L’aula del tribunale di Udine e che ha ospitato la nuova udienza del processo sul duplice delitto di Trifone e Teresa, lo scorso venerdì si è infiammata, in seguito alle rivelazioni dei coinquilini di Giosuè Ruotolo, unico imputato. Dopo le lunghe sette ore dedicate alle testimonianze di Sergio Romano, a prendere la parola è stato poi Daniele Renna, che tornerà a parlare anche domani. Il giovane ha riferito una frase shock che Giosuè pronunciò, riferendosi a Trifone, la sera in cui rincasò dopo una lite avuta proprio con l’ex commilitone ed ex coinquilino. “Lo uccido”, avrebbe riferito in quell’occasione Ruotolo, dopo essere già venuto alle mani con Trifone. Stando a quanto riferito dal teste, l’episodio avvenne fuori dalla palestra dopo una lite che ebbe origine dai dubbi nutriti dal militare pugliese nei confronti del collega campano. Trifone era convinto che dietro i messaggi molesti inviati su Facebook alla fidanzata Teresa ci fosse proprio Giosuè Ruotolo.
Sono state ritenute importantissime le dichiarazioni rese da Sergio Romano, uno dei coinquilini di Giosuè Ruotolo, nell’ambito del processo sulla morte di Trifone e Teresa. A detta del ragazzo, chiamato a testimoniare in aula, Giosuè rivelò alcune indiscrezioni shock sul conto della sua allora fidanzata Rosaria Patrone. A sua detta, le condizioni di salute della ragazza erano tali per cui “non c’era più nulla da fare” per lei, come riporta Pordenone.it. La giovane era stata alcune volte nell’appartamento condiviso in precedenza anche da Trifone e in quell’occasione, secondo il racconto dell’inquilino, la Patrone aveva chiesto a loro cosa facesse Giosuè Ruotolo, dimostrando grande gelosia nei confronti dell’imputato. “C’è stato un periodo, dopo l’estate 2014, in cui le telefonate erano quasi inquietanti, sentivo che lui le diceva sempre ‘amore svegliati, ti amo’”, ha poi aggiunto in aula Romano. In un’occasione Ruotolo si confidò con i suoi coinquilini. “Giosuè, piangendo, ci disse che la fidanzata aveva problemi di salute, era caduta e aveva un grosso ematoma in testa ma non se ne erano accorti in tempo. Gli ho creduto”, ha raccontato il teste. Mentre per l’amico Rosaria Patrone era “spacciata”, quest’ultima scriveva alla fidanzata del testimone evidenziando il contrario.
Alcuni particolari riguardo al rapporto fra Giosué Ruotolo e Trifone Ragone, il militare ucciso nel 2015 a Pordenone, con la fidanzata Teresa Costanza, sono emersi grazie alla testimonianza di uno dei conquilini dell’indagato. Domani, lunedì 23 gennaio 2017, verrà ascoltato Daniele Renna, il quarto coinquilino. Giosué Ruotolo continua ad essere l’unico indagato per l’accusa di duplice omicidio ed ha affrontato lo scorso venerdì la 13esima udienza della Corte d’Assiste di Udine. Sergio Romano, questo il nome del conquilino, è considerato uno dei testimone chiave per l’accusa, dati gli importanti dettagli che ha fornito alla Procura di Prodenone in merito alla tragedia ed agli spostamenti di Ruotolo. Secondo la sua dichiarazione, sottolinea Il Giorno, Trifone Ragone sarebbe cambiato molto in seguito al loro ritorno da Strade Sicure di Milano, tanto da invitare alcune ragazze in appartamento anche durante la settimana.
Sergio Romano, ex coinquilino di Giosuè Ruotolo e Trifone Ragone, ha parlato anche di una presunta lite, violenta, sfociata fra i due commilitoni, a causa del profilo Facebook che l’indagato aveva creato per inviare messaggi a Teresa Costanza. Stiamo parlando del 2014, un episodio che i difensori di Ruotolo hanno contestato a pié sospinto. “Tra Trifone e Giosué non c’è mai stato nessun astio”, afferma Roberto Rigoni Stern, il legale di Ruotolo, rimarcando sul fatto che non esistano prove per confermare che sia realmente accaduto il litigio, da cui sarebbe nato uno scontro fisico fra i due militari. Secondo il difensore, inoltre, la dichiarazione di Romano sarebbe piena di contraddizioni e sospetta, dato che non è stata resa al pm prima dell’ottavo interrogatorio. A prova dell’inesistenza della lite ci sarebbe anche un contatto avvenuto fra Trifone Ragone e Giosué Ruotolo, per volere del primo, alcuni giorni prima del suo omicidio e di quello di Teresa Costanza.