Veronica Panarello e la sindrome di Medea: un binomio confermato dal Gup di Ragusa, Andrea Reale, che ha così motivato il rigetto della richiesta di arresti domiciliari presentato dall’avvocato Francesco Villardita per la mamma di Santa Croce Camerina, condannata in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Lorys Stival, avvenuto il 29 novembre del 2014. Ma cos’è di preciso la sindrome di Medea? Si tratta di figlicidio per vendetta e, come spesso accade per gli eventi di cronaca, è stato ampiamente anticipato e spiegato nel mito greco. Medea, infatti, secondo la leggenda era nipote di Circe, dalla quale aveva ereditato i poteri magici. Per amore di Giasone, Medea arriva ad uccidere il fratello, consentendo al proprio amato di impossessarsi del vello d’oro e di fuggire con lei e gli Argonauti, mentre il padre è intento a raccogliere i resti del figlio morto. Giasone, però, si scorda presto dell’atto di amore di Medea e, ingrato, decide di sposare una donna più giovane. A questo punto Medea pianifica una vendetta tremenda: simulando una riconciliazione con la sposa, le tesse un vestito nuziale intriso dei peggiori veleni, che le provocherà la morte istantanea non appena indossato. Poi, non contenta, decide di punire Giasone uccidendo i suoi stessi figli, baciandoli prima a più riprese, evidentemente raggiunta da un rimorso prematuro. Ed è in questo senso che Veronica Panarello viene accostata alla sindrome di Medea. Una mamma che uccide i propri figli, per punire forse il marito Davide Styval in un impeto che che colpisce anche il suocero, in quella che il Gup ha definito “una spirale di cieca distruzione della idea di famiglia e dei valori che essa stessa incarna”. Il caso più clamoroso di una sindrome di Medea nella cronaca italiana è certamente quello di Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne che in un raptus uccise il piccolo Samuel pur negando sempre le sue colpe. Altre mamme hanno ucciso i loro figli, e chissà quante ancora lo faranno per vendetta: per punire chi le ha aiutate a metterli al mondo, prima ancora che loro stesse.