Nuove esigenze da parte di consumatori e utenti in campi disparati: è nato così il modello H24, ovvero la possibilità di tenere aperti esercizi e servizi con un orario no stop. Anche se i ritmi frenetici a cui siamo abituati al mondo d’oggi e la necessità, spesso impossibile, di conciliare lavoro e impegni con esigenze primarie come farmaci, visite mediche e acquisti alimentari, è impossibile non chiedersi se il modello h24 sia la risposta giusta alle diverse esigenze. Si discuterà dell’argomento all’interno della puntata di Presadiretta di oggi, lunedì 16 gennaio 2017, grazie ad un servizio di Sabrina Carreras. Risale a tre anni fa il programma elettorale che ha letteralmente ammaliato i partiti politici, in cui si prospettava la possibilità di creare ambulatori di medicina generale aperti h24 e sette giorni su sette. La proposta venne inoltre enfatizzata come possibile soluzione ad i problemi esistenti nel campo dell’assistenza. Niente di nuovo, sia chiaro, almeno per quanto riguarda la medicina: la legge n°189/2012 promossa dal Ministro Balduzzi ha già previsto un provvedimento di tal misura. Una realtà possibile, la cui difficoltà non consiste nella realizzazione di strutture specifiche, come sottolinea il Quotidiano della Sanità, quando per l’effettiva utilità di un servizio di questo tipo.
Un discorso analogo sul modello h24 si può estendere anche agli esercizi commerciali. Se fino a qualche tempo fa, infatti, potevamo avere la certezza che durante i giorni festivi e gli orari notturni non avremmo trovato supermercati e centri commerciali aperti, ora è tutto cambiato. Un servizio che ha visto maggiormente l’impegno dei colossi del mercato commerciale, come Carrefour, Pam e molti altri. In questo senso il pubblico si divide in due, spaccando letteralmente l’Italia. Da una parte chi, infatti, vede in quest’estensione dell’orario continuato un vantaggio in più per famiglie e persone con orari di lavoro “ingestibili” e dall’altra invece chi punta il dito contro i diversi direttivi accusando di sfruttamento eccessivo del lavoratore. Chi ha ragione? Assumendo il punto di vista dei centri commerciali, di sicuro possiamo immaginare che l’introito generato da una misura di questo tipo sia effettivamente alto. Anche più di quanto previsto diversi anni fa. Secondo Wired, l’aumento delle vendite in tutto il territorio, all’interno degli orari notturni e festivi, si aggirerebbe attorno al 15%. Inevitabile quindi che il fenomeno si estenda a macchia d’olio. Diversa l’opinione di lavoratori e famiglie, spesso costretti a turni di 11 o 12 ore e senza il previsto riposo settimanale. Secondo Federdistrubuzione, inoltre, le abitudini dei cittadini italiani sarebbero in via di cambiamento.