Femminuccia? Spesso si ironizza così malamente sui maschietti che non sanno dimostrare la loro mascolinità, che non sono dei bulletti, che dovrebbero essere duri e forti anche a pochi anni di età. Mentre invece le bambine sono quelle che devono essere delicate, timide, facili alle lacrime. Stereotipi, che non tengono conto dell’immensità e della fragilità del nostro essere, delle emozioni che ognuno vive nel suo personalissimo modo. Così è stato per Sean, un bambino irlandese di tre, forse quattro anni, quando ha visto il suo papà da lontano, mentre la sorellina poco più grande si lanciava in corsa per raggiungere e abbracciare il padre urlando forte il suo nome. Sean non ha retto l’emozione, è rimasto bloccato dove si trovava, si è piegato in due e ha cominciato a piangere, fino a quando un collega del padre lo ha preso delicatamente e lo ha spinto verso il genitore.
E’ successo a Dublino, quando il padre, un soldato irlandese che aveva passato sei mesi sulle alture del Golan in Israele al confine con la Siria con le forze dell’ONU è finalmente tornato a casa con i suoi colleghi. Moglie e figlia appena lo hanno scorto ancora in mezzo agli altri soldati immediatamente sono partite di corsa con una gioia irrefrenabile. Si sono dimenticati del piccolo Sean che non riusciva a muovere le gambe, tanto l’emozione si era impadronita di lui.
Poi si è piegato in due coprendosi il volto con le lacrime che gli uscivano abbandonati per la felicità di rivedere il suo papà. Si sarà comportato da femminuccia, ma il piccolo Sean ha mostrato l’immensità dell’amore che lega un figlio al padre come raramente capita di vedere, un legame indistruttibile.