Ad oltre un mese dalla tragedia che si è consumata alla Solfatara di Pozzuoli, in provincia di Napoli, durante la quale persero la vita un bambino e i genitori, letteralmente ingoiati da una voragine che si aprì nel terreno fangoso, l’intera area vulcanica è stata sottoposta a sequestro. Ne dà notizia il quotidiano Corriere del Mezzogiorno, che chiarisce come i sigilli siano scattati su disposizione del gip che ha accolto la richiesta della Procura di Napoli che indaga sull’immane tragedia. A finire sotto sequestro non solo l’area nella quale avvenne l’incidente mortale della famiglia di turisti ma anche i punti di ristoro e la zona riservata al campeggio. Il provvedimento è stato preso in via cautelare, non solo per salvaguardare lo stato dei luoghi ma anche e soprattutto per tutelare lavoratori e turisti. Secondo quanto emerso dal lavoro effettuato dai pubblici ministeri, i documenti di valutazione dei rischi dei quali si deve dotare per legge la società che gestisce l’area della Solfatara non sarebbero stati più aggiornati dal 2009. Sebbene il provvedimento sia preventivo, le parole della Procura non sarebbero affatto confortanti poiché descriverebbero una situazione molto allarmante dal punto di vista vulcanologico e idrogeologico ma anche per le condizioni in cui vertono i lavoratori.
ZONA GESTITA DA SOCIETÀ PRIVATA
Era il 12 settembre scorso quando tre turisti del Nord Italia persero la vita alla Solfatara di Pozzuoli. Quella oggi messa sotto sequestro è l’area nella quale sorge un vulcano attivo ma in stato quiescente, dove non mancano fumarole e getti di fango bollente. Sebbene le zone più a rischio siano delimitate, gli elementi naturali che caratterizzano l’area sono comunque soggetti ai mutamenti del territorio fangoso. Dopo le ultime piogge la zona si presenta coperta da un lago di acqua e molto fango. Secondo gli addetti della società privata, la Vulcano Solfatara che gestisce l’area, prima del 12 settembre scorso non erano stati registrati altri incidenti mortali. A provocare la morte dei bambino e dei suoi genitori, quasi certamente sarebbe stata un’elevata quantità di gas velenosi, dopo essere rimasti intrappolati nella voragine. Lo zolfo presente nella Solfatara non è di per sé nocivo ma anzi avrebbe anche degli effetti benefici, eppure sotto il livello del terreno dove sarebbero finite le tre vittime, i gas diventano velenosi e letali.