Le tragedie dei profughi non finiscono con il loro arrivo in Europa. Dopo essere scampati a regimi sanguinari, alla guerra, alle persecuzioni, alla fame, subiscono situazioni ugualmente drammatiche. E’ il caso di un ragazzino afgano dodicenne che si è ucciso in un campo di accoglienza in Austria. Dietro al gesto una storia triste. Secondo le prime ricostruzioni il giovane viveva una situazione di difficoltà estrema, con sei fratelli di cui prendersi cura di cui uno colpito dalla sindrome di Down. Per avere abbastanza cibo per tutti, era stato sorpreso a rubare per il valore di sei euro in un negozio di alimentari. La notizia è stata data da un ex attivista del Partito dei Verdi, Dorothea Blancke, sulla sua pagina Facebook: la famiglia di rifugiati afgani vive in un campo di accoglienza a Baden, a sud di Vienna, da circa un anno.
La donna ha presentato una formale denuncia al ministro dell’integrazione austriaca chiedendo di sapere come si è potuto arrivare a una situazione del genere. Il bambino, dopo essere stato fermato per il piccolo furto, era terrorizzato dall’idea di essere rimandato in Afghanistan insieme al fratello disabile. Eppure, sempre secondo le notizie che arrivano dall’Austria, era ben integrato: andava a scuola e giocava nella squadra locale di calcio. Ma evidentemente dentro di sé portava la paura accumulata in una vita di fughe e persecuzioni e si è trovato ad affrontare qualcosa di troppo grande per la sua giovane età. Quello che una eventuale indagine dovrà chiarire è quanto lui, la sua famiglia e altri rifugiati come loro siano privi di assistenti sociali in grado di prendersi cura di situazioni così estreme, qualcuno che doveva avvicinarlo e confortarlo nelle sue paure invece di abbandonarlo a se stesso.