Torna a far parlare di sè Antonio Landieri che è un ragazzo di venticinque anni disabile che è stato ucciso il 6 novembre del 2014. Il ragazzo sicuramente ha alzato un grande polverone perchè vittima innocente della Camorra. C’è anche una preziosa bibliografia nei confronti proprio di Antonio Landieri. Nel 2007 è stato pubblicato il libro ”Al di là della neve, storie di Scampia’‘ di Rosario Esposito La Rossa edito a Napoli da Marotta & Calafiero. L’anno successivo invece per Coppola Editore è uscito a Trapani ‘‘Antonio Landieri, ucciso due volte” sempre scritto da La Rossa. Nel 2009 invece per Ad Est dell’Equatore è stato pubblicata la sua storia nell’antologia ‘‘La Ferita, racconti per le vittime della camorra”. Sicuramente è stata questa una storia importante che va ricordata anche perchè quello che accadde nel 2014 è qualcosa di veramente struggente.
Era il 6 novembre del 2014 quando Antonio Landieri, 25enne disabile a causa di una paralisi infantile e per questo costretto su sedia a rotelle, fu ucciso per errore in un agguato che ebbe luogo ai Sette Palazzi, quartiere di Scampia, a Napoli, tristemente noto per le guerre tra clan. Come rivela Today.it, Antonio fu la prima vittima innocente con disabilità, uccisa per errore dalla camorra in quanto scambiato per uno spacciatore della zona. Il giovane 25enne morì in seguito alle gravi ferite procurate da due proiettili che lo colpirono alla schiena in modo letale. Oggi, per Antonio Landieri è giunta l’attesa giustizia che tanto cercava dopo oltre due anni dal suo delitto: la polizia ha infatti eseguito l’arresto di cinque persone, tutte facenti parte al cartello camorristico degli Scissionisti. I destinatari delle cinque misure di custodia cautelare dovranno rispondere dei reati di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione abusiva di armi e reati aggravati dal metodo mafioso. Nel corso dell’agguato nel quale perse la vita il disabile Antonio Landieri, altri suoi cinque amici, anche loro estranei alla criminalità organizzata, furono feriti alle gambe nell’ambito di una spedizione punitiva organizzata contro gli spacciatori della cosca rivale. A differenza delle altre cinque vittime, però, il 25enne anche a causa della sua disabilità non riuscì a sfuggire ai suoi killer. Grazie alle indagini condotte in questi anni dalla Dda e svolte dalla Squadra Mobile, si chiude una delle pagine più tristi della faida di Scampia, che non accenna a seminare morti innocenti.