Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, ha ufficialmente formalizzato la richiesta di stato di emergenza in seguito ai rovinosi incendi che da giorni devastano numerosi ettari di terreno tra le province di Torino e Cuneo. Lo riporta l’agenzia di stampa Ansa che spiega come nella richiesta, rivolta al premier Gentiloni ed al Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sono indicati “2 mila ettari” di superfice attualmente percorsa dal fuoco. A destare maggiore preoccupazione è soprattutto il fumo che si è spinto oltre fino a raggiungere addirittura la Valle d’Aosta. Torino da ieri è avvolto dalla caligine con un livello di polveri sottili salito drasticamente, circa 4 volte i limiti previsti, stando a quanto rilevato dall’Arpa. Il forte vento in Val di Susa ha creato ampi disagi in mattinata anche ad una squadra dei vigili del fuoco, messi in salvo dopo un’ora. Questo ha prodotto anche lo spostamento del fronte di fuoco che sta rendendo molto complicato il lavoro dei soccorritori. Le fiamme sono arrivate a poca distanza dal parco Nazionale del Gran Paradiso ma sono numerose le vallate del torinese avvolte dalle fiamme. Va migliorando, invece, la situazione nel pinerolese dove a Cantalupa è stato messo in salvo il rifugio montano Casa Canada che per giorni è stato minacciato dai rovinosi incendi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GLI INTERVENTI NELLA NOTTE
Emergenza incendi in Piemonte: la bassa Val di Susa continua a bruciare. Il fronte del rogo, alimentato dal forte vento, si sta allargando. Nella notte alcune squadre dei vigili del fuoco sono rimaste isolate e circondate dalle fiamme per oltre un’ora prima di essere liberate. Per arginare l’incendio è intervenuto anche un Canadair, oltre agli elicotteri. Notte di fuoco anche in Valle Varaita, dove il rogo divampato lunedì scorso a Casteldelfino continua ad avanzare bruciando ettari di bosco e pineta. La notte scorsa i vigili del fuoco e volontari di Aib hanno presidiato alcune abitazioni della borgata Pusterle, minacciate dalle fiamme. Le difficoltà per domare il rogo sono notevoli, anche perché il fronte si estende per centinaia di metri lungo i fianchi delle montagne nei pressi del colle della Battagliola. La situazione, dunque, resta difficile: «Verificheremo la situazione dei danni, ma pensiamo che ci siano le condizioni per chiedere lo stato di calamità», ha dichiarato il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. Stanno arrivando comunque anche altri uomini e mezzi per far fronte all’emergenza.
FUMO E POLVERI SU TORINO: SMOG ALLE STELLE
Per la Coldiretti le cause degli incendi che stanno devastando il Piemonte sono il vento e la situazione di estrema siccità. Ma non si esclude un’eventuale responsabilità dei piromani. In tanti però hanno notato che i roghi più importanti sono stati alimentati dall’incuria, come dimostrano le cataste di legna abbandonate lungo le provinciali. E poi ovunque ci sono tappeti di foglie e sterpi mai rimossi, che in poco tempo si trasformano in bracieri. E in zona manca l’acqua: le fonti sono a secco. Non va meglio sul fronte dei soccorsi aerei, visto che il fumo da diverse ore impedisce ai Canadair di raggiungere le zone in fiamme. I fumi degli incendi scoppiati in Piemonte tra l’altro si stanno ora riversando sulla pianura. Densi di carbonio e particolato, hanno invaso a che Torino. Qui l’odore di bruciato ha fatto schizzare alle stelle i livelli di Pm10. Secondo le rilevazioni dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa), le polveri sottili hanno raggiunto ieri i 199 microgrammi per metro cubo, cioè quattro volte i limiti previsti. Sembra strano, ma l’emergenza incendi sta piegando il Piemonte nel mese di ottobre. La regione dall’alto, come si vede nell’immagine satellitare twittata dall’Arpa Piemonte, è ormai satura di fumi provocati dagli incendi.