NEVE E TERREMOTO IN ABRUZZO/ Chi ruba e chi dona, così l’emergenza svela il cuore umano

- Fabio Capolla

Abruzzo, emergenza neve: un'anziana isolata da giorni che vuole pagare la spesa ai soccorritori, e gente che ruba il combustibile o pratica prezzi impossibili. FABIO CAPOLLA

neve_abruzzo_terremoto2R439 LaPresse

Difficile cominciare, trovare un modo per dire che in mezzo alla disperazione, alla morte, al maltempo, al terremoto, c’è chi ne approfitta per rubare, per infierire ulteriormente su chi già soffre e non poco. Non rubano solo i ladri che lo fanno per mestiere, ruba chi può, chi intravvede l’affare. Anche se l’affare vale solo pochi euro.

Nei giorni scorsi sono state diffuse immagini emozionanti. Donne anziane, abruzzesi, con un cuore immenso. Nel primo caso l’anziana donna, isolata nella sua abitazione al freddo, sepolta dalla neve, alla vista dei militari li ha invitati a entrare, ha offerto loro da bere. Quel poco che aveva era pronto a dividerlo con tutti loro. Cose ormai scomparse. Un’altra anziana, senza riscaldamento, avvolta nelle coperte per non morire di freddo nella sua casa di montagna, nel Teramano, ha ricevuto la visita di agenti di polizia che dopo giorni di solitudine e buio le hanno portato la spesa. Pane, latte, zucchero, un pacco di pasta. La donna ha cominciato a ringraziare, chiamando tutti i poliziotti figli miei. Ha chiesto loro quanti soldi doveva dare per il costo della spesa. Incredula che fosse un “regalo”.

Ma accanto al lato positivo, alle vicende che fanno scoprire il cuore buono degli uomini, ci sono aspetti negativi che hanno un sapore cattivo.

Ci sono i ladri, quelli di professione. Così nei giorni scorsi, dopo giorni senza energia elettrica, non appena molti paesi e contrade sono stati forniti di generatori di elettricità, ecco che, nel cuore della notte, hanno rubato il carburante. Famiglie, i bambini e gli anziani si sono ritrovati, all’improvviso, di nuovo al freddo e al gelo. Furti a ripetizione, tanto che le forze dell’ordine hanno dovuto organizzare la vigilanza dei generatori nella speranza di cogliere sul fatto quelli che sono veri e propri delinquenti, e, comunque, evitare il ripetersi degli episodi.

Ma c’è modo e modo di rubare sul carburante. Nei paesi della montagna teramana i prezzi di benzina e gasolio ai distributori è aumentato all’improvviso. In alcuni casi la benzina verde ha sfondato il muro dei due euro al litro. Anche in questo caso si può parlare di furto, seppur legalizzato.

Le brutte storie non finiscono qui. Cosa ci può guadagnare un commerciante se riesce a “rubare” tre euro a un suo concittadino in un momento di difficoltà? E se riuscisse a rubare a più cittadini e mettersi in tasca anche 50 euro in più, esentasse, come potrebbe cambiare la sua vita? Eppure è successo anche questo. Un negozio di Isola del Gran Sasso. Un po’ ferramenta, un po’ bazar, dove si può trovare di tutto.  

Un ragazzo viene mandato dai genitori a comprare un pacco di candele, per far fronte all’assenza di energia elettrica. Le candele accese possono fare famiglia, far stare delle persone attorno a un tavolo, seppur al freddo, a chiacchierare, a tenersi compagnia. Un pacco, dieci candele bianche, con il bollino adesivo, di quelli che si usavano una volta prima dell’avvento dei codici a barre, e che in montagna sono ancora all’ordine del giorno, segna un euro e 95 centesimi. Il ragazzo paga, torna a casa. Ma a casa è chiaro che se si continua a vivere giorni al buio dieci candele sono insufficienti. Così dopo neanche un’ora tocca alla sorella munirsi di pazienza, sciarpe, scarponi e in mezzo alla neve che continua a cadere raggiungere il negozietto. Stessa richiesta, stesse candele, cambia il conto. Ci vogliono cinque euro, logicamente senza scontrino fiscale, visto che c’è pure la giustificazione dell’assenza di energia elettrica. Oltre tre euro di aumento in pochi minuti. Un furto, un ladro sulla pelle di chi è in difficoltà. Ma è così, prendere o lasciare. Il mercato che ondeggia tra domanda e offerta. Mentre le forze dell’ordine, i soccorritori riscoprono la commozione davanti agli anziani che vanno ad aiutare, sale l’indignazione verso chi non usa il cuore nel quotidiano. Soprattutto nell’emergenza.







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