Vermi, grilli, scarabei nei piatti degli italiani/ Dal 1° gennaio: non ci piacciono, ma non siamo razzisti

- Paolo Vites

Anche l’Italia dal prossimo primo gennaio apre agli insetti da mangiare, lo fa sapere ufficialmente la Coldiretti: vermi, grilli, scarabei e altre prelibatezze

mangiare-insetti-fb Insetti cucinati

C’è già chi ha detto che è un tipo di cucina “estraneo alla cultura alimentare italiana”: è un razzista? Cioè, se ci invitano a quella che in alcuni paesi europei come il Belgio è già una moda molto apprezzata, l’aperinsetti dove si “gustano” vermi armonizzati alla paprica, al curry e al sale marino, e noi diciamo “no grazie” sarai tacciato di boicottare l’economia e la cultura del terzo mondo? Verrai denunciato se al tuo ristorante invece che solo pizza non hai messo nel menu anche scorpioni dorati della Cina, scarabei allo spiedo, grilli piccanti al barbecue? Il quadro è desolante, ma vero. Dal primo gennaio 2018, annuncia la Coldiretti non si sa se orgogliosamente o pietosamente, anche in Italia si potranno mangiare gli insetti. E noi che pensavamo che fosse una disgrazia riservata ai poveracci che muoiono di fame. Arriva “il novel food”: insetti ufficialmente riconosciuti come prodotti tradizionali esteri, aprendo alla produzione e alla vendita nel nostro paese.

E potrebbe essere un successo: solo il 54% degli italiani secondo una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), non è favorevole; il 16% è favorevole, il 6% non risponde. Pare che il problema sia l’aspetto visivo: infatti alla “degustazione” hanno avuto successo la farina di grillo o quella di larve. L’importante è non vederli insomma. Tra le prelibatezze che arriveranno presto nei nostri negozi di alimentari e nei nostri ristoranti, annuncia sempre la Coldiretti,  pasta all’uovo artigianale ai grilli, millepiedi cinesi arrostiti, tarantole del Laos e vermi giganti. Dietro a tutto questo la Fao, che da anni spinge le nazioni ad adottare questo tipo di cibo: 2mila specie di insetti sono considerate commestibili e vengono mangiate da 2 miliardi di persone (un miliardo e 900mila pensiamo siano cinesi). Si tratta anche di un  modo per risolvere la fame nel mondo, dicono gli illuminati dirigenti della Fao. Mica vorremmo sprecare soldi rendendo coltivabile il deserto del Sahara no?







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