Con che occhi guardano le droghe i giovani di oggi? A raccontarlo la storia di Elisa (nome fittizio, ndr), che a distanza di due anni dalla sua “prima volta” con lo spinello, rivela come si è sentita in quei momenti. Immagini distorte, rumori inaspettai, e soprattutto il senso di angoscia, questi i tratti salienti di un’esperienza che si può dire conclusa in modo negativo. In base agli effetti allucinogeni della droga, qualcuno ha sospettato anche che la marijuana fosse stata trattata con l’LSD, come spesso si usa per aumentare l’effetto del thc presente nella sostanza. Grazie al supporto degli amici, è riuscita alla fine a raggiungere casa, dove si è addormentata e non ha fatto parola a nessuno di quanto le è successo. Questo le ha dato modo anche di capire come spesso fra adulti e ragazzi non si parli mai degli spinelli, nonostante girino “così tanto a scuola e io all’epoca evitavo l’argomento”. Come sottolinea nell’intervista al Corriere della Sera, “tutti fumano e io certo non mi metto a giudicare”, per cui diventa impossibile trovare qualcuno con cui condividere impressioni, dubbi, anche solo trovare qualunque tipo di informazione. E infine una domanda che sorge lecita, soprattutto alla luce del modo in cui Elisa ha vissuto l’incontro con la droga, spesso cercata per sfuggire alla monotonia di giornate sempre uguali, la noia ed i problemi: è sufficiente vivere “uno spavento così grande, per smettere del tutto”?
All’epoca dei fatti, Elisa frequentava ancora il quarto ginnasio, con l’aria ingenua di chi si è appena affacciata al mondo. Frequentava con le compagne dei ragazzi di qualche anno più grandi. Erano loro a portare “le canne”, a casa di qualcuno con la scusa di fare i compiti o nelle feste in cui si usa fumare uno spinello anche per rompere il ghiaccio. Anche Elisa, come tanti studenti della sua età, è rimasta molto colpita dalla storia della ragazza di Milano, che alcuni giorni fa ha rischiato di morire a causa degli effetti della droga. Alcuni suoi compagni, rivela, si sono messi a ridere ed altri si sono persino arrabbiati. Non ammettono che la marijuana possa avere un effetto simile, così nocivo ed al limite della sopravvivenza, quasi fosse un bene da difendere contro il mondo degli adulti, colpevole di non capire, di essere troppo distante dall’universo dei giovani. “Per cento che ne fumi”, sottolinea invece Elisa, “una magari va storta, perché gli spinelli non sono tutti uguali”.