Oggi 13 marzo 2017, Papa Francesco “compie” 4 anni: è infatti l’anniversario della storica elezione nella Chiesa Cattolica di un Papa con presente e vivo anche il suo precedente Benedetto XVI, il primo Papa Emerito della storia. Un anno intenso l’ultimo trascorso con il Giubileo Straordinario indetto da Bergoglio per la Misericordia e l’amore come temi e valori da rilanciare nella crisi moderna. Il 13 marzo 2013 nella Cappella Sistina Jorge Mario Bergoglio veniva eletto Papa e sceglieva il nome di Francesco, un “Papa che veniva dalla fine del mondo”, come si presentò in quella storica serata in Piazza San Pietro. Come ha riportato Avvenire, il modo più semplice possibile per festeggiare questo anniversario (Francesco non è molto avvezzo alle celebrazioni, come del resto anche il suo precedessore Joseph Ratzinger) è stato mangiare dolci argentini e bevande calde nella sua residenza in Santa Marta (altro tratto distintivo i questo pontificato “originale”). Quattro anni di conquiste, di sfide lanciate, di ininterrotto e instancabile richiamo alla misericordia per lenire ogni differenza, ogni distanza, ogni crisi e ogni muro. Già, i muri da abbattere: culturali, religiosi e perché no, anche politici: dai migranti alla mafia, dalla decisiva opera di diplomazia per il riavvicinamento tra Usa e Cuba, la pace siglata in Colombia tra Farc e governo e poi ancora la sfida del dialogo in zone di guerra e di terrorismo. Papa Francesco prosegue la sua via di Pontificato con gesti semplici, a volte anche banali, che colpiscono le persone e i fedeli come gli atei, colpiti proprio dalla semplicità di questo “parroco di periferia” che a capo della Chiesa Cattolica predica il perdono e la misericordia come tratto umano distintivo di imitazione del Cristo.
Sono quattro anni intensi per Papa Francesco, attraversati da viaggi, conquiste e muri abbattuti in giro per il mondo: ma sono anche quattro anni di critiche e polemiche interne alla Chiesa che proseguono e sono sempre più forti, con spiacevoli episodi come quei manifesti appesi a Roma contro il suo papato e la sua idea di “nuova” Chiesa. La risposta più intelligente è arrivata dallo stesso Francesco, in una recente intervista a Die Zeit; «il dialetto romano dei manifesti era meraviglioso. Non li ha scritti un uomo qualsiasi della strada, ma una testa intelligente»: questo è stato il commento sui manifesti di satira nei suoi confronti attaccati di nascosto a Roma. «Da quando sono stato eletto Papa – ha continuato Bergoglio – non ho perso la mia pace. Io posso capire che il mio modo di fare non piaccia a qualcuno, questo va assolutamente bene. Ognuno può avere la sua opinione. Questo è legittimo, umano e arricchisce». Non arricchiscono invece le prima pagine falsificate dell’Osservatore Romano che a Papa Francesco non sono andate particolarmente giù e dall’intervista lo si evince «ecco quello non arricchisce affatto», commenta laconico. Critiche sui temi cosiddetti “etici” che non sembrano interessare molto, dal punto di vista di mera battaglia culturale, a Bergoglio che preferisce parlare terra terra e riportare esempi meno “teologici” ma non per questo meno efficaci. Spesso va ripetere, «Sono un peccatore e sono fallibile. Anche io provo momenti di vuoto e di oscurità. Queste crisi sono però una vera opportunità di crescita: Non voglio dire che la crisi è il pane quotidiano della fede, ma una fede che non attraversa crisi per crescere, resta infantile. Non dico che sono un povero diavolo, ma sono una persona normale, che fa quello che può. Così mi sento». (Niccolò Magnani)