-Continua a salire il numero delle vittime della slavina che mercoledì scorso ha sepolto l‘Hotel Rigopiano sotto la neve. Come riportato dall’Ansa, pochi minuti fa è stato infatti estratto dalle macerie il corpo della 16esima vittima della valanga: si tratterebbe di una persona di sesso femminile non ancora identificata. Sono dunque 13 i dispersi che mancano ancora all’appello dei soccorritori, che stanno moltiplicando gli sforzi da giorni nella speranza che sotto la neve vi siano ancora dei vivi in attesa di essere riportati alla luce. Ma come si stanno svolgendo le operazioni in questo momento? Secondo Pomeriggio 5 in questo momento i pompieri starebbero cercando di aprire un varco di circa 80 cm in un punto della struttura alberghiera fino a questo momento inesplorato. Nel frattempo l’inviato sul posto de La Repubblica, Corrado Zunino, informa che si è deciso di non perlustrare i 4 solai appoggiati sulle macerie, poiché non si ritiene che in quella zona vi siano vivi.
-Mentre si continua a scavare tra le macerie dell’Hotel Rigopiano e il numero delle vittime della slavina di Farindola è purtroppo salito a quota 16, si discute sul dispiegamento di uomini necessario a garantire soccorsi efficienti e soprattutto veloci. In quella che adesso più che mai rappresenta una corsa contro il tempo, come riportato da La Repubblica, sono state mosse alcune critiche da parte di chi crede che gli uomini impegnati nelle ricerche siano troppo pochi. La risposta dei vigili del fuoco che da giorni stanno coordinando le ricerche non si è fatta attendere e, attraverso una nota, ha spiegato che “il contingente e i mezzi impiegati” nella zona della valanga “costituiscono un dispositivo assolutamente adeguato allo sforzo operativo in atto e tengono conto della complessità degli interventi che il severo scenario pescarese continua a proporre ai soccorritori”. Ma c’è di più, secondo i pompieri, impegnati con 165 uomini e 24 ore al giorno, un contingente “numericamente superiore di personale e mezzi dei vigili del fuoco non solo non servirebbe ad accelerare le ricerche, ma rischierebbe di rivelarsi addirittura pregiudizievole in relazione alle caratteristiche del sito e alle criticità che si stanno affrontando”.
Un’altra vittima (un uomo) della valanga che ha sommerso l’Hotel Rigopiano di Farindola è stata riportata alla luce poco fa dai soccorritori che continuano a lavorare incessantemente all’interno del resort del Gran Sasso diventato una trappola di neve. Aumenta a 15 il numero dei morti, mentre di concerto scende a 14 quello dei dispersi. Come riportato dall’inviato de La Repubblica, Corrado Zunino, le 2 squadre di vigili del fuoco entrate nell’albergo da 2 lati diversi si sono incontrate, questo perché tutti i locali liberi dalla neve sono stati già perlustrati. In queste ore, dunque, pompieri e uomini del soccorso alpino si muovono all’interno di stanze colme da neve dura e compatta, dove tronchi, fango e macerie la fanno da padrone. L’area che sta restituendo un elevato numero di corpi senza vita è quella compresa tra il bar e la cucina, dove si crede fosse raggruppato il numero maggiore di persone. I pompieri speravano di trovare nicchie libere da neve ma almeno finora non è così. Da quanto emerso finora tutte le 14 persone trovate morte sembrano essere decedute sul colpo per schiacciamento a causa della violenza della slavina.
Un parziale bilancio della tragedia dell’Hotel Rigopiano in queste ore di altre ricerche sotto le macerie dell’albergo sul Gran Sasso, è utile e serve a sgombrare il camp da possibili bufale o false notizie che purtroppo anche in queste emergenza terremoto e neve ha accompagnato la cronaca degli ultimi giorni. Nella tragedia del 18 gennaio scorso, sono al momento 14 le vittime accertate travolte alla slavina staccatasi dal Gran Sasso dopo l’ennesima scossa di terremoto: 11 i superstiti, 15 ancora i dispersi. Delle 14 vittime, due corpi ancora non sono stati trasportati all’ospedale di Pescara – anche perché nelle ultime ore il coordinamento al campo base di Penne è stato sconvolto dalla notizia di un elicottero del 118 caduto in zona Campo Felice durante un’operazione di soccorso, era una squadra partita proprio da Penne. Sono dunque 12 le vittime in obitorio, di cui 6 sono state identificate dai famigliari: Alessandro Giancaterino, Gabriele D’Angelo, Sebastiano Di Carlo, Nadia Acconciamessa, Barbara Nobilio e Linda Salzetta. Le ricerche proseguono ma il conto delle vittime purtroppo è destinato a salire più passa il tempo sotto la neve e il gelo dell’Hotel Rigopiano.
Non ce l’ha fatta purtroppo Linda Salzetta, la sorella del manutentore dell’Hotel Rigopiano: è suo il corpo di una delle vittime ritrovate nella tarda serata di ieri, con le vittime che salgono a 14 dopo gli ultimi tristi ritrovamenti di questa mattina. Linda lavorava al centro benessere dell’hotel Rigopiano ed era la sorella di Fabio Salzetta, il manutentore che assieme a Giampiero Parente sono stati i primi a dare l’allarme perché si ritrovavano appena fuori dalla struttura poco prima della slavina caduta al Gran Sasso. In questi giorni, il giovane è stato fondamentale per i soccorritori indicando dove potevamo trovarsi gli eventuali sopravvissuti fornendo anche indicazioni precise sull’interno della struttura travolta dalla valanga: ha cercato disperatamente anche la sorella ma purtroppo le speranze ieri sera si sono spente definitivamente.
