Stanno gradualmente migliorando le condizioni dell’anziano di Terni ricoverato per sospetta meningite all’ospedale Santa Maria. Il paziente, ricoverato dal pomeriggio di San Silvestro nel reparto di malattie infettive, non ha riportato una meningite batterica da meningococco: l’irritazione meningea che lo ha colpito è stata causata, invece, da un’infezione batterica dei seni paranasali, niente a che vedere con la contagiosa e più grave meningite meningococcica. I primi esami sul liquor hanno comunque escluso che si trattasse di meningite. Il direttore sanitario dell’ospedale, Sandro Fratini, ha ricordato – come riportato dall’Ansa – che in Umbria nell’ultimo anno non sono mai stati registrati casi di meningite meningococcica e poi ha spiegato che «il paziente sta proseguendo la terapia antibiotica», quindi è previsto un ciclo di due-tre settimane per la completa guarigione, ma comunque le condizioni di salute sono già in netto miglioramento.
Il centralino del Dipartimento di prevenzione indicato dall’Asl Toscana Centro come riferimento per chi deve sottoporsi a profilassi è stato preso d’assalto dopo i nuovi casi di meningite. Prendere la linea è praticamente impossibile e quindi ci si può rivolgere al proprio medico di famiglia per eventuali dubbi. L’unico luogo che comunque è stato indicato dall’Asl tra quelli frequentati dall’estetista ricoverata a Prato è il negozio di parrucchiere Jean Louis David, all’interno del Parco San Donato di Novoli, a Firenze. Chi è passato mercoledì dal Bar Miraglia, dove la ragazza sarebbe andata a fare colazione, non deve sottoporsi a profilassi: come riportato da Il Tirreno, lo hanno stabilito gli esperti del Dipartimento di prevenzione. «A distanza di 36 ore bisogna essere ancora prudenti, ma obiettivamente la ragazza sta meglio. Era entrata in condizioni gravi, ma ora la ragazza è cosciente e ha parlato con i suoi genitori. Il fatto che la ragazza fosse vaccinata e l’intervento tempestivo hanno giocato a favore» ha dichiarato il primario del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Prato dove è ricoverata l’estetista.
Ua pessima notizia che arriva da Roma, con il caso di meningite pneumococcica che ha portato alla morte il ristoratore di Alatri, ricoverato dallo scorso 31 dicembre: non ce l’ha infatti fatta il titolare di un noto locale di Alatri, nel nord della Ciociaria, che era stato colpito da virus fulminante solo pochi giorni fa. Era stato trasferito da Frosinone fino all’Umberto I di Roma in questa mattinata, ma è morto purtroppo attorno a mezzogiorno. i medici e i ricercatori assicurano che in questo caso non vi sia alcun rischio contagio visto che il particolare virus mortale che ha colpito il 50enne ristoratore non è di tipo trasmissibile e contagioso. Si tratta infatti non della meningite C bensì appunto dei una forma acuta di meningite pneumococcica: spiega all’Agi il primario di infettivologia del policlinico, Vincenzo Vullo, «meningite non causata da meningococco, pertanto non era contagioso, e non si è resa necessaria profilassi per le persone a lui vicine. L’uomo purtroppo è arrivato qui già gravissimo, era in rianimazione ma non ha fatto in tempo a rispondere alle terapie”. La meningite pneumococcica è piuttosto rara e non è contagiosa, ma in gran parte dei casi è letale».
Sorpresa questa mattina a Padova dove in piena emergenza meningite (dalla Toscana al Lazio, dalla Campania ad altre regioni d’Italia) la schermitrice campionessa paralimpica Bebe Vio assieme alla famiglia al completo si è presentata all’ambulatorio dell’ospedale di Monselice per sottoporsi al vaccino anti-meningite. Assieme alla simpatica campionessa, anche tutta la famiglia si è sottoposta alla profilassi del vaccino quadrivalente che combatte la meningite di tipo C: papà Ruggero, la mamma, Teresa, e i fratelli Nicolò e Sole. Immancabile il selfie ‘di famiglia’ subito pubblicato sui social per sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione. Mentre in Italia si prosegue nella diatriba su importanza o meno delle vaccinazioni anche in piena emergenza meningite, Bebe Vio ha voluto raccontare ai cronisti appostati davanti all’ospedale quanto per lei sono assolutamente da consigliare ogni tipo di richiamo per le vaccinazioni. «Non sono nessuno per obbligare qualcuno a vaccinarsi, non sono un medico né niente – ha spiegato la campionessa paralimpica di scherma, colpita da meningite all’età di 11 anni – sono solo una persona che crede nei vaccini e desidero consigliare tutti a informarsi veramente sulla loro utilità, sui rischi e sui vantaggi su tutte le piattaforme, ma quelle vere, siti veri, non solo sui social, che non valgono niente. Sono stata qui oggi per portare le persone ad informarsi».
