All’interno della trasmissione di La7 “Bianco e Nero-Cronache italiane” condotta da Luca Telese è intervenuto il padre di Luca Varani, Giuseppe, il ragazzo ucciso lo scorso 4 marzo all’interno di un appartamento del Collatino, secondo l’accusa da Manuel Foffo e Marco Prato al termine di un festino a base di alcol e droga. Giuseppe Varani ha parlato del figlio senza nascondere il proprio dolore per la perdita che ha colpito la sua famiglia:”L’immagine che non dimentico mai è quando all’orfanotrofio c’hanno portato 3 bambini: tra questi c’era Luca. Luca mi ha sorriso, questo è stato il nostro primo approccio. Quando lui era piccolo rimaneva a casa della nonna, poi crescendo me lo portavo dietro a lavoro. Da piccolo era un bambolotto, la mamma lo teneva a puntino. In camera sua non abbiamo toccato nulla, perché dà sicurezza. Il rapporto tra di noi era come tra ragazzi normalissimi: eravamo molto legati, ci dava una mano, si impegnava”. Nel corso dell’intervista, però si è parlato anche della tragedia di quel maledetto 4 marzo, in cui Luca ha perso la vita:”Quel giorno sono arrivati 4 o 5 carabinieri a casa: ho capito che qualcosa era successo, ma in quel momento non me l’hanno detto chiaramente. Quando mi hanno detto che avevano confessato (Foffo e Prato, ndr) che a qualcuno dovevano fare del male, subito ho detto: ‘No, questi si sono divertiti’. Quando ho visto quei tagliuzzi fini di lama, si capiva che dopo aver fatto tutto quel massacro si sono divertiti per far del male. Era un ricamo. Vuoi dargli 100 coltellate? Ok, ma dopo non ripassi a fare il ricamo. Tra l’altro gli hanno dato l’alcover, erano lucidissimi: c’era l’intenzione. Ogni volta penso che lui non si è potuto difendere: loro avevano degli arnesi, erano drogati da giorni quei due e se non avevano degli attrezzi Luca li avrebbe stesi entrambi e sarebbe venuto via da lì…”.