A quasi un anno dall’arresto di Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone e Teresa, nei giorni scorsi è intervenuto il fratello Giovanni nel corso della trasmissione Quarto Grado, come rivela il sito Delitti.net. Il ragazzo ha spiegato quali sono le attuali condizioni dell’imputato ed a sua detta, a causa della situazione – anche mediatica – Ruotolo starebbe molto soffrendo: “Lo sta uccidendo mentalmente”, ha ammesso il fratello. “È molto provato, ma ultimamente l’ho visto più sereno perché sta finendo il processo e stanno emergendo molte prove che dicono che non può essere stato lui a commettere il duplice omicidio”, ha ammesso. Per Giovanni Ruotolo, le accuse contro il fratello sarebbero ingiuste, per tale ragione è necessario fare chiarezza. Il ragazzo ha chiarito anche l’aspetto legato alla cancellazione dei dati dal suo pc: “Sono stato io a mettere a disposizione dei carabinieri il mio computer a Somma Vesuviana e quando si parla di cancellazioni massive di dati occorre capire che si è trattato di cancellazioni automatiche con un programma comune chiamato CCleaner”. Tali cancellazioni sarebbero avvenute a distanza di 6 mesi dal duplice delitto di Trifone e Teresa, troppi, a detta di Giovanni, per chi avesse voluto nascondere realmente qualcosa. Eppure, per la procura, le cancellazioni sarebbero invece avvenute nello specifico proprio in concomitanza con il ritrovamento dell’arma usata per uccidere la coppia di fidanzati.
Nel corso del processo sul duplice delitto di Trifone e Teresa, udienza dopo udienza emergono particolari importantissimi che contribuiscono a fare maggiore chiarezza sulle vite private delle due vittime. Nella passata udienza in Corte d’Assise a Udine, dove si sta svolgendo il processo a carico di Giosuè Ruotolo, sono stati quattro i commilitoni che hanno preso la parola in qualità di testimoni. Come riporta il sito Leggo.it, dai loro racconti al cospetto della Corte non sarebbero emersi particolari screzi tra Trifone e Ruotolo ma sarebbe invece emerso un aspetto finora ignoto legato al militare ucciso. Pare infatti che Ragone avrebbe avuto disponibilità di anabolizzanti ed in diverse occasioni li avrebbe anche venduti. Al termine della diciottesima udienza è intervenuto anche l’avvocato Rigoni Stern, uno dei difensori di Giosuè Ruotolo, il quale ha commentato: “Sostanzialmente c’è una vita complessa e articolata di queste persone che dovrà venir fuori in dibattimento”. Su quanto emerso dalle parole dei testimoni ha poi aggiunto: “Nel rispetto della tragicità dei fatti, le vittime avevano relazioni importanti e vaste con implicazioni anche pericolose, come l’uso di anabolizzanti, che Trifone vendeva anche, e secondariamente la lite che non vi fu, a conferma che non vi fu un movente”.
Sono state varie le testimonianze nell’ultima udienza del processo per il duplice omicidio di Trifone e Teresa. Come riferito da Il Giorno, nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche il padre di Trifone Ragone. L’uomo ha dichiarato, riferendosi al figlio ucciso insieme alla fidanzata Teresa Costanza: “Per noi era il pilastro della famiglia. Per mia moglie era tutto”. La coppia di fidanzati è stata uccisa la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del Palasport di Pordenone. Imputato con l’accusa di duplice omicidio è l’ex commilitone di Trifone, Giosuè Ruotolo, 27enne di Somma Vesuviana. I genitori di Trifone non si danno pace per la morte del figlio e della sua ragazza Teresa: nei mesi scorsi sono stati ospiti diverse volte di alcuni trasmissioni tv e hanno mostrato tutta la loro disperazione per quanto accaduto. Sono convinti che sia stato Giosuè Ruotolo ad uccidere Trifone e Teresa e chiedono di ottenere giustizia.
Nei giorni scorsi è andata in scena la diciottesima udienza del processo in Corte d’Assise a Udine per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. A carico di Giosuè Ruotolo, unico imputato, la gravissima accusa di aver ucciso i due fidanzati la sera del 17 marzo 2015, mentre stavano per lasciare la palestra di Pordenone. Tutto si sarebbe consumato nel parcheggio del palasport, dove i due giovani innamorati sono stati freddati a colpi di arma da fuoco. A premere ripetutamente il grilletto, per l’accusa, sarebbe stato proprio il 27enne di Somma Vesuviana, ex militare ed ex commilitone di Trifone, con il quale aveva anche condiviso l’appartamento insieme ad altri due colleghi, prima di andare a convivere con Teresa. Nel corso del nuovo appuntamento in aula, come rivela il quotidiano Il Giorno nella sua edizione online, è stata centrale la vita privata del militare ucciso. A prendere la parola al cospetto della Corte d’Assise è stato il commilitone Luca Robertucci, il quale ha rivelato alcuni aspetti del privato di Trifone senza tralasciare la sua relazione con Teresa. Rivelazioni shock che andrebbero a compromettere anche l’immagine stessa del militare ucciso: “Trifone aveva un sacco di donne, sapevo di una sudamericana che era sposata. Andava in Romania per scopi ludico-sessuali”, ha dichiarato il testimone. Quest’ultimo, amico di Ragone, con lui aveva realizzato alcune serate anche in locali per gay, guadagnando tra i 100 ed i 150 euro. Robertucci ha poi ammesso in aula di essere stato anche lui a conoscenza dei contrasti, già emersi nel corso del processo, tra la vittima ed il presunto assassino, Giosuè Ruotolo. Trifone aveva spesso avuto discussioni anche con gli altri inquilini, Renna e Romano, soprattutto per motivazioni legate alle spese in comune. Liti spesso nate “per cose futili, cose da poco”, come ammesso dal teste. Luca Robertucci ha poi aggiunto: “E ai ragazzi dava fastidio che Trifone portasse ragazze a casa”. Aspetto, questo, messo in risalto dai due ex inquilini di Giosuè Ruotolo nelle precedenti udienze del processo in Corte d’Assise. Come rivela l’agenzia di stampa Ansa, tuttavia, Robertucci ha riferito che Trifone non gli parlò mai direttamente di liti avute con Giosuè Ruotolo, né notò mai sul suo volto i segni di una presunta colluttazione alcuni giorni prima di essere ucciso con la fidanzata Teresa. Quest’ultimo aspetto era emerso recentemente anche in aula, quando fu ripreso l’argomento legato allo scambio di messaggi fra i due fidanzati, nel quale Trifone informava Teresa: “M’ha crepato (picchiato ndr) raschi”. A seguire il militare parlò di uno zigomo rotto, rimandando dal vivo la spiegazione di quanto accaduto.