Campania, Toscana e Lazio, le tre regioni colpite da vari casi di meningite stanno prontamente rispondendo con protocolli, cure intensive e massima allerta per evitare inutili psicosi da meningite infettiva. Nel frattempo, a Roma scoppia un altro caso verificato e protocollato come meningite di tipo C: si tratta di una ragazza di 14 anni, ricoverata ma stabile all’Umberto I di Roma, per meningite meningococcica. Fa il paio con l’altro paziente del ospedale romano, un 50enne ricoverato da ieri ma in gravi condizioni. In questo caso però si tratterebbe, secondo una nota dell’ospedale, di un attacco di meningite pneumococcica non contagiosa che sta purtroppo seriamente mettendo in pericolo di vita l’uomo originario di Alatri, in provincia di Frosinone, «da diversi giorni aveva febbre molto alta. Giunto al nosocomio romano è stato intubato. Sottoposti a profilassi familiari e amici che sono stati a stretto contatto con lui», riporta il sito di Rainews 24. Resta alta l’allerta ma non scatta ancora la psicosi, quantomeno non si registrano impennate nelle richieste di vaccini, il dato forse più da “cartina tornasole” per l’allarme psicosi da meningite.
La meningite purtroppo resta un allarme piuttosto alto per questo inizio 2017, anche se il rischio psicosi va assolutamente fermato visto che al momento i casi avvenuti in Italia restano, purtroppo, nella media nazionale. Dopo però gli ultimi casi avvenuti in zona Napoli e Salerno, anche la Regione Campania segue quanto avvenuto in Toscana negli ultimi mesi: scatta il protocollo di cura della malattia da meningite di tipo meningococco C. «In Campania nell’ultimo anno sono stati registrati circa 30 casi con un solo morto (da meningococco). L’obiettivo è ora estendere le modalità di intervento e il modello di cura sperimentato negli ultimi anni presso il polo infettivologico campano, a tutti gli ospedali della regione», si legge nel report del Mattino di Napoli. La Regione Campania spiega poi di che cosa realmente si tratti il Pdta (Piano diagnostico terapeutico assistenziale) che prevede il «trasferimento dei pazienti, in urgenza, presso il Cotugno. Cruciale, infatti, la tempestività delle cure dopo i primi sintomi caratterizzati da febbre alta e rigidità nucale oltre che stato confusionale. Il meningococco è temibile anche per la possibilità di determinare setticemie che si caratterizzano con macchie emorragiche generalizzate rapidamente mortali. I vaccini sono disponibili presso tutti i centri vaccinali dei distretti e sono gratuiti per i bambini e negli adolescenti non vaccinati».
Dopo i diversi casi di contagio da meningite è allarme in Toscana per un possibile rischio psicosi. Come riportato da Il Tirreno nelle ultime ore sono stati infatti presi d’assalto i centralini dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro. A volersi consultare con l’Asl sono stati soprattutto i cittadini preoccupati di aver contratto lo stesso ceppo del virus che ha colpito la giovane estetista di Mezzana ricoverata sabato all’ospedale di Prato. Gli esperti del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria hanno suggerito di sottoporsi alla profilassi ai frequentatori del negozio di parrucchiere Jean Louis David all’interno del Parco San Donato di Novoli, Firenze, via Ragghianti 16. Escluso ogni rischio di contagio per i frequentatori del bar Miraglia di viale Marconi a Prato, dove la ragazza si era recata per fare colazione. Per chi nutrisse dubbi o volesse rassicurazioni sulle proprie condizioni in relazione all’allerta meningite è consigliabile rivolgersi al proprio medico di famiglia o scrivere una mail all’indirizzo [email protected], dalle 8,30 alle 13,30.