Sale ancora il bilancio delle vittime all’Hotel Rigopiano: purtroppo nelle ultime ore con l’avanzamento degli scavi sotto le macerie ha portato i soccorritori verso la hall e qui sono stati trovati tutti gli ultimi corpi senza vita. Sono ancora due le persone trovate morte, due donne per la precisione, che i vigilia del fuoco hanno recuperato all’interno dell’Hotel Rigopiano. Le identità verranno rese note nelle prossime ore quando verranno trasportati tutti nell’Hotel di Pescara: intanto il numero dei dispersi scende a 15 mentre le speranze di trovare qualcuno vivo davvero son ridotte al lumicino. Si rafforza sempre di più l’idea che le persone raggruppate tutte nella hall per cercare di partire al più presto possibile dall’Hotel Rigopiano, possano essere state travolte maggiormente dalla valanga che ha rovinato sull’intera struttura del resort. Chi infatti come i bambini o gli altri superstiti si trovavano in un’altra parte rispetto alla hall è stato ritrovato vivo: sale l’ansia dei parenti e la vicenda assume sempre di più i contorni di una tragedia.
Si è continuato a scavare tutta la notte all’interno dell’Hotel Rigopiano, l’albergo di Farindola che mercoledì scorso è stato travolto da una slavina. I vigili del fuoco hanno continuato a cercare tra le macerie della struttura la presenza di superstiti, ma in serata sono arrivate cattive notizie: l’estrazione di altri 3 morti, che portano il bilancio delle vittime a quota 12. Di pari passo il bilancio dei dispersi sotto la neve dell’Hotel Rigopiano scende a 17, ma sono gli stessi soccorritori a ribadire che le loro operazioni vanno avanti con l’intensità di chi sa che là sotto possono esserci persone vive. La speranza, come sottolinea La Repubblica, è che la formazione di sacche d’aria abbia risparmiato la vita a qualche disperso, visto che la presenza di neve e ghiaccio assicura quanto meno l’assunzione di liquidi. Il filo della speranza, a 6 giorni dalla valanga, è sempre più sottile ma c’è ancora…
Sono pesanti le accuse che ha rivolto Lorenzo Sospiri alla Provincia di Pescara, alla Regione Abruzzo e all’apparato Prefettizio in merito alla tragedia dell’hotel Rigopiano. Per il capogruppo di Forza Italia alla Regione l’emergenza neve è stata gestita nel peggiore dei modi e, quindi, i cittadini hanno dovuto pagare «l’incompetenza, l’improvvisazione, la superficialità e l’inadeguatezza di chi avrebbe dovuto proteggerli e tutelarli». Per Sospiri la sua non è sterile polemica politica, perché dalla tragedia dell’hotel Rigopiano gli amministratori coinvolti devono trarre il coraggio «di rassegnare le dimissioni, per poi attendere serenamente le determinazioni della Procura che speriamo faccia luce rapidamente e concretamente sulle responsabilità che ci sono e sono ben evidenti». La richiesta non risponde ad un istinto di rivalsa politica, ma alla necessità di «dare giustizia a chi non può più chiederla». Sospiri ha rivelato di aver perso molti amici e fratelli di amici sotto le macerie dell’albergo.
Da un lato le ricerche all’Hotel Rigopiano, dall’altro le inchieste che sono partite soprattutto sui presunti ritardi nei soccorsi che potrebbero aver influito sul salvataggio – anche se la slavina e il terremoto restano elementi talmente enormi come portata che era assai difficile prevederlo. Un secondo filone di indagine, oltre alle chiamate fatte alla prefettura di Pescara quel tragico pomeriggio del 18 gennaio, è stato aperto sull’intera filiera di comunicazione che doveva avvertire il sindaco di Farindola dell’innalzamento da 3 a 4 del rischio slavine nel suo comune. Il bollettino specifico di Meteomont si sarebbe incagliato a livello della Prefettura, non permettendogli di avere tutti gli elementi per valutare un’eventuale evacuazione dell’hotel Rigopiano già durante la mattinata di mercoledì. «Il mio comune non ha mai ricevuto l’allerta valanghe. Abbiamo avuto solo il bollettino della Protezione civile sulle avverse condizioni meteo e sull’arrivo di una forte nevicata. Siamo rimasti anche senza linea telefonica fissa e senza internet, ma in caso di pericolo reale la Prefettura avrebbe potuto contattarci in molti modi. Se è una comunicazione importante, non basta una mail», rivela il sindaco Ilario Lacchetta mettendo ancora più nei guai il prefetto di Pescara, Francesco Provolo.
All’Hotel Rigopiano i soccorritori continuano a scavare nella speranza di estrarre ancora superstiti dalla slavina che ha sommerso la struttura alberghiera mercoledì scorso. Le operazioni dei vigili del fuoco e degli uomini del soccorso alpino proseguono dunque in condizioni pericolose, soprattutto in ragione dell’alto rischio di nuove valanghe. Come riportato da Tgcom24 un vigile del fuoco impegnato nelle ricerche tra le macerie dell’Hotel Rigopiano è rimasto lievemente ferito durante le manovre di soccorso. Il pompiere, impegnato nel tentato di entrare nell’albergo per verificare la presenza dei 23 dispersi che ancora mancano all’appello, si è ferito lievemente ad una mano ed è stato trasportato in ospedale tramite ambulanza. Per quanto le sue condizioni al momento non destino preoccupazione, ecco arrivare la conferma di come i soccorritori stiano mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità nella speranza di riportare alla luce eventuali superstiti.