Quella di Sant’Agata è molto più di una festa religiosa: credenti e non credenti hanno dato vita ad una celebrazione anche sociale. Catania si è fatta teatro per la festa della sua Santa Patrona, che rifiutò di abbandonare la fede in Cristo e per questo subì crudeli tormenti. Alla “picciridda” vennero tagliati i seni, ma riuscì a guarire miracolosamente grazie al fervore della sua fede. La santa adolescente è diventata così la signora del fuoco, che doma incendi, fiamme ed eruzioni. Incandescente è anche la devozione di Catania. Non sono mancati gli inconvenienti ieri per la festa di Sant’Agata: i tempi della processione si sono allungati a causa di una fuga di gas in via Antonio Longo. I vigili del fuoco, i tecnici e gli uomini della Protezione civile hanno riparato la condotta, garantendo che la festa proseguisse in assoluta sicurezza. Emozionante il rientro in Cattedrale della santa.
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Una folla di fedeli ha accompagnato il busto reliquiario di Sant’Agata, la Santa Patrona di Catania, per il rientro nella Cattedrale. La maggior parte di loro ha indossato il tradizionale “sacco bianco” e ha sventolato fazzoletti gridando «cittadini, siamo devoti tutti: certo, certo, evviva Sant’Agata». Uno dei momenti più seguiti della festa di Sant’Agata, durata tre giorni, è il canto delle suore di clausura del monastero dei benedettini. La venerazione di Sant’Agata comunque ha un grande seguito anche lontano da Catania, nel resto d’Italia, in Europa e anche lontano dal Vecchio Continente. E, infatti, sono stati tantissimi i curiosi e i turisti che hanno voluto partecipare alla festa della Santa Patrona di Catania. Profanamente si è gradito al miracolo per la vendita di cinquantamila biglietti della metropolitana: «Un piccolo miracolo di Sant’Agata nella città europea con il più alto tasso di automobili» ha dichiarato Enzo Bianco.