MARILENA RE/ Colpita ripetutamente alla testa ed al volto, poi strangolata: i dati choc dell’autopsia

- Emanuela Longo

Marilena Re, emergono i dati choc dell'autopsia che contribuiscono a ricostruire la dinamica violenta ed il movente del terribile omicidio della promoter compiuto da Vito Clericò.

marilena_re Marilena Re

Sono giunti nelle ultime ore i nuovi elementi raccapriccianti emersi dall’autopsia compiuta ieri mattina sui resti del cranio della povera Marilena Rosa Re, la promoter 58enne della provincia di Varese uccisa lo scorso 30 luglio dal 65enne Vito Clericò, assassino reo confesso. Stando a quanto emerso dal quotidiano Il Giorno pare che l’omicidio della donna sia scaturito dalle pretese di Marilena di rivolere indietro i soldi di un prestito. Per tale ragione l’uomo l’avrebbe violentemente colpita alla testa ed al volto con calci e pugni, probabilmente dopo averla strangolata, decapitata e quindi sepolta nell’orto del suo stesso assassino a Garbagnate. A permettere una simile ricostruzione choc sarebbero proprio i primi esiti dell’esame autoptico eseguito sul cadavere della vittima e confermati anche dalla Procura di Busto Arsizio. Sarebbe dunque stata una morte a dir poco crudele, quella riservata a Marilena Re, colpita ripetutamente prima di essere finita brutalmente dal 65enne. Dal giorno della sua scomparsa che andrebbe quasi certamente a coincidere con quello dell’uccisione, Clericò avrebbe fornito differenti versioni.

I PRESTITI ED IL GIRO DI SOLDI

Sarebbe affetto da gravi problemi psichici: è questa la teoria dell’avvocato difensore di Vito Clericò, assassino reo confesso di Marilena Re. L’uomo sarebbe stato a lungo in cura con farmaci specifici, poi interrotti nel mese di aprile. Anche questo aspetto sembra preannunciare la quasi certa richiesta di perizia psichiatrica a carico dell’uomo al fine di valutare la capacità di intendere e di volere. Il delitto si andrebbe a collocare nell’ambito di una continua richiesta di denaro, sotto forma di prestiti, da parte dei coniugi Clericò, i quali erano soliti rivolgersi ad amici, conoscenti e colleghi, tra cui un’anziana donna che ospitavano ed accudivano nella loro villa, fino alla sua morte. Nel mirino dei Carabinieri di Busto Arsizio sarebbe finito proprio il traffico di denaro passato dalle mani dell’arrestato e della moglie Alba De Rosa, anche lei finita nei guai ed attualmente indagata in concorso per il sequestro di Marilena. Tra le migliaia di euro, dalle indagini sarebbero emersi 30mila arrivati da un collega il quale era riuscito ad averli indietro solo avviando il pignoramento di una parte della villetta intestata alla donna ed estinto solo nel 2016, probabilmente proprio con parte dei 90mila euro prestati dalla vittima. Non si esclude che anche il decesso della signora che i coniugi avevano accolto nella loro abitazione fosse avvolto dal mistero, “ma questo ci allontanerebbe dalla vera vicenda da indagare, la morte di Marilena”, ha commentato il difensore di Clericò.





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