CODICE ETICO MOVIMENTO 5 STELLE / M5s news: indagati non espulsi automaticamente, ma a decidere sarà Beppe Grillo (oggi, 2 gennaio 2017)
Codice etico Movimento 5 Stelle: gli indagati non saranno espulsi automaticamente, ma sarà Beppe Grillo in sostanza a decidere della loro sorte (oggi, 2 gennaio 2017)

È online sul blog di Beppe Grillo il Codice etico del Movimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie, che potrà essere votato da domani, a partire dalle ore 10, da tutti gli iscritti al M5S almeno dal primo luglio 2016. Questo Codice risponde all’esigenza del Movimento di stabilire delle regole in caso di problemi con la legge, visti i recenti avvenimenti – come il caso delle firme false a Palermo e quello di Paola Muraro a Roma – che hanno interessato il partito guidato da Beppe Grillo. Secondo il Codice etico del Movimento 5 Stelle, il membro indagato non sarà espulso immediatamente ma è tenuto a informare subito il gestore del sito del Movimento 5 Stelle: saranno poi il garante del M5S (ossia Beppe Grillo), il Collegio dei Probiviri o il Comitato d’appello a decidere la sorte del membro che si sia autodenunciato. Questa decisione viene presa in totale autonomia e a prescindere da quanto poi deciso della magistratura: se, infatti, anche durante le fasi d’indagine, risultassero degli elementi a carico del membro del considerati gravi, sarà il Garante a decidere se espellerlo subito, a prescindere poi dall’esito del processo.
Secondo il Codice etico del Movimento 5 Stelle apparso sul sito di Beppe Grillo, chi è oggetto di un procedimento giudiziario deve comunicarlo immediatamente al gestore del sito. La persona può anche decidere di autosospendersi dal Movimento, senza che questo indichi un’ammissione di colpa – un gesto, che andrebbe nella direzione di mantenere trasparente e immacolato il partito che della lotta alla fedina penale sporca ha fatto il suo cavallo di battaglia. Quello che salta subito all’occhio è il grande potere concentrato nelle mani di Beppe Grillo, che in sostanza avrà un grande potere autonomo di decisione sulla sorte degli appartenenti al M5S che risultassero oggetto di procedimenti giudiziari: un potere, che forse non starà bene ai membri del suo partito, che iniziano a mal digerire la continua ingerenza del leader pentastellato. “Oggi, a distanza di ben sei mesi, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo pensiero critico è solo uno yesman. E oggi continuo a vedere molti yes man, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia”, ha detto il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, fuoriuscito dal M5S.
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