Negli ultimi tempi si parla spesso della Corea del Nord del dittatore Kim Jong-Un e del regime ultra-repubblicano di Donald J. Trump come i principali destabilizzatori della pace e dell’ordine globale. Certo, questo è giusto: sono loro i principali agitatori della quiete, grazie alle loro dichiarazioni sensazionalistiche e da terza guerra mondiale (per l’appunto). Ma non sono i soli. Anche altre forze si preparano a rompere una pace che appare sempre più delicata e precaria: è il Pakistan, che sta costruendo una serie di barriere recintate per prendere le distanze dall’Afghanistan. Precisamente dette recinzioni sono state intallate nel confine nord-ovest. L’intento originario è stato quello di fermare al confine i militanti talebani tramite una solida recinzione debitamente sorvegliata. Lo scenario è quello tipico di guerra: i soldati pakistani sorvegliano giorno e notte le recinzioni e i forti al confine con l’Afghanistan per impedire a chiunque di entrare e di uscire. Non solo Trump e Pyongyang, quindi: il mondo è caldo su tutti i fronti. (agg. Francesco Agostini)
PARLA LAROV
Interviene due giorni dopo il suo presidente anche il capo della diplomazia russa Sergey Lavrov e il tema è sempre quello, lo scontro e il rischio di una guerra nucleare mondiale tra Kim Jong-un e Donald Trump con in mezzo altri 7 miliardi di persone. Intervenendo alla conferenza a Mosca sulla non proliferazione nucleare, il ministro degli Esteri riporta il pensiero di Putin già espresso due giorni fa: «Il compito principale in questa fase è quello di evitare un conflitto militare che porterebbe inevitabilmente ad una catastrofe umanitaria, economica ed ecologica in grande scala. Tutte le parti coinvolte devono esercitare contenimento in questa fase davvero molto delicata», spiega il diplomatico all’agenzia Ria Novosti. «Chiediamo ai membri responsabili della comunità internazionale di sostenere le idee della roadmap russo-cinese, le cui idee sono state esposte anche durante l’ultima Assemblea delle Nazioni Unite a New York».
CIA, “COREA PRONTA A COLPIRE GLI USA”
Nuovo allarme sulle intenzioni della Corea del Nord, seria minaccia per lo scoppio della Terza guerra mondiale. Pyongyang è pronta a colpire gli Usa secondo il direttore della Cia Mike Pompeo: Noi stiamo lavorando per impedirlo. Donald Trump è determiato ad impedire alla Corea del Nord di riuscire a compiere la svolta necessaria, che si tratti di oggi o tra un mese”. Secondo le ultime indiscrezioni raccolte, Kim sta per ottenere un missile balistico intercontinentale (Icbm) armato con testata nucleare: “Ribadendo che, nonostante le smentite continue su Twitter, Trump preferisce tenere aperta ancora una porta alla diplomazia. L’opzione militare è una delle opzioni disponibili”. Kim Jong-un rappresenta una seria minaccia per gli States, come sottolinea in chiusura Pompeo: “Il Presidente Trump ha chiarito in più occasioni che è pronto ad impedire che Kim Jong-un abbia la capacità di mettere a rischio gli Stati Uniti d’America. Anche ricorrendo alla forza militare se necessario”. (Agg. Massimo Balsamo)
LETTERA DI PYONGYANG CONTRO TRUMP
Una lettera destinata a diversi Paesi mondiali che fanno parte dell’Onu e con un unico obiettivo: Donald Trump. La terza guerra mondiale rischia di scoppiare da un momento all’altro, come ha del resto confermato la stessa Cia in un report diffuso in queste ore, e il Regime nordcoreano ritiene che sono gli Usa gli unici artefici della tensione mondiale , tanto da invitare gli altri Paesi mondiali già a fine settembre ad un unire gli sforzi contro il presidente americano. Secondo Pyongyang, il repubblicano più odiato negli States ha senza mezzi termini minacciato la «distruzione totale» del Paese asiatico. Nella lettera diffusa da Kim Jong-un, la mossa di Trump viene «un insulto intollerabile» a tutti i nordcoreani e vengono richiesti appoggi e unità di intenti contro la minaccia americana. «Trump ha minacciato di distruggere totalmente la Corea del Nord, uno Stato sovrano solenne e indipendente e una potenza nucleare. E’ un atto estremo di minaccia di distruggere il mondo intero», si legge nella missiva, datata 28 settembre, del Comitato per gli Affari Esteri di Pyongyang. La prima risposta arriva da un alleato americano, l’Australia (tra l’altro tra i principali obiettivi di Kim dopo Giappone e appunto Usa), con il ministro degli esteri Julie Bishop: «la lettera è un segnale che le sanzioni approvate dall’Onu contro Pyongyang stanno producendo effetti».
OBAMA VS TRUMP, “BASTA POLITICA DELLA PAURA”
Il mondo contro Trump, e l’America contro Trump: Kim ci ha provato a spostare il problema della questione – il proprio programma nucleare che minaccia la vita stessa dei Paesi vicini e non a Pyongyang – all’offensiva americana. A dargli però un “non voluto” assist ci ha pensato Barack Obama che dopo mesi torna ad attaccare il proprio successore, spiegando che la terza guerra mondiale paventata e minacciata non risolverà nessun problema degli Stati Uniti. Anzi: «Dobbiamo inviare al mondo un messaggio: rifiutiamo la politica della divisione e della paura, chi vince le elezioni dividendo la gente non potrà poi governarla», ha attaccato duramente Obama durante il suo sostegno al prossimo candidato governatore dem in New Jersey e Virginia. «In gioco c’è la nostra democrazia e l’intera pace mondiale», ha poi proseguito a concluso il due volte presidente Usa. Tutti contro Trump, a partire della stessa America: l’errore forse più grosso del neopresidente, riuscire nell’incredibile record di avere larga parte dell’opinione pubblica mondiale contro rischia davvero di oscuare reali minacce e problemi che non dipendono da Trump, come ad esempio l’Iran, le minacce in Medio Oriente o i missili nucleari di Pyongyang.