La versione ucraina del reality Next Top Model è già destinata a far discutere. Hanno creato non poco scalpore ed un’ondata di critiche le foto che immortalano gli aspiranti modelli, concorrenti dello show televisivo, in versione “malati oncologici”. La notizia ha fatto il giro della stampa estera, dal The Sun al DailyMail, riprendendo la notizia che ha già sollevato scalpore tra i telespettatori ucraini. Questo perché i falsi pazienti malati di cancro sono stati immortalati in varie pose, mentre indossano cappellini in silicone per simulare uno dei principali effetti della chemioterapia, ovvero la perdita dei capelli. Il tutto mentre sono in stanze di ospedale, sdraiati su letti, sorridenti e in lingerie di pizzo. Sono tanti gli scatti che stanno facendo discutere: in uno una ragazza è seduta in pose sexy su un lettino di una sala medica, in intimo, mentre ammicca al fidanzato. Un’altra mostra una scena meno sensuale e più romantica: qui troviamo una coppia sempre in un letto di ospedale, ma questa volta è la donna, malata di cancro, a tenere tra le braccia un bambino, mentre il suo partner l’abbraccia teneramente, guardandola negli occhi.
I PRODUTTORI SI DIFENDONO: MESSAGGIO POSITIVO
C’è poi la foto di una paziente oncologica che spazzola i capelli di un’amica che è andata a trovarla in ospedale, quella di una coppia in cui lei indossa un abito laminato da gran serata e poi lo scatto in cui è circondata da tre amici, intenta a farsi un selfie, super elegante e con la fascia da Miss. Infine lo scatto della ragazza in posa, forse dopo aver trascorso una serata elegante, ancora in abito da sera, seduta sul letto ed intenta ad asciugarsi le labbra. Al suo fianco, sul comodino, la parrucca appena tolta. Immagini forti e che non sarebbero state affatto gradite dai telespettatori soprattutto per il modo in cui sarebbe stata banalizzata una malattia grave come il cancro. Nessuna delle immagini, inoltre, rappresenterebbe di fatto ciò che è la realtà di una paziente oncologica. I produttori dello show televisivo si sono difesi asserendo quale fosse il loro reale intento, ovvero dare un messaggio positivo, secondo il quale il cancro non è una sentenza di morte definitiva ma dal quale poterne trarre, al contrario, un segnale di speranza.