Il mondo dello shibari sarà stasera al centro della nuova puntata di Nemo – Nessuno escluso, il programma in onda nel prime time di RaiDue e incentrato su servizi e reportage su differenti tematiche. In Giappone, lo shibari rappresenta in generale una forma artistica di legatura che fa riferimento a diversi stili ed utilizzi. A Nemo sarà affrontata la pratica giapponese simile al bondage e che consiste nel legare il proprio partner, in un contesto chiaramente di natura erotica. A condurci nel mondo dello shibari, facendoci conoscere nel dettaglio in cosa consiste questa vera e propria disciplina, sarà Selenia Orzella. L’inviata della trasmissione raccoglierà la testimonianza di Beatrice, una donna che rivela di essere “una che lega la gente”. Ma cosa si cela realmente dietro tale pratica e soprattutto quali sono i possibili rischi a cui va incontro chi si sottopone alle legature? A parlarne apertamente qualche anno fa in una intervista a TgCom24 fu Magena Yama, una giovane modella che da tempo metteva a disposizione il proprio corpo nell’ambito di spettacoli in cui veniva messa in scena l’antica pratica giapponese. In generale, gli appassionati di shibari la considerano ancora oggi una vera e propria pratica erotica in grado di procurare piacere sia a chi lega che a chi viene legato. Alla base però, non ci sarebbe solo il piacere ma anche l’armonia e l’estetica. Questo perché, quando si procede a legare il proprio partner con corde del tutto naturali (canapa, juta o seta), sul corpo – sia maschile che femminile – si crea un’immagine armonia, per l’appunto, in grado di esaltare le forme della persona legata. “Non lo mortifica, non lo vuole affatto umiliare ma al contrario, celebrarlo in tutta la sua bellezza”, sosteneva Magena parlando del corpo.
POSSIBILI PERICOLI E L’IMPORTANZA DELLA SICUREZZA
Lo shibari è una pratica non necessariamente finalizzata al rapporto completo sebbene sia comunque da considerarsi un’arte erotica, dunque potrebbe comunque precederlo. “E’ una danza partecipata, un gioco erotico, un momento di totale condivisione”, spiega la modella. In realtà, il piacere che si cela dietro questa disciplina non coinvolge solo i soggetti che partecipano (legato e legante) ma anche chi assiste a quelli che ormai sono diventati dei veri e propri spettacoli. “Chi viene legato, come spesso capita a me, vive un paradosso: nonostante le corde, l’effetto è quello di sentirsi totalmente liberi”, ha rivelato Magema Yama. La persona che lega crea così un rapporto di totale fiducia con chi viene legato e la necessità di proteggersi crolla sotto la sensazione di libertà e piacere che lo shibari è in grado di provocare. Ma esistono dei pericoli? “Sì, è pericoloso nel caso in cui non vengano prese le giuste norme di sicurezza”, spiega la modella. “Chi lega deve conoscere benissimo la pratica così come il corpo umano. Per questo motivo, anche in Italia, ci sono corsi di shibari che iniziano proprio con un lungo periodo dedicato interamente alla sicurezza”, ha aggiunto. Se rispettate tutte le regole imposte dalla tradizione, infatti, è impossibile andare incontro alla morte. Per questo non solo previste corde al collo, dunque tale pratica non contempla la costrizione respiratoria. Se eseguito non correttamente può però portare a dolore, fermare la circolazione sanguigna o nel peggiore dei casi recidere i tendini. Per questo, conclude l’esperta, “lo Shibari non è per tutti ma solo per chi ha studiato”.