Filippo De Cristofaro, il “killer del catamarano”, è libero: scarcerato dall’Autorità giudiziaria portoghese, che non ha concesso l’estradizione, si è reso irreperibile. Fu condannato all’ergastolo per l’omicidio della skipper Annarita Curina, che uccise il 10 giugno 1998 a colpi di machete perché voleva rubarle il catamarano per raggiungere la Polinesia. Arrestato in Portogallo per possesso di documenti falsi, De Cristofaro, che era evaso due volte, aveva esaurito il suo termine di custodia cautelare, di conseguenza è stato scarcerato. Nessuna risposta è, invece, arrivata dal Portogallo sulla richiesta di estradizione. Ora il Ministero della Giustizia italiano sta approfondendo la vicenda, sulla quale è già intervenuto l’ex pm milanese Ferdinando Pomarici: «La responsabilità è delle autorità portoghesi, si parla tanto della giustizia italiana ma se l’avessimo fatta noi una cosa del genere ci avrebbero massacrato. Con tutta la fatica che abbiamo fatto per prenderlo, ora chi lo dice ai familiari della vittima?».
Anche il questore di Ancona è intervenuto sul caso della liberazione di Filippo De Cristofaro, il “killer del catamarano”. L’uomo è stato, infatti, scarcerato in Portogallo per decorrenza dei termini massimi della custodia cautelare in carcere e ora è irreperibile. De Cristofaro era stato arrestato dalla Squadra Mobile di Ancona nel maggio scorso mentre prendeva un treno a Lisbona: «Abbiamo ricevuto una nota ieri da Roma e ora stiamo cercando di ricostruire quanto è accaduto» ha dichiarato il questore Oreste Capocasa. La Squadra Mobile di Ancona ha già avviato le indagini «per senso di responsabilità e serietà», come era avvenuto in occasione della fuga dall’isola d’Elba. A occuparsi del rientro in Italia di Filippo De Cristofaro, però, devono essere i magistrati milanesi. La storia dell’omicidio di Annarita Curina occupò a lungo le cronache dei giornali dell’epoca: l’uomo si avvalse della complicità dell’amante olandese Diana Beyer, con la quale voleva fuggire in Polinesia. Dopo aver stordito Curina con del Valium, la massacrarono a colpi di machete. Poi legarono il corpo all’ancora, dove fu trovato da alcuni pescatori impigliato nelle reti.