La meningite spaventa ancora dopo i tre casi in Toscana e uno a Roma nel giro di poche ore ieri, primo giorno dell’anno: è invece di questa mattina la notizia, finalmente positiva, di una bambina ricoverata da qualche giorno al Cotugno di Napoli che invece risulta definitivamente fuori pericolo. Un alto caso di meningite da meningococco di tipo C, registrato alla vigilia di Capodanno su una piccola bimba di 16 mesi e immediatamente ricoverata in emergenza: «Dopo la terapia antibiotica, e un protocollo rianimativo ormai collaudato, la piccola già oggi sarà dimessa», riporta il sito online del Mattino di Napoli. Sempre in Campania, non desta allarme anche un altro caso, purtroppo un decesso, dell’avvocato 42enne napoletano morto dopo un mese di ricovero sempre al Cotugno: la causa non è meningite di tipo infettivo, bensì una meningite di pneumococco, batterio normalmente presente lungo le vie aeree superiori, ma suscettibile di evolvere in polmoniti ovvero meningiti, nel caso di concomitanti infezioni e di influenza virale. Questi casi sono infatti non infettivi, anche se purtroppo con alto tasso di mortalità, circa il 30% secondo la Regione Campania, e possono essere prevenute con una vaccinazione esistente contro tutti i 23 stereotipi di pneumococco conosciuti.
-L’allerta meningite è altissima in tutta Italia, ma è soprattutto il Centro della Penisola a dover fare i conti con un vero e proprio allarme, con almeno 4 casi di contagio certificati negli ultimi giorni. A lasciare sconcertati è stato il fatto che nelle ultime ore si siano verificati casi di meningite anche in pazienti vaccinati. A spiegare le ragioni di quanto accaduto al Quotidiano.net è stato l’epidemiologo Giovanni Rezza, responsabile del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità. A detta dell’esperto “paradossalmente, quando si vaccina a tappeto, si cominciano a vedere casi di ammalati vaccinati. Succede perché quando i vaccinati sono molti, anche se il vaccino protegge, è più facile che il batterio aggredisca quelle poche persone in cui il vaccino non ha funzionato”. Un’analisi che può costituire un deterrente dal vaccino? Assolutamente no perché il vaccino “anche quando non funziona, protegge”. Certo bisognerebbe lavorare su una durata più lunga degli effetti del vaccino:”Uno dei problemi è che se ci si vaccina una sola volta, o c’è una copertura di vaccinazione molto elevata nei gruppi a rischio, in modo tale da determinare il cosiddetto effetto gregge, altrimenti si perde l’immunità. Ciò comporta che, a lungo termine, la comunità non sia più protetta”.
Sono saliti a tre i casi di meningite registrati in Toscana nelle ultime ore: due sono di tipo B, l’altro da meningococco di tipo C. A pochi giorni dalla morte a Firenze di un bimbo di 22 mesi, sale il bilancio delle persone colpite nella regione da questa malattia. Un uomo di 55 anni, residente a Impruneta, è stato ricoverato nel presidio ospedaliero di Santa Maria Annunziata dopo aver lamentato i tipici sintomi, tra cui la febbre molto alta. Gli esami hanno poi confermato che si trattava di meningococco B. «Il servizio di igiene e sanità pubblica fiorentino ha subito attivato le misure di profilassi, sulla base della valutazione del profilo di rischio» ha spiegato la Ausl Toscana centro in una nota. Nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Stefano di Prato è stata, invece, ricoverata una ventenne: l’ospedale pediatrico Meyer, centro di riferimento per le indagini di laboratorio, ha confermato la presenza di meningite da meningococco C. Sono state subito attivate le procedure per la profilassi, mentre si indaga sui luoghi frequentati dalla ragazza. Il terzo caso riguarda un uomo di 83 anni di Venturina, ricoverato a Livorno con diagnosi di meningite da emofilo di tipo B, ma questa patologia non comporta profilassi per chi è venuto in contatto con l’anziano, le cui condizioni sono serie.
Allarme meningite anche nel Lazio: un uomo di 50 anni è stato ricoverato in gravi condizioni al policlinico Umberto I di Roma. L’uomo originario di Alatri, in Ciociaria, ha riportato una meningite da streptococco. Portato sabato all’ospedale di Alatri, è stato poi trasferito d’urgenza nella struttura ospedaliera romana. Da diversi giorni il 50enne ha la febbre molto alta. All’Umberto I di Roma è stato intubato, mentre familiari e amici che sono stati a stretto contatto con lui sono stati sottoposti a profilassi. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, non ci sarebbe però il rischio di contagio. Sono diversi in queste settimane i casi in Italia: una vittima a Chiari a metà dicembre, due casi in Sicilia e nelle Marche, una donna a Chiavari, una studentessa a Milano a fine novembre e un’altra a luglio. Differente il caso dell’insegnante morte a Roma per meningite, perché in questo caso si è trattato di una forma dovuta al batterio escherichia coli che non si trasmette da uomo a uomo. Una meningite pneumococcica, non contagiosa, è stata diagnosticata a fine dicembre ad un 69enne di Carrara.