africa e ha portato al ritiro di Monster Energy Drink in cinque regioni italiane: Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Veneto. Per il momento il Ministero della Salute tace: sarà il caso di valutare l’eventuale rischio derivato dall’assunzione della bibita?